Istituto del Cuore – prima parte

Nel secondo anno del quinto settennio è la Meta 5.2, “Istituto del Cuore”, a governare il ciclo e a questa Meta dedicheremo i quattro articoli di questo settore.

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Iniziamo ricordando che l’Istituto del Cuore  esprime la Manifestazione (5° Raggio) del Contenitore Universale (2° Raggio) e la capacità di ricondurre ogni separazione all’unità essenziale utilizzando una tra le molte funzioni del cuore: la sua intelligenza. Il Vertice esprime il principio mentale unito alle preziose qualità cardiache che, se applicate, possono evitare gli errori e le sofferenze che l’apparato mentale produce in gran quantità. Questa Meta racchiude in sé la chiave per risolvere l’apparente dissidio tra testa e cuore trasformandolo in una “sintesi energetica”; pone al centro il Servizio e dal centro/cuore lo amministra. La via che l’Istituto del Cuore traccia è basilare per la manifestazione della futura Cultura umana e il potente rapporto tra Mercurio e Venere, il divino Ermafrodita, che il Cielo ci propone,  sollecita l’intuizione e la chiara visione e spinge la mente alla realizzazione di uno stato di coscienza  unitario e superiore.

Si legge e si dice spesso che la diversità è una ricchezza, ed è vero. Però c’è sempre una differenza che è troppo differente per essere inglobata in un sistema preesistente all’interno del quale esistono elementi consolidati, anche da molto tempo, che non si vogliono toccare; sono cambiamenti che la mente razionale stenta a riconoscere come risorse. Eppure non esiste ciclo in Natura, seppur minimo, che resti uguale a se stesso così come ogni pensiero, ogni impresa umana necessitano di un continuo aggiornamento. Come potrebbe essere diversamente se la stessa Vita è l’espressione palese di questo movimento incessante? La Vita non è mai uguale a se stessa, è una spirale che non cessa il suo moto. In qualsiasi punto si voglia fissare lo sguardo: dalle stelle al filo d’erba passando per l’uomo, ovunque ci appare la diversità nella sua incredibile e stupefacente multiformità; la bellezza della vita sta proprio nella varietà delle forme e non ha senso temerne le espressioni solo perché inconsuete; questo bacino infinito è a disposizione per iniziare a pensare il “nuovo mondo”, un mondo che ancora non c’è.  Per immaginare una nuova Cultura occorre  grande impegno, si sa, ma l’impresa deve essere gioiosa: che futuro sarebbe se le nostre personali e collettive zavorre pesassero ancora prepotentemente sul piatto della bilancia? Ciò significa che il nuovo non deve essere come noi né come quanto l’umanità ha prodotto ultimamente. Il nuovo mondo si costruisce con nuove forme.

E’ evidente che ogni gruppo, dal celeste al minerale, segue un preciso disegno evolutivo e tende a raggiungere mete sue proprie che lo condurranno al traguardo: la perfezione relativa alla quale è predestinato; pur tuttavia deve esistere uno scopo che li accomuna e che riconduce queste diversità ad una unità maggiore, dando così un significato superiore alle loro esistenze. Tutti questi gruppi sono interconnessi e dipendono gerarchicamente gli uni dagli altri, inoltre la loro evoluzione si presenta come elemento essenziale per l’avanzamento dell’intero sistema. Ne consegue che non sembrerebbe possibile la crescita di un gruppo a discapito di altri poiché la sopravvivenza di questo dipende dalla vita di quelli, eppure accade, come ben sappiamo. In realtà i Regni non si possono separare, sono organi di un solo corpo, e benché ogni gruppo possegga la  giusta dose di autonomia per agire ed evolvere, è l’insieme che conta ed è basilare comprendere che siamo parte di una catena infinita di Sistemi chiamata Cosmo.

Sappiamo tutti del libero arbitrio: il potere dato all’uomo di discriminare e scegliere che lo rende assolutamente speciale. Il libero arbitrio “crea” o sprigionando un impulso conforme all’evoluzione dell’intero sistema o una manifestazione contraria. I Maestri, grazie  alla conoscenza acquisita, sono consapevoli del loro ruolo e del servizio da svolgere e le loro decisioni sono dettate dalle necessità del Piano. I tre regni inferiori, che non hanno bisogno di scegliere, seguono gli impulsi/istinti/leggi chimiche insiti nelle loro nature e non possono agire contro la loro o l’altrui evoluzione. Solo l’uomo, figura centrale, può mutare il corso degli eventi.

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Ma esiste uno Scopo ultimo che non si può disattendere: il raggiungimento pieno del Bene comune

Quello Scopo sarà certamente conseguito, qualunque siano gli ostacoli. L’Intelligenza superiore non può fallire, nondimeno Essa è totalmente liberale per quanto riguarda le vie e i modi che le creature implicate nel processo vorranno seguire per raggiungerlo. Questo principio inderogabile lascia tutti liberi di collaborare al Piano, ciascuno a suo modo per comune e libera volontà o con gravi sofferenze e ritardi ma una cosa è assolutamente certa: lo Scopo sarà conseguito. Quanto assurde appaiono allora le interferenze umane!

Questo grande dono che ci è stato dato, il libero arbitrio, è la nostra scuola di vita. Possiamo autogovernarci ma dobbiamo rispettare delle regole e attenerci alla nostra sfera d’azione; in altre parole, siamo una sorta di sorvegliati speciali. Ci è consentito fare e disfare ma la parità tra dare e avere deve riportare l’insieme in equilibrio, a garanzia della giustizia solare. Il libero arbitrio è governato dal karma, singolo e collettivo, che gli consente di esistere ma non lo rende assoluto.  Proprio per rispetto del libero arbitrio, tocca all’uomo uscire allo scoperto e “decidere” cosa è necessario fare per rinsaldare il legame che lo unisce al micro e al macrocosmo e svolgere la sua grande funzione di mediatore.

Si ripete che in questo tempo, unico e irripetibile, ci viene offerta la possibilità di lavorare per il futuro e costruire con pensieri, parole e opere la nuova Cultura umana. Dove cercare aiuto e soccorso per un’impresa così grande e importante? Lo sguardo si volge contemporaneamente al cielo e alla terra: li abitiamo entrambi, sono da sempre e per sempre presenti dentro e fuori di noi. Come discriminare tra le richieste che salgono prepotentemente o flebilmente dalle gole di migliaia di uomini?  Come evitare le parzialità, i giudizi sommari, le soluzioni posticce, i danni di una visione ristretta? Pur consapevoli della nostra imperfezione osiamo affermare di possedere un impianto perfetto al quale bisogna ricominciare ad affidarsi: l’Intelligenza del Cuore.

La mente che sa penetrare come un laser  nella sostanza sollecitandola a reagire, luogo in cui si pongono continue domande e si formulano pensieri ha però un problema: le è molto difficile contenere opposte verità. La mente, come tutte le cose manifeste, è duale e per vivere ed evolvere ci sono necessarie entrambe, ma la battaglia è spesso cruenta e molto dolorosa. La mente del cuore non essendo partigiana, accetta tale convivenza annullandone l’apparente dissidio. Inoltre il cuore  conosce la collaborazione talmente a fondo che sa mantenere la propria integrità “sperdendo” se stesso nel molteplice che lo circonda.

Se la mente è illuminata, le domande che in essa si affollano sono ben formulate, si esprimono a livelli diversi  e sono elaborate con un grado sufficiente di competenza, ne consegue che le risposte chiariscono, volta per volta, le possibili vie e soluzioni per manifestare il bene e suggeriscono altre domande. Una mente amorevole sa penetrare nelle coscienze con la forza attiva che la caratterizza e creare una magia che solo lei conosce: illuminare vie nuove e inesplorate.

L’uomo può immaginare qualsiasi cosa, esistente e non. Nulla a che vedere con l’emotività. Si tratta di quei sogni che da sempre hanno dato le ali all’umanità facendola avanzare e progredire proprio immaginando un mondo migliore. Una fantasia positiva, empatica, creativa, consapevole, istruttiva, comune e ordinata. Una favola o un mito ben raccontati, all’interno dei quali esiste sempre una soluzione logica, eppure straniera, che sbaraglia il nemico. Oppure la visione di un futuro prossimo, più o meno remoto, che conviene alimentare anche se i nostri occhi fisici non lo vedranno.

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In questo Istituto la cui costruzione è al momento solo interiore, si applicano le qualità risolventi del cuore  studiandone, in contemporanea, le sue illimitate risorse. Lo immaginiamo come un luogo luminoso e trasparente al quale tutti possono accedere purché si aspiri ad essere altrettanto trasparenti. Lo immaginiamo come il Tempio della futura umanità nel quale si impara a capire e servire l’Infinito e, a scendere, il pianeta, l’uomo, i regni inferiori con le loro necessità ed obblighi. Lo pensiamo come organo indispensabile alla costruzione della nuova Cultura poiché usando l’energia della collaborazione saprà agire nel “qui e dovunque”.

Nel cuore sono custodite le potenzialità energetiche che aprono al nuovo Mondo, nessun uomo ne è privo, ed è sufficiente illuminarle per agire correttamente. Il cuore non rigetta nulla ma sa discernere, gerarchizza moventi e azioni collocandoli al  giusto posto. E’ una operazione intelligente e amorevole.   La mente del cuore sa pensare con grazia al futuro e la felicità più grande per l’uomo è impegnare la mente in una nuova costruzione vitale. Che altro?

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2 risposte a Istituto del Cuore – prima parte

  1. Gabriela dice:

    Questo articolo, merita profonde riflessioni, e per questo ho deciso di rileggerlo più volte, lasciando lo spazio ai pensieri, che fluiscono liberi di toccare immagini, ricordi, analisi, intuizioni, apprendimenti.
    Una tematica, tra quelle trattate dal testo, mi connette agli anni trascorsi a lavorare nei consultori famigliari,nei quali, il servizio psicologico, si occupa prevalentemente di problematiche famigliari, con le relative situazioni conflittuali di coppia.Molte sono le questioni di tipo evolutivo,molte sono quelle legate alla comunicazione . Tra esse emerge, costantemente, la “dimenticanza” di aggiornamento, adattamento, della relazione. Una “illusione”comune questa che è legata alla convinzione che un rapporto d’amore, se nasce, è destinato a durare in eterno. Come ben sappiamo però, le illusioni, generano “delusioni”.
    Ecco allora, le molte situazioni di crisi di coppia e famigliare, eccoli i conflitti generatori di sofferenze infinite. Spesso mi sono trovata a ricordare che nella vita ordinaria, qualsiasi cosa, va costantemente, aggiornata, rinnovata, ristrutturata. Lo sono le nostre piante di appartamento, lo sono le nostre case, lo sono le nostre attività professionali. Nella vita tutto va “curato”. Spesso questa attività, consueta per tutti, non è applicata nella vita delle relazioni, nella coppia, nelle amicizie, nella genitorialità. Esiste una tendenza all inerzia che rende asfittiche le relazioni, che come ogni altra cosa, deperiscono, si sgretolano. Ecco, questo articolo getta una luce sulla necessità di vivificare le relazioni, l’amore lasciato a se stesso è destinato ad esaurirsi, per questo va gestito con attenzione e dedizione. Le età della vita si susseguono con i loro cambiamenti maturativi, diventa quindi indispensabile, verificare, fare “il punto nave” della storia relazionale, qualsiasi essa sia. Occorre sapientemente, fare ripetute verifiche , aggiornamenti, rinnovamenti. Ogni relazione di amore lo richiede, perchè è nella sua natura il cambiamento.
    La vita stessa, la nostra esistenza richiede questa condizione. Diventa importante fare il “bilancio di esistenza”, magari approfittando dei cicli, quali, gli anniversari, i compleanni, i capodanni per fermarsi, fare le opportune verifiche e procedere solerti per realizzare gli opportuni cambiamenti.

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