L’auto-cultura

Oggi Mercurio si congiunge a Venere: i Costruttori mentali del Piano si uniscono, possiamo così percorrere con Mercurio la Via solare che passa tra gli opposti, le due mirabili colonne erette da Venere. Essendo la Nuova Cultura, prima di ogni altra cosa, una costruzione mentale, rispondiamo a questo impulso e con rinnovato vigore riprendiamo l’argomento.

manifestazione 4 2

Se, come ci indicano i Maestri, solo mediante la cultura si riuscirà ad impiantare la nuova Era, appare evidente la mole di lavoro che si deve fare  per fermare la disintegrazione in atto. Un mondo privo di cultura è un mondo arido, senza linfa vitale, dove la vita scorre privilegiando le vecchie vie, consolidate ma esauste. L’ignoranza dilaga e benché si ricerchi continuamente l’evidenza, uomini confusi osservano con superficialità  ciò che accade attorno a loro e confondono il bello col brutto, il vero col falso.

manifestazione 4

Bisogna ammettere che questo nostro mondo è un luogo in cui si può essere facilmente manipolati e non serve molto essere sempre informati sui fatti se i fatti sono, già all’origine, nebulosi e parziali. E’ certamente doveroso conoscere ciò che accade sulla terra ma anche i più informati sono, di fatto, disinformati. E’ impossibile seguire la valanga di dati che  piombano giornalmente sulle nostre teste, ed è già molto se riusciamo a mantenere una dose, anche minima, di equilibrio.

L’essere colti aiuta ma non risolve; se la conoscenza è fine a se stessa, imprigionata nell’ambito in cui si è sviluppata non evolve, non crea connessioni, rapporti e future visioni. La conoscenza va vissuta sulla propria pelle e come un lievito lavora nell’anima, smuove la sostanza e ne modifica la chimica, abbatte l’inerzia mentale, cerca soluzioni, trova vie nuove.

Se la Cultura è un complesso di modelli, idee, simboli, conoscenze, azioni, disposizioni… chiediamoci: da chi viene creata una cultura? E a quale scopo?

 […] Non Ci siamo mai consentiti di imporre idee o fare discorsi complessi. La coscienza umana deve raccogliere conoscenza da tutte le fonti, come le api il polline, per poi edificare un suo proprio concetto di verità in modo libero e spontaneo. Questi sforzi laboriosi affrettano l’auto-cultura. Molti preferirebbero accogliere un modello di verità già pronto, ed essere guidati come ciechi, ma il Nostro antico metodo è: “Uomo, conosci te stesso!” […]
Collezione Agni Yoga. Sovramundano I, § 118, ed. Nuova era, 1979

Urusvati sa che la cultura è retaggio comune di tutti gli uomini. Quali che siano le differenze di linguaggio, fede e costumi, ogni atto di cultura è proprietà comune. L’unione culturale del mondo sarà il primo passo per trasformare la vita intera. Si obietterà che ogni popolo ha la sua. Ma non bisogna confonderla con i costumi. Si obietterà che esistono grandi divergenze di scrittura fra i vari paesi. Ma parlando di cultura non pensiamo agli alfabeti o agli stili espressivi, ma al senso e ai concetti. Confrontate le migliori creazioni dei vari popoli e vedrete che le idee-base sono comuni a tutti. Perciò affermiamo che nonostante le diversità esiste un’aspirazione unitaria internazionale. È gioioso che la natura umana tenda alla perfezione. È un impulso sempre presente nell’uomo, che ne è sovente inconsapevole e persino l’avversa, in rivolta contro la parte migliore di sé stesso, eppure dai recessi del Calice il seme della cultura irradia! Prima o poi germoglierà; ecco perché ciascuno porta in sé il senso della propria Umanità […]
Collezione Agni Yoga. Sovramundano II, § 373, ed. Nuova era, 1996

Dunque la cultura è prerogativa umana. Assieme all’aria, ogni uomo respira cultura che si occupi d’arte o di economia, di educazione o di politica, di scienza o di comunicazione, di religione o di organizzazione o di altre conoscenze; che sia donna o uomo; che occupi posti di responsabilità o svolga semplici mansioni; che sia bianco o nero o giallo; che sia molto o poco intelligente. Ogni uomo ha il diritto di usufruire della cultura creata nel corso dei millenni ed ha il dovere di continuarne la costruzione. La Cultura è la luce che illumina la vita. Vivere senza conoscere la bellezza dei Modelli che, da sempre, indicano la via che conduce in vetta dove le migliori qualità umane trovano la loro giusta espressione; vivere senza intuire le Idee che possono creare il futuro, senza poterle pensare; vivere senza scoprire che il Cielo è mirabilmente rappresentato in terra e mille sono i simboli che attendono d’essere letti, non è gran cosa.

E’ cultura saper mettere le cose “al loro posto”. In un mondo dove è sufficiente uno scrollone per far emergere il peggio, dove paure e insicurezze sia individuali che collettive stanno soffocando l’umanità, saper valutare i pensieri e collocare gli eventi, anche quelli dolorosi, al loro giusto posto è questione di sopravvivenza. Una visione chiara permette di trovare sagge soluzioni che possono soddisfare anche gli interessi particolari purché non siano in disaccordo con i principi-base. Un pensiero ampio e comprensivo non prevarica ma offre alle varie realtà, anche quelle minori, il rispetto e la considerazione che meritano.

Solo la cultura può salvare la società e metterla al riparo dai pericoli, è sempre stato così. Nonostante tutto siamo ottimisti: la qualità delle coscienze varia da un secolo a un altro e questa fluttuazione deriva dal grado di cultura che il periodo esprime, si muove a spirale ed il movimento è molto rapido. Va detto che il livello di ignoranza non migliora di molto, ma è diverso, almeno questo…! Si sale e si scende ma il punto da cui si riparte non è mai lo stesso, è sempre un po’ più in alto.

Il pensiero rivela il valore della Cultura ma si deve muovere con cautela poiché non si può costruire il futuro utilizzando atteggiamenti grossolani nei riguardi delle energie  più sottili, occorre la finezza e lo sforzo dei migliori artigiani che intuiscono la perfezione, seppur relativa, che si cela nell’opera. E le basi sulle quali edificare devono essere protette se si vuole manifestarle nel mondo.

Senza cultura gli uomini non possono comprendere le esigenze reali dell’evoluzione.
Senza cultura non è possibile l’accordo internazionale né la reciproca comprensione e cooperazione.
Senza cultura non si abbattono le barriere che separano profondamente la società. A questo proposito riprendiamo un pensiero già trattato in un recente articolo L’epoca della donna al quale rimandiamo.

 donna 1

Si tratta della divisione che differenzia, a tutti i livelli, gli uomini dalle donne e la cui nascita si perde nella notte dei tempi. Conosciamo bene le ragioni che continuano ad alimentare questa ipocrisia e da chi vengono nutrite ma ciò non ci esonera dall’affermare, con estrema decisione, che è giunto il tempo di rimettere le cose “al loro posto”. Cosa succederebbe se la mano destra cessasse di collaborare con la sinistra? L’armonia di questa unità duale verrebbe immediatamente distrutta compromettendo il lavoro che si sta eseguendo. La carenza di unità tra il mondo maschile e quello femminile rallenta il progresso umano e se questo ostacolo venisse rimosso, lo slancio in avanti sarebbe notevolissimo.

Le qualità maschili sono universalmente riconosciute, quelle femminili un po’ meno, specialmente  una: la comprensione cardiaca, che colloca la donna in una posizione spiritualmente sovrana. La mente indaga continuamente e continuamente rielabora le comprensioni acquisite. La comprensione del cuore permane, inalterata, in eterno.

donna2

Questa qualità unita all’empatia, alla cura di cose e persone, alla ricerca costante di armonia fanno della donna l’essere più adatto ad assumersi il compito di “proteggere” la cultura. Le donne, d’ogni nazione e ceto, possono assumersi il compito di difenderla, curarla e rigenerarla. Una missione meravigliosa. Solo la cultura coltiva l’arte del pensiero e pensare è un’arte.

 

Taggato . Aggiungi ai preferiti : permalink.

2 risposte a L’auto-cultura

  1. gabriela dice:

    In questi giorni, ognuno di noi ha modo di comprendere quanto la “cultura” quella vera, quella non solo imparata sui testi delle scuole , ne solo sugli innumerevoli media, stia pericolosamente mancando. Questa ultima barbarie, che spicca , in mezzo alle innumerevoli atrocità che accadono quasi ogni giorno nel mondo senza passare dai mezzi di comunicazione; induce ad osservare il “fenomeno reattivo”.
    Ognuno di noi risponde a queste sollecitazioni secondo il proprio livello evolutivo. A noi tocca, accettare l’invito a riflettere, guardando dentro e fuori di noi. Vediamo quante persone hanno il pensiero assoggettato ed adombrato dall’emotività. Guardiamo dentro di noi le innumerevole risposte di pancia,che con gli organi interni rispondono alle costanti provocazioni. Quante persone rispondono danneggiando il fegato, quindi con la rabbia, il rancore, quante con le reni , quindi con la paura!! Se per qualche istante ci allontaniamo da noi stessi comprendiamo ,quante difficoltà intercorrono per essere presenti, sobri, capaci di discernimento, oggettivi, fino ad arrivare alla “chiara visione”. Da sempre gli antichi testi di saggezza ci ricordano che il male si nutre di ignoranza, paura e sopratutto ,si avvale dell’illusione della separatività. La cosidetta posizione schizzo-paranoide, usando il linguaggio autorevole della psicologa ricercatrice Melania Klain, è la condizione in cui si trovano ancora moltissime persone. Questo stadio evolutivo, fisiologico nei bambini molto piccoli, permane spesso ancora da adulti. Il mondo in questo modo viene separato, scisso in due parti, il male, il brutto, il cattivo è solo fuori di me, è solo dell’altro, degli altri, siano essi persone o categorie di persone o religioni oppure etnie. Manca quindi la capacità di riconoscere che il mondo, la realtà, rispecchia tutto in nostro essere. Quando avremo accettato che dentro di noi esiste il male ed il bene, con consapevoleza, potremmo iniziare a lavorare per la loro trasformazione e il giusto utilizzo. Come diceva un grande preambolo , le guerre, prima nascono dentro di noi.
    Davvero, se tutti, ma davvero tutti, riuscissimo, ognuno nel posto dove si trova, con gli strumenti che ha a disposizione, lavorassimo per seminare questi concetti, l contribuiremmo a dissipare la grande illusione della separatività; prepareremmo il terreno fertile, affinchè i semi della nuova cultura possano trovare la condizione idonea per germogliare e donare i propri frutti.

  2. bianca dice:

    In questa più ampia ed elevata visione della Cultura, “Conoscere è amare”; il poeta Alfred Tennyson afferma che “completa conoscenza è completo amore”; ovvero: quando vi è amore, vi è un genere di conoscenza più alto e intuitivo, diretto al cuore stesso della Vita, che è consapevolezza dell’essenza intima delle cose.
    Anche Annie Besant, grande teosofa, osserva che l’amore è una forma di conoscenza, poiché, liberando la mente dall’offuscamento dell’egoismo, permette una comprensione più ampia e diretta; e Krishnamurti, negando che la conoscenza possa consistere solo nel raccogliere e riorganizzare dati e informazioni in ciò che viene poi definito “pensiero”, evidenzia la via dell’ “altra” conoscenza, che è uno stato, collegto all’Intuizione, di non separatività e di libertà spirituale.

Lascia un commento