Mentre Mercurio e Giove si incontrano nel segno di Cancer e diffondono la loro luce congiunta nel Sistema solare, riflettiamo nuovamente su quello che avevamo detto essere il primo cardine della Psicosofia: Tenere la mente nella Luce, che è anche una delle direzioni trasversali di questo blog. Ne avevamo già scritto in un precedente articolo, al quale si rimanda.
Proseguiamo quindi il discorso, indagando sulla natura della luce di cui qui si parla. In effetti, ciascuno di noi ha una percezione di che cosa significhi tenere la mente nella luce e quindi di quale luce si tratti, ma raramente ci poniamo domande precise al riguardo. Cerchiamo allora di approfondire insieme tale tema stralciando ancora da uno scritto inedito di E. S., intitolato appunto: “Tenere la Mente nella Luce”:
“Dato che nulla di concreto si oppone alla Luce, il mondo sottile non getta ombre. Ecco una verità alla quale è bene assuefarsi, per una conoscenza migliore di quella sfera. L’ombra è il costo della concretezza.
Qual è, però, la Luce sottile? E’ quella del Sole, delle stelle, della fiamma? Oppure è il Lume dello spirito, di cui s’ignora la Fonte?
Sono domande in attesa di risposta e non se ne può trascurare l’importanza. Le invocazioni di Luce più abbondante, i concetti principali delle religioni maggiori, alcuni fenomeni sperimentali alludono a una Luce che il mondo fisico non conosce ed è assunta, alla leggera, quale simbolo psichico.
Una prima risposta a queste e simili domande, imprecisa e incerta, è offerta dall’osservazione che la luce fisica (solare, ad esempio) è sicuramente sottile, poiché non c’è modo di misurare il calibro dei suoi raggi. Essa illumina il mondo denso, liquido e gassoso ma non si lascia afferrare. La scienza, con le teorie dell’ottica e d’altra natura, la studia da più di tre secoli, ma si limita a ripetere formule risapute e proporre ipotesi astruse senza avanzare veramente. La Luce fisica, ossia il fenomeno maggiore, resta misteriosa.
Cosa sorprendente è che essa è generata da fonti che non sono sottili. Sole, stelle, fiamme, sono sorgenti luminose, ma non sottili. Il mistero è profondo. Come può il sottile essere causato da entità che non sono tali?
Gli oggetti concreti si oppongono alla luce fisica (che, come si è affermato, è sottile): ne contrastano la direzione spaziale in cui fluisce, e ciò in modo più o meno evidente, secondo le loro specifiche qualità inerenti. Nascono così le ombre, che, a differenza della Luce, non hanno origine comune e definita, e sono sottili (infatti, non hanno spessore).
E’ paradossale: la luce fisica è sottile, è emessa da una sorgente concreta ed è ostacolata dagli oggetti più diversi, che sottili non sono ma gettano ombre sottili. Niente di più strano. Ciò avviene però anche nel campo fisico del suono, che è un’entità sottile, prodotta da strumenti e voci concrete e arrestato o attutito dalla concretezza e dalla lontananza, la quale è un entità fisica. Il silenzio che ne deriva è sottile.
Tutti sperimentano queste stranezze, tutti le conoscono, nessuno ne parla o mostra di considerarle quali problemi da risolvere e chiarire. Non si capisce che è necessario rimuoverli per passare oltre, imparandone le lezioni, sicuramente fondamentali.
Con le frasi che precedono si è tesa una rete, una specie di trappola che ha catturato un pensiero nuovo: le onde della luce e del suono sono “femminili”, ossia sostanziali, il che consente di misurarne la frequenza o la lunghezza d’onda. Ne discende che le ombre non sono dovute ai raggi, i quali non sono misurabili e attraversano indenni le cose, per quanto opache, ma alle oscillazioni, sia sonore, sia luminose, trattenute dagli oggetti concreti.
La misteriosa doppiezza, o ambiguità, delle luci e dei suoni offre alla mente il destro per superare i loro stessi inganni: simili alla porta o al valico da oltrepassare per uscire in libertà maggiori. Di questa proprietà si è parlato, implicitamente, quando si è riferito il Suono all’aritmetica e la Luce alla geometria, presentate l’una e l’altra come cittadelle dell’oscurantismo moderno, in apparenza inespugnabili ma sguarnite di difensori. Contro quell’ostacolo sta montando una marea di energie nuove, che gonfiandosi lo spazzerà via, poiché oggi giace nel ristagno e nell’inerzia.
Le proposizioni appena scritte individuano il problema, ma non lo risolvono. E’ tuttavia vero progresso l’aver posto in chiaro che fintanto che non si saprà spiegare l’apparente ambiguità del Suono e della Luce non si avrà miglioria reale di coscienza. Riconoscere e individuare gli ostacoli è preludio alla vittoria, conseguita quando si saprà tenere la mente nella Luce.
Tenere la mente nella Luce e risolvere la questione primaria sono azioni fra loro in apparente contrasto, simmetriche e opposte: per comprendere il miracolo della Luce occorre Luce, che non affluisce se non è compresa.
Per uscire da questa situazione che pare senza sbocco non c’è altro metodo che tenere la mente nella Luce, il che consente di risolvere i problemi concreti, sulla base degli impulsi mentali recepiti, ma per riuscire nell’impresa occorre una certa misura di autonomia mentale, nonché la capacità di tradurre quegli stimoli in linguaggio semplice, quanto più possibile.
Ciò può essere tentato, all’insaputa di chiunque non sappia farlo, ma essendo, come si è appena affermato, il solo mezzo disponibile, vi si deve necessariamente ricorrere per rispondere a domande come quelle qui poste, consapevoli che altrimenti si aggiungerebbe incertezza alla confusione regnante in merito”.
“In quella Luce, noi vedremo la LUCE”.
Non a caso il 2015 è “L’anno Internazionale della Luce”. Una iniziativa delle Nazioni Unite, che nel corso di tutto l’anno cercheranno di elevare la consapevolezza della scienza e delle applicazioni della luce.
Stiamo dirigendoci verso una società futura che sarà basata sempre di più sulla luce, e questo porterà l’umanità a riconoscere che la sua vera identità è celata nell’essenza della luce. Come un pensiero seme ci ricorda “L’Anima è Luce” infiamma il mondo in cui regna suprema e con i suoi raggi illumina il riflesso del suo mondo. Questo riflesso mondiale riflette questa luce, secondo la volontà di colui che la possiede.
Marilù T.