Tutti conoscono il Cantico delle creature, limpido e potente inno di fratellanza creaturale che S. Francesco d’Assisi innalza al Creatore mentre si appresta a gettare le basi di una rinnovata aderenza alla povertà evangelica. E certo tutti ricordano la lode, contenuta nel cantico, a “lo frate Sole“, che, “bellu e radiante cum grande splendore“, rivela agli occhi dei semplici, ma capaci di vedere l’essenziale, la luminosa immagine di Dio, poiché “de Te, Altissimo, porta significatione“.
Del resto in tutte le culture, fin dall’antichità, il Sole ha rappresentato la parvenza sfolgorante del divino, le sue vesti di luce, la sua mano di fuoco, l’occhio onnisciente col quale guardava il Creato; celebrare il sorgere del Sole ha significato, per gli uomini d’ogni luogo, l’apprestarsi a compiere un rito elevante e potente, così come nel loro cuore era impresso il timore della notte, priva della luce solare, o lo sgomento impotente di fronte ad una eclissi.
L’uomo percepiva, insomma, la sua posizione di minorità rispetto alla potenza de “lo ministro maggior della natura, che del valor del cielo il mondo imprenta“, come lo definisce Dante nel Paradiso: una potenza che noi possiamo tradurre in termini di imperturbabile padronanza della centralità, di potestà magnetica rispetto al campo che governa, di serena e radiante Maestria.
Altrettanto spesso l’uomo ha sognato di farsi simile al Sole perché il cuore umano aspira ad assumere le qualità di luce, calore e magnetismo, oltre che di centralità, che riconosce alla sua Stella: la prospettiva dell’Astrologia Eliocentrica, che prevede il Sole al centro del suo sistema di riferimento, si muove in quella direzione e ci chiede di svincolarci dalla pesante gravità terrestre ed imparare prima di tutto ad “accentrare la coscienza osservante nel Sole” (1).
Il passaggio da una coscienza “terrestre” ad una “solare”, il passaggio, cioè, da una identificazione con l’orizzonte limitato, benché fondamentale per l’esperienza umana, che è consentito ammirare dal pianeta Terra all’identificazione con l’orizzonte spalancato sul Cosmo che compete al Sole, significa proprio rendersi consapevoli di poter assumere in coscienza, per quanto le nostre forze lo consentano, il fulgore del Sole, di poter “significare” la sua inesausta capacità di irradiare luce e calore, di poter divenire, a sua immagine, un centro magnetico e direttivo, di saper esprimere, proprio come un Padre celeste, quella “divina indifferenza” che consente di accogliere, nutrire e far crescere senza distinzioni tutte le creature che si affidano alla sua luce e al suo calore.
A seguito di questo spostamento di identificazione, che non elude né cancella la visione Geocentrica, ma semmai la potenzia e rende ragione delle sue cause, “s’impara, a poco a poco, a lavorare dal Centro, che è il sito della Maestria, anziché da incerte posizioni periferiche. Gradualmente l’uomo si riconosce quale entità solare, parte integrante e intelligente della coscienza universale”. (2)
Così l’uomo, da cittadino di un piccolo, per quanto bellissimo, pianeta della cintura esterna della Via Lattea si appresta a percorrere la via luminosa del Cielo, fatta di tappe ma infinita: “Il Sistema solare è la Forma massima, la comunità più vasta, preludio di altre soglie, maggiori ma ora ignote. Il Sole è dunque la prima grande meta oltre il limite planetario, e risplende del suo fulgore cosmico. E’ quella la direzione in cui avviarsi, senza dubbio”. (3)
Il passaggio dall’Astrologia Geocentrica a quella Eliocentrica, e il conseguente attestarsi a quel livello nelle considerazioni astrosofiche, si mostra quindi come il passaggio obbligato che attende la coscienza umana nel suo cammino verso una coscienza “stellare”, capace di includere consapevolmente nella sua aura non solo i miliardi di uomini che vivono sulla Terra, ma anche le altre coscienze che vivono nel Cosmo. Una coscienza che ha come meta amorevole e luminosa l’inclusività onnipervadente dell’Uno.
Facendo riferimento alla tabella riassuntiva inserita nell’articolo di ottobre, notiamo che il punto d’inizio delle coordinate della visione Eliocentrica Tropicale coincide (come in quella Geocentrica Tropicale che abbiamo visto nello scorso incontro) con l’inizio del Segno di Aries e che tale punto può essere definito Ascendente nel senso che rappresenta la direzione iniziale dei dodici campi di evoluzione della coscienza planetaria (contraltare superiore dei dodici campi o Case dell’Astrologia Geocentrica Tropicale che hanno inizio con l’Ascendente individuale).
In quest’ottica i Segni zodiacali e le Costellazioni coincidono “idealmente” in quanto gli elementi essenziali di questa prospettiva esoterica sono le “energie/qualità” che, in veste di elementi causanti, precipitano sul piano dell’Eclittica e da qui vengono disseminate nello spazio sistemico.
Ciò significa che le energie/qualità primarie (Raggi) trasmesse dalle Costellazioni vengono captate dal Sole centrale e quindi rifratte nello spazio sistemico attraverso tali dodici campi qualificati (Segni, simbolo secondo l’Astrologia Esoterica di altrettante “gerarchie” di Esseri parte del ‘corpo di manifestazione’ solare) indipendentemente dal fatto che le loro estensioni non siano coincidenti: tali energie/qualità vengono quindi distribuite ai Luminari i quali, a seconda delle specifiche funzioni energetiche nell’economia generale del Sistema, le traducono, armonizzano e distribuiscono a tutte le coscienze responsive.
Nella visione Eliocentrica i Luminari, che possiamo definire in linea con l’Insegnamento esoterico come “i centri di energia del Logos solare” (che ha il Sistema intero come proprio corpo di manifestazione) sono quei Centri mediante i quali l’energia assorbita dal Sole centrale viene ripartita, fatta circolare e distribuita a tutto il Sistema; sono quindi il tramite per l’afflusso delle sette qualità divine (Raggi) che si irradiano nel nostro caso sulla Terra e sospingono l’uomo sul sentiero evolutivo.
Le energie dei Luminari accompagnano, nella visione Geocentrica, le vicende della personalità umana, mentre per l’uomo che è ormai in contatto con la propria anima (la ‘coscienza di gruppo’) queste stesse energie, espresse in termini di Astrologia Eliocentrica, da una parte sostengono ed indicano la qualità, e l’ambito, del servizio animico, dall’altra lasciano spazio, attenuandosi, all’afflusso di energie extra-sistemiche, giacché lo sguardo della coscienza si è innalzato oltre l’anello terrestre e il suo cuore è stato posto nel Sole.
Da quel sito magnetico e direttivo può attivare con sempre maggior consapevolezza quegli orientamenti energetici (direzioni) che creano un immediato collegamento tra Centri, ovvero una connessione tra la sua coscienza e la coscienza che vive nel seno dei Luminari e delle Stelle: tali direzioni, fondamentali per l’Astrologia Eliocentrica, consentono “il “dialogo” cosmico fra tutti i centri di qualunque sistema” e convogliano “fiumi di messaggi energetici dal basso all’alto (in senso gerarchico) sotto forma di domande, e dall’alto in profondità in forma di risposte”. (4)
Nell’intero Universo, dunque, è in atto un dialogo inarrestabile tra coscienze che vicendevolmente si nutrono, si sorreggono, si educano e si illuminano, un dialogo che l’Astrologia Eliocentrica consente di ascoltare, comprendere ed alimentare.
L’Astrologia Eliocentrica, nella sua essenza di matrice causante della visione Geocentrica, ci consente pertanto di tratteggiare la seguente immagine del Sistema Solare, la nostra “dimora celeste” più prossima: “Il Sistema solare è vivo, cosciente, intelligente, ciclico e diretto a una Meta. Esegue un suo programma, o progetto, elaborato in modo autonomo e realizzato per gradi in collettivo. I processi evolutivi sono causati, guidati e alimentati da sette Luminari, in volo sulle loro Orbite. Il Sistema trae l’energia necessaria dallo Spazio circostante, e l’elabora variamente secondo le necessità del Piano. La sua vita, creativa e operosa, agisce su tutti i globi, e ne forma l’elemento comune, così come la Meta. Ciò che avviene su uno dei mondi si ripercuote sugli altri: non esistono separazioni fra le moltissime evoluzioni in corso. Il Sistema è costantemente impegnato a conservare un equilibrio psico-dinamico, dal quale dipende il successo del suo Proposito. Obbedisce pertanto a Leggi, Regole e Liturgie auto proposte”. (5)
Questa visione si rivela feconda di sviluppi nella coscienza umana: da una parte l’uomo, quando la sua identificazione abbia raggiunto la pienezza solare, è reso partecipe di un consesso di Coscienze che, secondo la modalità a spirale con la quale la Vita si sviluppa, lo traggono con sempre maggiore forza ai conseguimenti spirituali cui aspira, dall’altra, in virtù di questa catena di libere e amorevoli Coscienze interconnesse è chiamato a collaborare in modo sempre più responsabile, consapevole e fecondo al Piano divino in evoluzione.
Un ulteriore approccio astrologico è quello offerto dalla prospettiva dell’Astrologia Eliocentrica Siderale che presenta, come per quella Tropicale, una ripartizione dell’orizzonte solare in dodici Campi stellari di uguale ampiezza ma, sganciandosi dal sistema di riferimento terrestre (che invece è significativo per l’Astrologia Eliocentrica Tropicale), pone il punto d’inizio tra le stelle dello Scorpione e del Sagittario, ove si innesta la direzione “assoluta” tra il Sole al centro dell’Eclittica e il Centro Galattico, attorno al quale gravitano tutte le stelle.
Tale direzione celebra l’Uomo/Umanità (la coscienza planetaria) in relazione al Cosmo, giacché l’Anima-Sole, ormai orientata alla Monade-Galassia, libera dai gravami della personalità, può cogliere ed utilizzare i rapporti luminosi tra le Stelle e i Luminari, ovvero gli impulsi “vitali” tra Centri cosmici e solari. Al nostro livello, grazie al potere proporzionale del “fare come se”, possiamo contemplare nella realtà relativa dell’apparenza tali supreme Direzioni allorché si attivano lungo l’asse Sole-Terra (Anima-Persona), direzioni o Date di certo superiori, dal punto di vista causale o vitale, a quelle della “coscienza” cui fa riferimento la visione Tropicale.
Così, di ciclo in ciclo, la comprensione umana delle leggi celesti si fa più chiara e profonda e si aprono i mirabili sentieri che l’uomo è chiamato a percorrere in qualità di intermediario tra Terra e Cielo, in qualità di costruttore di Bellezza, il segno dell’unione.
Ed è stata probabilmente la visione della Bellezza, eterna legge sottesa all’Universo manifesto, ad ispirare Tolomeo che nell’Almagesto così scrive “So d’esser mortale, effimero: quando però delle stelle fittissimi seguo i moti circolari, non tocco più la terra coi piedi, ma nella dimora di Zeus mi sazio d’ambrosia, cibo degli dei“.
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1- Da “Il Sistema solare nello Spazio”, p. 8, scritto inedito di E.S.
2- Ibidem, p. 9
3- Ibidem, p. 8
4- Ibidem, p. 85
5- Ibidem, p. 79