La Quarta Proprietà

Il Modello obbedisce al potere del Quattro, che è centrale rispetto al settenario ed è la porta fra due mondi: quello dell’essere e quello del divenire.

ponte arcobaleno

E’ la quarta Proprietà della Vita, il modo con cui il Principio uno e trino si rende manifesto discendendo nella forma per poi estrarsi da essa e tornare, percorrendo la stessa via, all’Uno che l’ha emesso.

Tale proprietà agisce sulla sostanza spaziale, che assume una struttura capace di imitare il superiore riflettendolo e rifrangendolo di piano in piano, in un gioco di specchi che svelano il Reale a chi è in grado di comprenderne l’essenza, ovvero a chi, su ogni piano, accede al quarto livello (per l’uomo quello dell’intuizione).

Si può pensare che tale funzione, così elusiva e segreta, sia semplicemente passiva, perché uno specchio riflette in quanto tale e non abbisogna di nulla: non è così, poiché presuppone la ricerca costante della nitidezza e della limpidezza del riflesso, affinché non risulti sfocato o impreciso, verificandone con intelligenza i risultati. Il suo è un programma di instancabile approccio alla perfezione: E’ un dinamismo che controlla e accerta senza soste l’assetto equilibrato dell’insieme (E. S.).

In effetti, non è facile farsi specchio poiché ciò comporta vivere al di sopra delle acque emotive e delle turbolenze mentali e semplicemente stare, ovvero “vivere nel mondo senza essere del mondo”: è una condizione che prelude alla Beatitudine e deve essere continuamente conquistata.

Il metodo operativo per eccellenza di tale Proprietà è la proporzione, che è calcolo, misura, relazione, musica, giustezza. Nel Cosmo la si osserva nei moti ordinati dei Luminari, nelle geometrie luminose tracciate dai loro rapporti che riempiono i cuori di bellezza, nel bilanciarsi delle energie e delle forze. Nell’uomo è evidente nel rapporto fra i vari organi, fra i diversi sistemi e nell’armonia proporzionale fra le parti del corpo.

Nel Sistema solare è Mercurio, il luminare più centrale e quindi più prossimo al Sole, tanto da identificarsi quasi con esso, a svolgere questa quarta funzione. Sul pianeta è all’uomo che è demandato tale compito cruciale ed è in particolare dal suo operato direttivo che dipende la salute planetaria e la possibilità che l’unità armonica fra i regni di natura superiori e inferiori si possa infine conseguire. Il centro umano che adempie questo compito proporzionante è quello conosciuto come “terzo occhio” ove il Sé maggiore ed il sé minore entrano in contatto fra loro e con il Tutto.

Dove non c’è equilibrio armonico il Modello si appanna e c’è disfunzione o malattia.

Nel campo umano la malattia fisica viene ormai combattuta con buon successo ma per lo più senza un vero pensiero olistico; la disfunzione maggiore riguarda però i rapporti fra individui, fra classi sociali, fra culture, fra nazioni, ciascuna impegnata a difendere la propria identità ed il proprio interesse, noncurante di prevaricare quello altrui.

Inoltre, il rapporto fra il regno umano e il Pianeta (il suo maggiore) è a dir poco disarmonico. E’ infatti facilmente osservabile come il suo stato attuale di salute sia precario (almeno in superficie) e cominciamo ad aver coscienza del fatto che ciò dipenda per molta parte da noi che, nel nostro egocentrismo, siamo incapaci di vera visione e quindi sempre timorosi nell’affermare la priorità del Bene comune, non comprendendo che questo non è mai a discapito dei singoli.

Molte voci si stanno già levando in tal senso, ma il punto centrale della questione consiste nel comprendere che l’universo intero, e dunque anche la Terra, è un’entità viva (Gaia) ed è l’evidenza di una coscienza che ospita e favorisce i nostri sviluppi e che ha un progetto al quale l’umanità ha la possibilità e la responsabilità di collaborare coscientemente.

Proprio osservando la Terra, amandola, cercando di conoscerla profondamente nel suo peregrinare nel Cielo e guardandola come al nostro Modello comune, potremo inserirci in modo armonico nel processo di perfezionamento in atto nel Cosmo.

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Occorre che si formi con urgenza una massa critica di individui, associazioni, gruppi che comprendano che occorre procedere con gli occhi fissi al Modello celeste, con le menti votate a tradurlo in pensieri costruttivi e con la volontà mirata a mettere in atto quanto da questi emana, in modo che, operando congiuntamente ed in modo coordinato, si possa influenzare la mentalità generale umana.

L’uomo che guarda al futuro esprime, con le forme, quello che ha, ma può variare il suo contenuto se unisce la sua vita a quella del Cosmo (E. S.).

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