“La Bellezza è lo splendore del Vero.” (Platone)
Se tale Formula provoca stupore e calore al centro del nostro petto, è il segno che in noi risiede la possibilità di sentire e pensare che Verità, Bellezza, Bene e Libertà siano in essenza un’unità, un’identità. Si vuole vedere questo quadrivio come una pietra adamantina, una sorta di “Città celeste”, centrale.
Che la cittadella sacra del Cuore abbia queste 4 Torri o che ne abbia infinite, quante le Idee, e che esistano delle Porte di accesso o delle vie per accedervi o conquistarla, è una possibilità e, in fondo, un’esperienza quotidiana: allorché incontriamo lo splendore degli occhi felici, o di un atto di gentilezza e tenerezza, o la meraviglia di qualsiasi ‘risoluzione’, ancor più se sorridente e “matematicamente elegante”, di orrori, confusioni, chiusure, stasi.
Se l’esprimere la Bellezza, che è l’Arte, permette al Vero di risplendere, al Bene di trionfare, al “Mondo delle Idee” di rivelarsi in pienezza attraverso le Forme, ciò significa che la Verità della Bellezza è quel nucleo infuocato della realtà in grado di assicurare la Libertà allo spirito umano.
“La comprensione della Bellezza salverà il mondo”: non la Bellezza, che è già “salva” nella Città sacra delle Idee, ma la comprensione della sua Verità e Potenza.
Quando si sa allora che una cosa è bella?
Non è bello tutto ciò che “attrae”, si sa, ma la Bellezza di certo attrae tutti quegli animi che hanno acquisito quell’istinto spirituale o capacità di riconoscerla in sé, al centro del proprio petto, nel cuore. E questa rispondenza non ha nulla di mistico o vago, bensì è analoga all’avere o non ancora un congegno interiore capace di intercettare certe vibrazioni nello Spazio, proprio come un semplice radar o cellulare.
E se questo “splendore” che ci allarga dal centro e ci muove a sorridere e gioire viene valorizzato e rispettato per la sua im-portanza, si potrà avere una base di partenza, semplice e ancorata nella responsività individuale, per ricercare e riconoscere ciò che “davvero” è bello: che serve nella vita e che serve la Vita.
“Su che affermerai la misura delle tue opere?
Se sono utili al mondo, la loro misura è grande.
Su che affermerai la qualità delle tue opere?
Se sono benefiche all’uomo, la loro essenza è buona.”
(Appello, § 410, Collana Agni Yoga)
Ecco un progetto per comprendere ed agire la Bellezza, per esprimerla ad arte.
Che la fonte dello stupore liberato dal riconoscimento della Bellezza venga dall’esterno o dall’interno poco cambia: lo splendore si irradia comunque, e la sensazione di espansione ed innalzamento è identica, sia che venga dalla visione o ascolto di un grano di armonia, o che giunga da una riflessione o percezione interiore, o da un atto di volontà o auto-decisione.
Lo splendore, o Luce, Verbo divino, Legge universale, Bene comune o come lo si voglia chiamare, è la ragione ed il frutto della Bellezza, quella reale, unica eppure infinitamente esprimibile, che dispone lo Spazio nella semplicità della sua Regola, portatrice di libertà, migliorie, avanzata, di Ordine, vale a dire di accordo, cooperazione, proporzione e commensura tra le cose. Di con-cordanza.
Al Centro, nel cuore delle cose, risiede dunque questo Mistero sfolgorante della Bellezza, di ciò che è universalmente giusto ed esatto: Vero.
La meta è sempre il Centro; ma trovarlo o scoprire quale esso sia è gloria del quarto Mistero o Potere, il quarto, centrale tra i sette: della Bellezza, dell’Arte, dell’Esprimere.
È bello ciò che è integro attorno ad un centro, e, simmetricamente, ogni volta che si evoca o si incontra la bellezza ci si approssima, di un passo, al Centro dei centri, il Magnete di tutti i cuori. Processo infinito, come la ricerca della perfezione, eppure volo istantaneo, tocco elusivo di quella parte di noi che non potrà mai morire perché non è mai nata: la fonte della nostra Bellezza.
Tutto questo non è la visione idilliaca o solo teorica della realtà, che si sa intrisa o sommersa, a livello dell’evidenza, da conflitti, follie e assurdità estreme, dolori e scempi insopportabili: non è una via di fuga, bensì è l’intento deliberato di ri-cordare perché si vive, perché si ama, perché si pensa. È un atto che serve l’arte di vivere, dunque un atto di costruzione del futuro, nella piena responsabilità del presente, sorvolando le incompletezze del passato.
È un atto di liberazione dal carcere costruito dalla nostra mente o immaginazione ristrette, dallo squallore di un vivere miope ed opaco, non “ad arte”, e dalla dilagante ma temporanea mancanza di ardore o eroismo umano.
È un comando, un appello, un sogno ad occhi aperti: è la Bellezza che ci attende, da sempre, per sempre.
È il Fuoco inestinguibile del Nuovo.
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Raccordiamo ora questi pensieri all’arte di vivere dei Centri celesti, i veri Artisti. Tutti gli articoli del 5° Campo “Manifestazione” seguono la posizione di Venere, 5° Signore solare della Costruzione aurea, attraverso i sette settori dei 12 Segni dello Zodiaco. L’Arte, qui presentata quale 4° dipartimento dell’attività umana, rintocca allorché Venere vola al centro (4^ qualità tra le 7) dei Segni che trasmettono, secondo l’Astrologia Esoterica, la 4^ Energia o 4° Raggio dell’Armonia tramite conflitto, ovvero Taurus, Scorpio e Sagittarius.
Nel codice dell’Astrosofia – la sapienza degli astri, la verità splendente nelle stelle, la Bellezza del Cielo – tutte le associazioni di idee, o formule, espresse in questo articolo possono essere attribuite al Rapporto “Venere al centro del Segno di Taurus“. Questa direzione tra Centri (Sole, Pianeta) e Campi (Zodiaco) ha dunque ispirato il “quando”, il “perché, il come e il cosa”.
Tale Rapporto tra Pianeta e Segno, tra il Sole al Centro e un Campo periferico attraverso un altro Centro del sistema solare, è infatti presente o attivo oggi secondo la prospettiva eliocentrica (tropicale), quella riconosciuta chiave e via di accesso per la Coscienza in evoluzione al “Mondo delle Idee” o delle Cause; Idee o Formule pescate dalle profondità cosmiche e ripensate dal Demiurgo solare al Centro del suo Piano infinito (eclittica), secondo 12 modi o Qualità o Segni. La stessa configurazione celeste di questo 1 dicembre 2013 sembra ricordare i 4 cardini del sole del Cuore:
Nei miti, il velo simbolico, lieve eppure sublime dei Misteri, Venere è la Dea della Bellezza ma anche della Scienza, che “serve” lo splendore del Vero. Taurus è la fonte di Luce, l’Occhio della Rivelazione, il Divino Incentivo che “carica ed assale”, che disvela la sua Volontà attraverso i vortici magnetici e luminosi del moto dei Pianeti sul Piano solare.
Venere è l’agente aureo di Taurus, la “Luce della conoscenza”, ed è insieme a Mercurio (le cui ali ora, nel Segno di Libra, portano la Bellezza della Via di Mezzo) quel Divino Ermafrodito che fonde in sé tutte le polarità, in primis il Cielo e la Terra attraverso la natura duale eppure unificata dell’Uomo. L’Uomo è sia quella Stella a cinque punte (Venere) che la Croce (Mercurio) che riproducono nel Cerchio infinito dello Spazio l’arte di creare: “tra il Quattro e il Cinque si gioca il Creato”. Attraverso il matrimonio tra amore e psiche, tra la Mente superiore e quella inferiore umana, tra l’intuizione e l’intelletto, nasce la comprensione della Bellezza, lo splendore del Vero, quell’immaginazione creativa che salva il mondo.
Seguendo e servendo il Cielo delle Idee, precipitiamo nel presente l’immagine di ciò che vogliamo essere e di come deve essere la nostra sacra Dimora planetaria. Questa virtù creativa del Pensiero umano, riflesso di quello solare e universale, fa risplendere la nostra Luce, la Bellezza al Centro; e ci “libera dal male”, dalla bruttezza, dall’ignoranza, dalla separazione.
“Dal centro umano si svolga il Piano di amore e di luce,
E chiuda la porta del male.”
E sia.
Grazie Antonella.