“Per molte ragioni nelle vicende umane la verità viene molto sovente tenuta segreta, e quasi sempre tali ragioni sono perverse. I resoconti delle azioni non sono mai chiari e netti, ma più o meno infidi e insinceri. Si è continuamente alla ricerca di verità che altri uomini, e talvolta le circostanze, hanno avvolto fra i cenci della menzogna. La verità però, che è luce, non può restare nascosta o imprigionata, in quanto essenza e scopo del comunicare, che è un’attività divina. L’occultamento temporaneo del vero ha successo solo a livello fisico, e solo per le minuzie terrene quotidiane.
Si crede, e si tenta, di nascondere emozioni, sentimenti e pensieri, ma è una falsità di breve durata, che convince e illude solo chi difetta di intendimento diretto. Si potrebbe scrivere a lungo sulla forza dirompente della verità e sull’inconsistenza della menzogna, specie di questi tempi, che vedono culminare l’uso generalizzato del falso in tutti i campi dei rapporti umani, che viene persino insegnato come metodo di lotta “per il trionfo della giustizia”. E’ paradossale ma risaputo che nel secolo delle maggiori conquiste meccaniche nel campo delle comunicazioni a distanza si è affermata come mai l’abilità umana di mentire, travisare, ingannare, violando l’essenza del comunicare.
Ma le pseudo vittorie e i vantaggi illusori del mentire crollano miseramente, nonostante il gravoso dispendio di energia necessario per sostenere le sue strutture sbilenche.
E’ bene dunque riflettere per scoprire il valore pervasivo della verità, che, come molti ripetono senza crederlo, “viene sempre a galla”. Rivelare e diffondere la verità sono grandi atti di servizio. Essa offende solo chi vorrebbe nasconderla, è pericolosa solo per chi ha ragione di temerla. E’ un fuoco che brucia, ma per purificare, non per incenerire. Portare la verità, ovvero comunicarla, esige cautela.
Nessuno è talmente vero da poterlo fare in pienezza, ma solo in misura ridotta, commensurata alla propria purezza. E ciò vale anche per chi la riceve e se ne fa portatore a sua volta. Perciò il comunicare è un servizio rischioso, come molti hanno dovuto apprendere, e bisogna imparare a schermare la luce potente del vero senza cadere nella falsità e nell’ipocrisia. Sembra un’azione contraddittoria: non lo è. La divina virtù del vero può essere velata o attenuata senza deformarlo, e sempre e solo per il bene di chi lo riceve. Inoltre il comunicare, se inteso come servizio, sovente è simile a un combattimento, a una lotta che il senso del verbo di per sé non rivela.
Comunicare sembra facile e spontaneo, ma è tutt’altro. Chiunque porta o trasmette una dose anche minima di verità deve sapere (se ne accorge presto) che ciò lo espone a seri pericoli, poiché nulla infuria altrettanto il nemico. Ne discende che il portatore di verità è costretto a comportarsi in modo esteriormente simile a quello di chi invece l’avversa, ma per opposte ragioni. Non inganna, ma la necessaria cautela lo fa reticente. Agisce per comunicare, ma serba il segreto; e sovente espone il vero sotto spoglie tali da celarlo all’oppositore senza privarne chi ne è degno.
Comunicare è un’arte bellica.
La trama della storia è sorretta dalla comunicazione intelligente, saggia, programmata e protetta della verità. La storia altro non è che l’annotazione cronologica dei piccoli progressi della rivelazione del vero. ” (E.S. – scritti inediti)