Nell’articolo precedente, dal titolo “Governo e Libertà”, abbiamo detto che ogni azione di governo può definirsi tale se mira appunto ad elargire libertà. In tal modo essa serve ogni creatura all’interno del campo di cui è il centro. In ogni società dunque, nei diversi settori, dovrebbe governare (e di fatto, seppur occultamente, governa) chi più serve, liberando coloro che vengono governati.
Abbiamo anche osservato che, in seno all’umanità, da sempre vive una sorta di governo esercitato da tutti coloro che si votano al servizio del Bene comune ed operano, per lo più ignorati, nel tessuto sociale umano. Sono come un lievito che indirizza e coinvolge le coscienze più responsive; sono coloro che con il pensiero, le parole e le opere mostrano che esiste una via per uscire dal disagio e dalla confusione.
Oggi, agli albori di un’epoca nuova fondata su una Cultura/Civiltà pan-umana, tali servitori cominciano a prendere coscienza del ruolo che sono chiamati a svolgere ed a riconoscersi e ordinarsi per unirsi in una collaborazione coordinata.
Avendo accettato nel cuore il pensiero che lo Spazio è un’Entità vivente e che quindi lo è tutto ciò che in esso esiste, viene spontaneo chiedersi se il Pianeta di cui siamo parte non debba avere al suo interno un organo di governo che dirige e serve tutte le evoluzioni in esso ospitate al quale gli uomini possano guardare per conformare il loro servizio ai dettami superiori. Ogni livello di coscienza è infatti servito da quello superiore nella misura in cui esso vi si conforma, servendo così i suoi minori.
Cominciamo allora a fissare alcuni pensieri riguardo a questo governo che serve rendendo liberi ed al quale l’umanità può ispirarsi per tracciare i lineamenti di un modo di governare promotore di evoluzione. Riportiamo a tal fine un brano tratto da uno scritto inedito di E. S.: “Studio ciclico della Sesta Epoca”.
“Un pianeta è una proto-forma che ospita, nutre e alleva molte catene evolutive. Ciò non sarebbe possibile senza l’Opera di una sublime Intelligenza, il Logos planetario, che dirige e gestisce il tutto, collaborando con altre Entità solari. A sua volta, il Logos è assistito, di ciclo in ciclo, da un gruppo di Potestà, programmatrici ed esecutive.
Assumere l’esistenza di questa Comunità dirigente è semplice e logico, e fin dai tempi più antichi gli uomini l’hanno indicata con vari appellativi. Qui si propone il nome, breve e moderno, di Governo reale.
E’ un Governo, ma assai diverso dalle consuete formazioni politiche e amministrative indicate oggi con quel termine. Per prima cosa, esso serve le creature planetarie e non pretende di essere servito. Non interferisce mai sulla libertà dei singoli o dei gruppi. E’ elettivo, ma dall’alto, non dal basso. Gestisce l’economia generale e predispone e aggiorna un Piano di sviluppo, autonomo ma armonizzato con il Progetto cosmico solare.
Ammessa l’esistenza di tale Governo, è inevitabile tenerne conto per varie e chiare ragioni:
1) E’ il garante e il custode del destino planetario. Le iniziative umane devono far capo alle sue previsioni per esser degne di successo, altrimenti sono inutili o dannose.
2) E’ l’unità planetaria suprema, che vigila in piena coscienza sul Bene e sullo Spazio comune.
3) E’ il programmatore generale di tutte le evoluzioni, i processi e le attività. E’ il Giudice.
4) Specchia il perfetto ordinamento celeste sul Pianeta.
5) Dirige e assiste l’evoluzione di tutte le creature, ma soprattutto la dilatazione delle coscienze.
6) Gestisce la comunione di tutte le energie, ossia delle risorse planetarie.
7) Tiene in ordine dinamico ed equilibrato l’infinito e mutevole scambio fra energie e forze.
…. Assimilare il concetto di quel Governo che, senza imporlo, ottiene sempre il massimo bene possibile, aiuterà l’uomo a gestire meglio la sua vita, e i governi locali a sentirsi sorvegliati e valutati. Non è cosa da poco: è una rivoluzione mentale, ma condurrà all’unione reale dei popoli, che ora è oggetto di proclamazioni teoriche e ipocrite…
Un giorno, che forse non è più lontano, le varie nazioni saranno unite in una sola. Allora il Governo reale sarà fisicamente apparente e i suoi atti riconosciuti. Oggi ciò si delinea all’orizzonte come Meta da raggiungere. E’ una vetta che si scala con minime azioni mentali quotidiane: pensare al Governo reale come esistente ed operante, fidare nella sua direzione, vivere come suoi cittadini”.
Tali pensieri ci aiutano a distogliere lo sguardo dagli pseudo governi che paiono reggere le sorti delle varie nazioni e che vanno ovunque sgretolandosi e perdendo di credibilità.
Pensando ad una nuova Cultura/Civiltà dobbiamo ritenere che sia venuto il tempo di abbandonare le vecchie forme ormai corrotte, per scoprire insieme i lineamenti del Governo reale e rifondarlo nelle nostre menti, nei nostri cuori, nelle nostre opere, affinché possa manifestarsi e svolgere il proprio servizio in seno all’umanità una.
Il governo dell’umanità è rappresentato da quella che viene definita comunemente politica, che nei secoli ha perso il suo significato profondo. Traendo spunto dall’enciclica EVANGELI GAUDIUM di Papa Francesco , il grande gesuita ha sottolineato che la bella politica è attraversata da quattro istanze che la caratterizzano. Caratteristiche che permettono di rendere questa fondamentale attività umana, la roccia su cui edificare la comune casa sociale: eticità, fondata sulla coscienza religiosa; laicità, intesa come armonia nelle diversità; bontà, nella sua declinazione di bene comune capace di andare oltre gli interessi particolari; infine la Verità, cioè la conformità ai bisogni della gente, principio cardine che lega gli altri tre.
Eppure, difficilmente potremmo oggi trovare persone e cittadini pronti ad affermare che la politica è bella. Ma, perchè è brutta? La Politica non esprime bellezza, perchè è falsa, attenta più alla seduzione che alle necessità sociali. Perchè è stata svuotata di ogni ideale, orfana dei grandi sogni ideologici del 900′, compresa l’illusione europea. Perchè è conflittuale, piegata agli interessi particolari. Incapace di conformarsi al Bene Comune. Le conseguenze di tale brutta politica vanno dall’esplosione dell’antipolitica, passando per il populismo fino ad arrivare al leaderismo. Il percorso che possa indicare un antidoto a tale deriva, secondo me, a livello economico si basa sulla cooperazione tra le classi sociali e non sull’antagonismo tra di esse, difendendo tanto la proprietà privata quanto lo stato sociale. Questa nuova via parte dalla ricerca di dare un anima alla Politica, che sappia utilizzare il Potere come strumento per raggiungere gli scopi e non nell’utilizzo del consenso per la mera conquista dello stesso. Una Politica che metta al centro l’uomo e giunga al soddisfacimento del bene comune attraverso la capacità di ridurre i conflitti tra le parti e trovare il punto di unità. Enio T.