Conoscenza, conoscenza, conoscenza! Se si pensasse che essa è in verità la sola salvezza, non rimarrebbe neppure un frammento della sofferenza attuale. Tutto il dolore umano è prodotto dall’ignoranza. Espandere la coscienza vuol dire, insomma, cooperare all’evoluzione. Tutto ciò che la ostacola è anti-evolutivo. La conoscenza, lo ripeto, metterà termine alla sofferenza umana.
(Collana Agni Yoga – Infinito II § 428)
Per comprendere le ragioni e la natura di qualsiasi evento occorre cercare la vera causa che l’ha generato, che è sempre sottile e poco evidente. Questo metodo logico di procedere non è molto applicato e lo studio, il più delle volte, si limita all’esame delle cause apparenti. Cercare la sorgente degli eventi posizionandosi al loro stesso livello non è sempre segno di intelligenza. L’uomo è attrezzato per andare oltre il visibile e possiede gli strumenti per conoscere le espressioni più sottili della vita, così importanti nell’esistenza terrena. La conoscenza è, di fatto, il mezzo attraverso il quale, a livello intellettuale o psicologico, si rapportano soggetto ed oggetto, pensiero ed essere. L’acquisizione di conoscenza è un processo vivente che si dilata senza limiti e la scienza autentica lo manifesta.
Oggi, una parte della scienza sta iniziando ad indagare campi diversi, ancora misteriosi, nella speranza di ottenere risposte adeguate ai tempi. Le impellenti necessità che l’uomo si trova ad affrontare richiedono, infatti, un tipo di intervento più consapevole ed occorre che lo scienziato, ma l’uomo in genere, impari a formulare domande nuove. Si tratta di una questione urgente: è urgente preparare e modellare quelle domande che immaginano il futuro non solo prossimo e, sapendo che domanda e risposta si specchiano, imparare a interrogare.
Innanzi tutto la scienza deve ritornare a considerare l’esistenza implicita della coscienza come base di partenza per una corretta valutazione della Realtà. Si vuole vedere la sostanza presente in ogni cosa, ed è giusto, a patto di riconoscerne i molti stati e le diverse proprietà. Si dice che essa è spirito cristallizzato, ma si può anche sostenere che tutto, a partire dalle energie più sottili, è sostanziale. Sarebbe gravemente limitativo negare questo principio energetico basilare poiché, di fatto, si rifiuterebbe la sostanza. Occorre riavvicinarsi al suo vero significato e studiarla in rapporto al processo evolutivo.
Cogito ergo sum, “Penso dunque sono”, riguarda ogni uomo; ogni coscienza responsabile, quindi, usando il pensiero, è in grado di formulare le domande necessarie alla costruzione della nuova Cultura, per il bene dell’intera umanità e per disperdere lo strato fumoso di ignoranza che imprigiona l’attuale civiltà.
L’autentico sapere umano è sempre stato, e sempre sarà, in armonia con i Principi universali, né la scienza può contraddire le leggi immutabili che regolano l’intero Cosmo, e se lo fa, è perché non le conosce o le conosce troppo poco.Il sentimento cosmico religioso… è la motivazione più forte e più nobile della ricerca scientifica. Diceva Einstein. Chi riesce ad intensificare la propria energia psichica armonizzandola con il ritmo delle energie cosmiche che ci circondano e pervadono, può dilatare la coscienza all’infinito ad assimilare tesori.
Si diceva ieri e si dice ancora oggi, che modelli di grandi scoperte fluttuano nello spazio e che il pensiero non ha limiti, dunque, li può raggiungere. Bisogna che la coscienza si abitui a questa produzione inarrestabile. Occorre educare all’idea che lo Spazio è un “plenum”, un pieno di energia, cioè di intelligenza, con la quale è possibile interagire. Proprio gli scienziati dovrebbero, per amor di ricerca, iniziare questo Dialogo.
Infatti, come inizia una ricerca, sia essa scientifica, filosofica, artistica o religiosa? Ponendo un quesito.La mente, se ben utilizzata, cerca senza sosta risposte ai suoi quesiti; vede così dilatarsi il confine che pensava di aver raggiunto e procede dall’intuizione alla relativa certezza del risultato. Il quarto livello della sostanza, infatti, è intuitivo, il quinto razionale. Il quarto è sintetico e causante, il quinto, l’intelletto, si diffonde, analizza, tende alla complessità e alla specializzazione. Sembrano opposti, eppure l’intelletto è l’inevitabile derivazione dell’intuito. Le operazioni razionali della scienza dipendono sempre da lampi intuitivi che, diciamo noi, sono le risposte a domande ben formulate.
Come non vedere che il mondo che abbiamo creato è un prodotto del nostro pensiero, e che non possiamo cambiarlo senza cambiare il pensiero?Occorre studiare con attenzione come funziona la mente, e questa è una scienza da insegnare nelle scuole, non come astrazione psicologica, ma come base pratica di vita. La “scienza del pensare” deve insegnare ad attivare la memoria, l’attenzione, la concentrazione; deve sviluppare la capacità di chiarezza, rapidità, sintesi, originalità, discriminazione. Deve offrire strumenti fruibili in ogni settore per combattere l’ignoranza e la falsità.
E ancor più, la “scienza del pensare” deve insegnare ad usare, nella vita di tutti i giorni, la formula che proclama la materia ispirata dove spirito, cuore e sostanza, insieme, sono la vita.
Le nostre esistenze si prolungano dagli abissi alle alture dell’Infinito e qualsiasi pensiero che limita o sminuisce questa verità è da rinnegare. Il pensiero può essere sconfinato ed investire tutta l’attività universale, dal micro al macrocosmo. Il pensiero abita la terra e il cielo, vive in un filo d’erba come in una stella. Un pensiero, lanciato nello spazio, non può essere fermato. Non si può arrestare né imprigionare, finché l’energia che l’ha generato perdura, viaggia libero. Se il senso di unità che regna sovrano nel Cosmo, lo affascina e lo attira, non si farà abbagliare dai compromessi della personalità e cercherà, con tutte le forze, ogni forma di collaborazione.
Il vero pensatore non pensa. Formula con chiarezza una domanda, che tiene nel cuore, non elabora risposte ipotetiche sue, seppure logiche. La sua mente tace, attende e rispecchia. S’accorge che lo Spazio pullula di vere risposte, adeguate alla domanda, progressive, innovatrici. Scopre l’esistenza di una comunità impersonale di menti, in stato di dialogo continuo, libero e amorevole.
(estratti dal testo inedito di E.S. “Incipit Vita Nova”, 2003)