L’idea di “responsabilità” è una delle più importanti, associata usualmente a quella dell’impegno, talora con una sfumatura di pesantezza: “assumersi le proprie responsabilità” è un modo di dire emblematico di questo sentire.
Chi direbbe che questa parola profuma di sacralità, di canto e di musica?
Scopriamone insieme l’etimo: il sostantivo deriva da “responsabile”, dal tema del latino responsum, participio passato di respondere, rispondere, con la terminazione –bilem che indica la facoltà di operare: “capace a rispondere”.
Respondere è composto dalla particella re, ”di nuovo”, ad indicare azione ripetuta, e da spondere, “promettere solennemente davanti alla divinità”, dalla radice indoeuropea *SPEND- che esprime l’idea di libazione agli dei – versando sull’altare e assaggiando un liquido, vino o miele o latte ecc. – e di voto solenne.
Hanno lo stesso etimo le parole “sposo” e, in particolare, “spondeo”, che era proprio il verso usato nelle melodie del canto rituale che accompagnava le sacre libazioni.
La “responsabilità” esprime dunque, essenzialmente, l’idea del canto di risposta all’appello della Vita.
Notiamo anche che il latino responsum, che indicava la “risposta di un oracolo”, era la comunicazione divina all’uomo capace di rivolgersi sacralmente, di “rispondere” all’Alto: il nucleo della “responsabilità” è il dialogo tra mondo umano e celeste.
Quando siamo assorbiti dalle responsabilità quotidiane, possiamo distaccarcene per un attimo, ricordando l’intima idea di questa parola, che ci spinge innanzitutto a distogliere lo sguardo dal basso e a portarlo verso l’Alto, e a esprimere la solenne promessa di “dire sì” all’inclinazione superiore a svolgere la nostra parte, con la gioia dell’impegno espressa dalla melodia e dal ritmo.
Il carattere ieratico di questo termine ci può aiutare a realizzare un attimo di silenzio interiore, poiché l’assunzione reale di responsabilità, e cioè la capacità di rispondere, nasce dal porre a noi stessi e allo Spazio, la domanda più importante: come già abbiamo detto all’inizio del percorso, qual è lo scopo di questa nostra esistenza terrena?
Si tratta di grandi questioni da porre con umiltà e coraggio, sulle quali si fonda il dialogo con il Cielo e il dialogo di gruppo.
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