Orizzonti Possibili

Scienza e Lavoro: due campi che condizionano la vita di ogni uomo, sui quali è bene spendere qualche pensiero.

Scienza deriva dalla parola latina scientia e, fin dall’Illuminismo, aveva il significato di qualsiasi sistematica o esatta registrazione della conoscenza, compresa quella filosofica. Il Positivismo ha poi cancellato questa unione, restringendo il campo di ricerca scientifico principalmente all’aspetto fisico.

La Scienza, dunque, è un sistema di conoscenze ottenute con procedimenti metodici e rigorosi e grazie ad una attività organizzata di ricerca. Lo scopo è giungere ad una descrizione, verosimile e oggettiva, della realtà e delle leggi che regolano i fenomeni presi in esame. Il procedimento di acquisizione è definito metodo scientifico, e si sviluppa attraverso l’osservazione e la sperimentazione.

Lo scopo ultimo della Scienza è la comprensione della natura anche se non è in grado (e si aggiunge: oggi) di dimostrare, né produrre, verità assolute o di descrivere, in termini assoluti, come la natura è. La Scienza osserva, verifica, ipotizza. Colloca il fenomeno all’interno di un modello spazio-temporale astratto e ne prevede, tramite le sperimentazioni, i suoi possibili sviluppi. Se la base sperimentale ha acquisito, col tempo, solide fondamenta, l’ipotesi si trasforma in teoria, cioè nella formulazione dei principi generali che regolano  l’aspetto esaminato per terminare con la formulazione di una legge, che è una generalizzazione, ed ha valore assoluto nel suo ambito di applicazione.

Oggi la Scienza si occupa in prevalenza di studiare le leggi che regolano le manifestazioni della sfera fisica e poco si occupa di sondare quella spirituale anche se i Maestri ci sollecitano in tal senso:

“…La scienza conduce l’uomo a padroneggiare il Fuoco spaziale, e tutte le ricerche nel campo delle relazioni universali gli conferiscono un  potere cosmico. Tocca dunque alla scienza illuminare la coscienza e affermare l’umanità nell’Infinito.” (Collana Agni Yoga – Infinito II § 265)

 

 scienza 1

*******

Lavoro dal latino labor (lavoro, sforzo), significa attività rivolta ad un fine, condotta con energia e sforzo.

Il lavoro, dunque, è una attività produttiva che richiede dispendio di energie, sia fisiche che intellettuali, per raggiungere un obiettivo prefissato. Il lavoro produce energia e consente di accedere ai bene essenziali, materiali e non,  per poter vivere o per poter vivere meglio.

E’ normale, specialmente oggi, pensare che il lavoro sia un diritto. Non si può che concordare: senza lavoro l’uomo perde la sua dignità; senza lavoro non esiste la visione del futuro e si perde la forza della speranza; senza lavoro è precluso ogni accesso alla vita sociale. Vale però la pena di ricordare che il lavoro, nella sua accezione ordinaria, è direttamente proporzionale ai bisogni dell’uomo. Esclusi i bisogni primari che non sono pochi considerato il nostro tenore medio di vita (energia, cibo, casa, abbigliamento, salute, istruzione, intrattenimento ecc), buona parte dell’energia lavoro è devoluta a soddisfare bisogni dei quali non si ha una reale necessità. E’ bene iniziare a considerare che la nuova Cultura umana sarà basata su una riduzione dei bisogni secondari anche perché le risorse planetarie che hanno consentito, fino ad oggi, questo tipo di crescita economica, non sono inesauribili anzi, per alcune, già si profila la fine.

Inusuale è pensare che il lavoro è un dovere. Eppure questa è la sua valenza principale. Chi viene pagato ha il dovere di produrre un risultato, chi paga ha il dovere di lavorare per procurare lavoro. Si ha il dovere di lavorare per il proprio benessere, per quello della famiglia, della comunità, della Nazione, dell’intero sistema planetario poiché tutti questi ambiti sono strettamente connessi e interdipendenti. Ciò richiede un profondo cambiamento di attitudine che vede il passaggio da una economia basata sul soddisfacimento di bisogni prettamente egoistici, ad una economia che guarda ai bisogni dell’umanità.

Ma il lavoro è molto di più:

Il ritmo del lavoro è l’ornamento del mondo. Il lavoro è una vittoria sulla monotonia quotidiana. Chi lavora con impegno è un benefattore dell’umanità. Un futuro senza lavoratori sarebbe il trionfo del caos. Il lavoro forgia una tenacia invincibile, e giorno per giorno accumula un tesoro. Chi veramente ama il lavoro sa quanto vale la tensione. Si è già detto che lavorare equivale a una preghiera: con il suo ritmo genera l’unione e la qualità migliore, e da quest’ultima nasce la Bellezza. E qualsiasi lavoro ha in sé l’idea del Bello.

(Collana Agni Yoga – AUM § 322)

Per aprire i cuori alla nuova Cultura occorrerà riscoprire l’eterno valore del lavoro, dono e prerogativa divina dell’uomo, gioia e sostegno della sua vita. Occorrerà insegnare che ogni giorno è potenzialmente felice, purché si lavori con gioia. Caratteristica della gioia è la radiosità: la gioia comunica, trasmette, illumina, travolge. La Luce della divina Intelligenza si propaga per amore e la gioia penetra nei mondi, così il lavoro diventa una festa; il lavoro creativo è libero, comune, innovativo, autonomo, potente, sacro, ordinato. Nel lavoro sta il segreto dell’evoluzione.

Si afferma, quindi, che:

Base del lavorare è la Gioia

Questo si ipotizza essere il principio che governa questa attività umana.

girasoli - gioia

*******

Cosa unisce la Scienza al Lavoro e come convivono?

Con estrema semplicità si risponde che la Scienza è un Lavoro e che il Lavoro è una Scienza, i due sono inseparabili.

Che la scienza sia un lavoro lo dimostrano tutti gli scienziati ed i ricercatori che si impegnano quotidianamente nelle più svariate  ricerche, che il lavoro sia una scienza non è così scontato.

Eppure se la Scienza è la  sistematica ed esatta registrazione della conoscenza, ogni lavoro diventa un potenziale campo di ricerca non solo per definirne i  tempi o metodi migliori, ma per dare ad ogni lavoro e ad ogni lavoratore la dignità che gli spetta; per salvaguardare l’aspetto creativo che ogni lavoro deve avere di diritto.

Non tutti gli uomini saranno in grado di apprezzare questa fondamentale differenza, quella tra un lavoro senza attrattive ed un lavoro che può appassionare ed alcuni preferiranno il primo, ma ciò non toglie valore alla ricerca.

Lo stesso principio scientifico si può e si deve applicare al lavoro spirituale. L’ampliamento della coscienza richiede grande lavoro, tanta perseveranza, profonda osservazione, distacco, conoscenza delle leggi che la regolano, amore per se stessi e per gli altri e, non ultima, la ragione per cui si cerca. La ricerca spirituale è, di fatto, una ricerca scientifica: si percorre la spirale solo grazie ad acquisizioni certe.

“…Qualunque azione è creativa. Il pensiero materialistico imprigiona alla Terra, ma l’evoluzione contiene in sé il Principio supremo.

Si dovrebbero scrivere libri sui vari campi del lavoro umano, in cui le attività servili e limitate fossero raffrontate a quelle libere e creative. E’ necessario dimostrare in modo rigorosamente scientifico quali siano le possibilità di un lavoro qualsiasi, purché rigenerato. Chi è oppresso dalla monotonia quotidiana perde di vista l’orizzonte.

Che dunque la scienza con tutti i mezzi contribuisca a espandere gli orizzonti”.

(Collana Agni Yoga – AUM § 301)

Taggato . Aggiungi ai preferiti : permalink.

Una risposta a Orizzonti Possibili

  1. Gabriela dice:

    Ricordo quando , frequentando gli ashram, in India, pensavo che la proposta del “karma yoga” potesse essere una furbata per far lavorare gratuitamente le persone.
    Notavo però che molti devoti lavoravano con letizia e questo mi faceva riflettere. Mi dicevo che essendo cosi , appunto devoti, credevano ciecamente a quella realtà, seguivano fedelmente qualche guru e a lui/lei si affidavano. Io non ho mai avuto questa fortunata propensione, la consideravo fortunata, perché ho sempre ritenuto difficile cercare la verità senza il supporto della fede, quella fede che mi dicevano nelle chiese cattoliche era un dono di Dio. Negli anni poi ho compreso che la mia strada, mi portava a realizzare la stessa fede ma con il supporto della consapevolezza, della ricerca costruita giorno per giorno attraverso la comprensione dell’esperienza, attraverso i molteplici linguaggi del sapere umano. Ho incontrato poi, in una cascina, un gruppo di persone normali, senza un guru da venerare, che come me ricercavano il senso della vita, la loro collocazione partecipe ad essa e, tra le tante cose, c’era da lavorare con semplicità cercando di essere presenti al presente, presenti per poter cogliere i mille messaggi che semplici gesti del lavoro potevano offrire. In giardino, in cucina, sui tetti, nei bagni, ogni gesto iniziava a trasformarsi in un piccolo/grande insegnamento. Ecco quel karma Yoga orientale si riappropiava della sua vera natura ed a me , come agli altri compagni, veniva svelata “…quella semplice verità che trasforma la vita in un miracolo”. Il Lavoro è la vita stessa.

Lascia un commento