Certo, per chi ha una missione da compiere la via è facile. La gente si figura una specie di processione di maghi, per di più protetta da una cappa di invisibilità.
Ma la Comunità planetaria è costruita con le mani e con i piedi, e in ciò sta la sua bellezza. Ma il suo messaggero di rado è bene accolto nella città. L’anima stessa della città gli si rivolta contro, ringhiando. Infatti in quei luoghi si nega l’esistenza della Comunità. La loro stessa atmosfera non dà riposo al messaggero.
Quel solitario nuota, vola per gli spazi, e già comincia a trasmettere il suo messaggio. Chi trova ad attenderlo? La sfiducia: esiste la Comunità? E poi: come può essere attiva e partecipe in cose tanto lontane? Terzo: la comparsa del messaggero e l’occorrenza che ne rese necessario l’incarico non sono semplici coincidenze? Ricordo che un messaggero, indignato per quest’ultima meschinità, rispose: “Voi che parlate così, ricordate che siete voi stessi una coincidenza di particole di materia, e se non è ben riuscita, le leggi della materia lo spiegano”. Ma se si tratta di questioni di denaro, o di trasmissioni di oggetti, i pensieri coincidono in modo favorevole. I cittadini non disdegnano di spremere un’informazione utile, anche se viene dalla Comunità. Quindi, tranne pochi collaboratori, il messaggero non ha intorno che un abisso di avidità. Date denaro, date consigli per il domani, distruggete il nemico, ma poi sparite in fretta e non guastateci la digestione con pensieri sulla fraternità del mondo.
In verità, la costruzione della comunità e della cooperazione prosegue mentre il pensiero del cittadino comune è sprofondato nel ristagno.
Noi chiamiamo quelli che conoscono le difficoltà. Noi chiamiamo quelli che non tornano indietro. Noi chiamiamo quelli che sanno che la gioia è una saggezza speciale.
Le nostre istruzioni sono forse le più ardue, ma conducono all’esultanza!
Tratto da Comunità §156, Collana Agni Yoga