Il secondo articolo dedicato alla Nuova Cultura terminava con queste parole: “In sintesi, la Cultura è un organismo vivente immateriale allestito da Eroi, ed è il vero sostegno di tutte le civiltà”.
Oggi assistiamo al disfacimento di una civiltà: il momento è grave e gli errori innumerevoli. Non vi è ambito nel quale non si celi bruttura, violenza o inganno e il mondo vacilla. Le vecchie idee, con i loro portavoce, si spacciano per nuove ma questo “nuovo” puzza di naftalina, e non solo. Quando manca una vera cultura le società si sfaldano, dopo un declino annunciato e visibile. Coloro che si impegnano e combattono l’attuale stato di confusione, stanchezza e indisciplina sembrano perdere una battaglia dopo l’altra, tanta è la melma nella quale si muovono.
Siamo in piena crisi: gli uomini, trascinati sugli scogli o in mare aperto, tentano di salvare il salvabile. Rattoppano vecchi pantaloni, incollano cocci inesorabilmente sbrecciati, mescolano elementi incompatibili nel tentativo di guarire il moribondo. Fanno di tutto per salvare quello che c’è, simulando il rinnovamento. Perché?
Le risposte sono tante, una per ogni uomo. E’ vero che cambiare è difficile, che la vita preme sui fianchi ed obbliga una gran parte di umanità a fare i conti con le attuali difficoltà costringendola ad occuparsi delle scadenze più prossime e, qualche volta, della sola sopravvivenza, ciononostante, questo è il momento giusto per ricominciare. Se i cuori resisteranno all’oscurità, il nuovo radicherà sulle macerie di una cultura agonizzante.
Albert Einstein diceva: “La crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte scura. E’ nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato”.
La misura del successo è in funzione della necessità. Da sempre l’uomo costruisce la sua evoluzione perché non ha alternative. A dire che non si attraversa l’abisso se non è indispensabile: tanto più i pensieri e le azioni sono inevitabili, tanto più vicina è la vittoria. Oggi le necessità non mancano e l’uomo è, suo malgrado, obbligato a rivedere i principi sui quali basa l’esistenza. In altre parole, l’umanità deve capire cosa consideri più urgente e massimamente necessario. Va detto che l’intero Universo muove per necessità, necessità di assecondare e collaborare alla realizzazione del Bene Comune, lo stesso Bene che la Cultura ha il compito di insegnare, promuovere e coltivare.
Quali sono le qualità che distinguono chi cerca il Bene Comune?
La perseveranza.
La capacità di contenere. E’ facile dire “no”, molto più difficile dire “si”. E’ relativamente facile contestare, obiettare, denigrare o tranciare giudizi; tutto si complica quando è necessario scendere nel profondo, delle persone o degli eventi, per comprenderne l’essenza e cercare il vero.
Il saper lavorare. Il valore del lavoro interiore si misura nella capacità di volgere la volontà, il desiderio e l’intento alla realizzazione dell’opera e non si misura in ore, giorni o anni e compensi. Questo tipo di lavoro è gratuito e non ha fine, segue il ritmo, ascendente o discendente, veloce o lento, di cui la costruzione necessita.
Il desiderio di aiutare senza pregiudizi o prevaricazioni.
La rinuncia ai possessi personali. In realtà l’uomo, che vuole tutto, non possiede nulla. Può distruggere, sperperare beni, vivere circondato di cose o pieno di denaro che, prima o poi, dovrà lasciare. Nemmeno le idee sono di sua proprietà: appena formulate si disperdono nell’aria, in cerca di libertà. I possessi, materiali e intellettuali, sono transitori, decadono. Una cosa però gli va riconosciuta, oltre alla possibilità di collaborare a un lavoro comune, la capacità di custodire, curare e tramandare.
L’abbandono della paura. Senza paura, che non è incoscienza, si diventa invincibili.
La vigilanza.
Stabilite le qualità principali, che sono gli strumenti di lavoro, iniziamo a definire i primi capisaldi della Nuova Cultura Umana.
Il Centro della Nuova Cultura è dovunque. E’ libero e non può subire condizionamenti, è difficile definirlo o collocarlo eppure è il sostegno di ogni azione.
La sua energia irrora ogni parte del progetto, anche la più periferica, senza distinzioni; saranno le parti ad usarla e a differenziarla per come sapranno o potranno fare. Nel Centro della Nuova Cultura vivono le Idee che non appartengono a nessuno ma sono disponibili per tutti. L’uomo vi attinge da sempre, nel bene e nel male; manipola e trasforma idee che considera sue, talvolta ne difende la proprietà e le usa come strumento di offesa, salvo soffrire e far soffrire quando i piatti della bilancia non sono più in equilibrio. E questo è il libero arbitrio.
Il Centro della Nuova Cultura è un patrimonio comune e, per sua natura, elimina ogni confine. Da questa centralità, cardiaca, ogni manifestazione nasce equilibrata e proporzionalmente ripartita. La sua natura è unitaria e l’uomo, rispettandola, può lavorare per unificare popoli e ideali; può costruire società multiple e differenziate, ma aperte e verificare se la forma rispetta il contenuto, se ciò che appare è il giusto vestito che ricopre il nucleo vitale.
La Nuova Cultura è un progetto che si regola sulle Luci del Cielo. E’ relativamente nuovo il pensiero che considera l’uomo un microsistema solare in comunicazione costante con tutti gli altri Sistemi, dai massimi ai minimi. L’umanità che abita questo meraviglioso Pianeta ed occupa uno spazio ben definito nella scala evolutiva dell’Universo, non è sola e non può decidere da sola. Il suo operato è condizionato ed inserito in progetti ben più ampi. Può comunque scegliere se assecondarli o no, a suo rischio. Il Cielo, dunque, è il suo Modello, e le Leggi del Cielo sono le sue leggi.
Ciò che oggi manca è lo sguardo al Cielo ed è necessario ricominciare a guardarlo con occhi attenti, pieni di stupore e di amore. Se accettiamo l’assunto che quelle luci apparentemente lontane sono entità viventi, molto più evolute di noi; se per un attimo dimentichiamo quello che la scienza ci racconta, che alcune stelle a causa della distanza che ci separa, si sono, nel frattempo, già spente anche se i nostri occhi le vedono; se lo guardiamo e basta dichiarando la nostra disponibilità a collaborare; se lo scopo è chiaro nel cuore ed il movente è puro, qualcosa accadrà. E’ semplice, non facile, ma la semplicità è un prodigio.
La Nuova Cultura non ha padroni, non può schierarsi; promuove la libertà interiore di ogni uomo, non obbliga.
La Nuova Cultura cerca la verità negli uomini e nelle cose, fa sgorgare il meglio perché vede il peggio. La bellezza è la sua bandiera. Non si tratta di mero gusto estetico che, peraltro, ha la sua importanza, qui si intende parlare di qualità, di rispetto, di conoscenza che si ha per tutto e tutti. La bellezza non è un ornamento è una necessità.
La Nuova Cultura si occupa di tutti i regni di natura e ne vede le relazioni. Sul pianeta l’uomo occupa il posto di maggiore responsabilità ed è l’unico in grado di formulare pensieri ampi e diversificati che possono coinvolgere l’intero sistema. Questa responsabilità lo chiama ad agire come il “maggiore” e l’intermediario tra le parti. Il condominio Terra è molto abitato e con tutti questi variegati e strabilianti abitanti gli uomini condividono la vita. Usurpazione e sfruttamento non è un buon metodo per evolvere. Gli uomini usano, per vivere, le risorse del pianeta, è inevitabile; si è preso, si prende e si prenderà ma oggi bisogna ristabilire l’equilibrio tra ciò che si prende e ciò che si dà.
A fronte di queste prime riflessioni, se ne esamineranno altre in seguito, si conclude dicendo: se mente e cuore vedono nel progetto una seppur lieve possibilità di realizzazione; se intuiscono che il rinnovamento è possibile, che l’impianto può essere modificato; se guardano al futuro, anche lontano, con fiducia; se sono in grado di contenere questa offerta, l’impresa è possibile. Cosa ci impedisce di tentarla?
Niente e nessuno dovrebbe impedirci di tentare un’impresa verso la quale l’Universo stesso ci sospinge: la cultura e la civiltà brillano nelle Verità segrete e quando sono, come oggi, totalmente immerse nel caos e nella meschinità si rivela chiaro il sintomo che è giunto il tempo del risveglio e del rinnovamento in modo che il legame fra Cielo e Terra si riaccenda.
Affinché tale impresa abbia un esito positivo occorre costruire un Piano con le energie di Amore e di Luce, operatori essenziali per avviare qualsiasi opera che sia una costruzione comune con uno scopo comune e soltanto tentando di realizzare il Progetto che è custodito in alto, lavorando senza sosta per il Bene Comune con lo sguardo del Cuore rivolto al futuro, si riuscirà a realizzare la Nuova Cultura che farà rinascere la dignità dell’uomo e riporterà la Bellezza alle sue vette più alte.