Congiunzione eliocentrica Terra-Agena e Rigil Kentaurus

In questa seconda parte del mese di maggio, sfolgora nel Cielo del Cuore (visione del Sole o eliocentrica) una doppia congiunzione tra il nostro Pianeta azzurro e i Centri cosmici o stellari:

14 maggio- Congiunzione Terra-Agena

20 maggio- Congiunzione Terra-Rigil Kentaurus

Croce del Sud-CentauroIn tali Date il nostro Pianeta assorbe le energie delle Stelle Agena e Rigil Kentaurus, rispettivamente β e α della costellazione del Centauro, il saggio Chirone cosmico, il maestro di Saggezza, chiamato nei testi esoterici il buon pensiero. Secondo l’Astrologia esoterica “il Centauro, l’uomo che cavalca, ovvero un cavallo con testa e torso d’uomo, rappresenta l’essere umano, poiché l’uomo è un animale più un dio. Questa è la più bassa delle costellazioni”[1] importanti, e viene sia connessa al caos primordiale, alla brutalità e alla brama, che alla figura di Chirone, il saggio e benevolo centauro, maestro di Achille, Giasone, Ercole, Asclepio, Teseo in molte discipline, quali la musica, la morale, l’astronomia, la medicina.

Rigil Kentaurus, la lucida dell’asterismo, è una stella doppia, gialla e arancione, la più prossima al Sistema solare. Tra le cinque principali Stelle dell’emisfero australe, è la terza più luminosa del Firmamento dopo Sirio e Canopo, e con Acrux (Croce del Sud) splende sullo sciame centrale della Via Lattea, di cui distribuisce ‘a piene mani’ l’energia vitale e risanatrice. Rigil, che in arabo significa il Piede del Centauro, è nota anche con i nomi di Bundula e Toliman, l’Al di Là; l’astronomia cinese le attribuisce il ruolo importante di Nan Mun, il Cancello del Sud, consacrandone il valore al profondissimo Cielo.

Agena, con α Centauri, costituisce le due stelle Indicatrici della vicina Croce del Sud – in questo simmetriche per funzione a Merak e Dubhe nell’Orsa Maggiore che puntano la Stella polare. La gigante azzurra, nota anche con il nome arabo أل أرض, al ardh, che significa ‘una di due stelle che stanno in coppia’, designa, probabilmente data la bassa declinazione della stella, il suolo, la terra.

Indaghiamo l’etimo del nome Agena alla ricerca della luminosità e sonorità di cui è portatrice, in una sorta di atto magico volto a restituirci l’iridescenza dell’idea primigenia: il nome trae origine dalla radice indoeuropea *AJ- che esprime l’idea di ‘avvio [a] del moto dritto in avanti [j], ‘avanzare’, ‘agire’, ‘cacciare’, da cui il sanscrito ajra, ‘che si estende dritto in avanti’, ‘campo’, in greco agros e latino ager, nonché il verbo cogitoare [cum+ago], ‘pensare’.[2]

Vediamo ora i simboli, la segnatura e le relazioni spaziali nel Cielo astronomico, per cogliere eventuali corrispondenze tra le due stelle che svelano la Via della Croce e gli altri Centri cosmici: a partire dal cielo polare, uno splendido arco conduce, prolungandolo in direzione Sud, al Centauro, una scia luminosa tracciata dalla potenza dal Fuoco stellare della brillante Alkaid dell’Orsa Maggiore, della regale Arturo nel Boote e di Spica, la fulgida della Vergine.

Centauro CaprarolaOsserviamo che il Centauro, posto all’estremo limite dell’emisfero meridionale, sotto le stelle dell’Idra (il Serpente della materia che vela e cela l’anima), della Bilancia e dello Scorpione (‘il mostro delle tenebre’ simbolo di generazione e rigenerazione), è rivolto ad oriente e sembra dare l’impressione, con le due stelle che segnano le zampe anteriori dell’animale, di ‘spingere avanti’, di ‘cacciare’ incontro all’altro centauro siderale, il Sagittario[3], che galoppa rivolto ad occidente, nella sua direzione.

Inoltre, nelle antiche mappe stellari, il Centauro viene raffigurato nell’atto di trafiggere il Lupo dell’omonima costellazione con una lancia o un’asta, il leggendario Tirso[4], sacrificandolo sul vicino Altare (Ara). La rappresentazione sembra suggerire la consumazione di un rito nuziale tra la Lupa divina-Luna (la Madre della Forma e simbolo della mente istintiva) e l’antico dio Chirone, il più saggio e benevolo dei centauri, l’Intuizione.

Centauro

La saggezza che trasforma la forza brutale e primordiale della Natura in energie utili e benefiche, in frecce o direzioni di Bene, sembra dunque essere il valore profondo di tale costellazione e potrebbe essere anche la chiave di lettura dell’associazione Sagittario-Centauro, della loro azione coordinata di Amore intelligente espresso nella Forma. Entrambe puntano ad un Centro, ad una meta (la Croce e il mistero della Materia), e sono la via stessa e l’impulso che vi conducono: il Desiderio ‘irrefrenabile’, se ben diretto dalla Volontà dello spirito, fa insorgere la Saggezza dalla materia ed è la via del Ritorno all’Uno.

In sintesi, potremmo ben pensare che le due Date, del 14 e 20 maggio, siano un ‘tempo propizio’ di risoluzione, per il processo di cura e guarigione della Terra: ai cuori crocefissi sulla Croce della Vita si offre la possibilità di praticare ad arte la divina indifferenza, identificandosi con quell’energia che svela la via della Croce: trae al Centro e agisce senza moto alcuno.

Con saggezza volgeremo tutto al bene.”[5]

*


[1]Da: A.A.Bailey, Le Fatiche di Ercole, Collezione Lucis, pag. 57

[2]Da: F. Rendich, Dizionario Indoeuropeo, Palombi Editore, pag. 94

[3] “Il Sagittario è l’arciere sul bianco cavallo, talvolta raffigurato come un centauro con arco e frecce. In questa doppia raffigurazione, il centauro metà uomo e metà animale e l’arciere sul cavallo bianco, metà umano e metà divino, viene condensata l’intera storia. Il cavallo bianco è sempre il simbolo della divinità. Cristo appare cavalcando un cavallo bianco. Così è rappresentato il Sagittario nell’Apocalisse.” (Da: “Le  Fatiche di Ercole, pag.76)

[4] “La lancia non è un’arma, ma il leggendario Tirso, il magico bastone dalle origini antichissime su cui crescevano rami di vite o edera oppure con una pigna proprio sulla punta… Il Tirso, l’edera, il pino, la vite erano tutti ingredienti del Nettare degli dei; simbolo di fertilità e cosmologia, parte integrante dei riti nuziali, di rinascita, orgiastici dell’antichità”. (estratti da: G. M. Sesti, Le Dimore del Cielo, Ed. Novecento, pag.296)

[5]Da: Foglie del Giardino di Morya I, § 448, Collana Agni Yoga

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