Ecco come si vede la costellazione meravigliosa dell’Orione nell’emisfero australe, “a testa in giù”, con a sinistra l’occhio rossastro del Toro, la stella Aldebaran (accanto ora al pianeta Giove, il punto più luminoso dell’immagine) e Sirio a destra, la stella più splendente del Cielo notturno. Orione riconosciuta nei millenni come Osiride celeste accanto all’amata Iside, la stella Sirio, nonché la sua X quale “cifra del Cristo cosmico” (Ж); Orione, costellazione che dà nome al Braccio galattico che ospita il nostro Sistema solare, e la cui Cintura (riflessa in terra nelle 3 piramidi di Gizah) interseca ora il piano del nostro equatore celeste; le sue stelle, tra le quali domina la gigante rossa Betelgeuse, sono l’altro polo, rispetto al Centro galattico, puntato dall’attuale asse dei solstizi, la direzione e data del Natale planetario e ora (21-12-2012) anche segno celeste della fine del calendario Maya (era di 5125 anni), nonché dell’inizio cosmico di un nuovo ciclo precessionale di circa 26.000 anni (vedi al 5° capitolo de Dal Tempo lineare al Tempo ciclico).
La costellazione dell’Orione (crocifisso tra Sirio e l’ammasso aperto delle Pleiadi) insieme all’altra dominante dell’Orsa Maggiore segnano davvero le coordinate cosmiche del nostro Sistema solare, una croce e un carro che hanno orientato e ispirato tutte le tradizioni umane. Da tali Fonti stellari giungerebbero gli impulsi ed influssi primari di energia alla nostra sfera e piramide solari (Sistema solare).
Il “Cacciatore dei Cieli” si inverte secondo la visione dall’emisfero boreale:
…prospettive visive e di significato che dimostrano la possibilità e necessità di guardare il Cielo con molti occhi, eppure con un solo cuore, quello innamorato sia dell’evidenza che dell’essenza.
Per un cuore siffatto, allorché alza gli occhi al Cielo, alla sua amata dimora, astronomia e astrologia si servono a vicenda, meccaniche celesti e qualità energetiche si compenetrano, e i corpi celesti si presentano non come grandi globi di materia inerme trasportati dalle leggi del dio Caso, ma quali veicoli di espressione di entità viventi, coscienti, coordinate.
I “segni del Cielo” sono allora psicogeometrie viventi, allestite dalle direzioni e dai cicli dei Nomadi celesti, portatrici di vibrazioni e indicazioni che l’uomo può e deve imparare ad ascoltare e leggere sempre meglio, se vuole orientarsi e orientare la propria evoluzione.
A bordo della nostra Nave planetaria percorriamo un’orbita precisa e vibrante, intrecciata ad altre scie spaziali tracciate dalla Flotta solare, capitanata da una delle innumerevoli stelle della nostra galassia, a sua volta uno tra le miriadi di globi cosmici dell’universo.
Possibile che questo mirabile Ordinamento sia frutto del caso o di un dio personale?
Possibile che l’uomo il cui occhio e pensiero innamorato han potuto scorgere anche solo un lembo degli infiniti misteri del Cielo sia così insignificante e in totale balia del Caso?
“Ciò” che ci ha permesso di immaginare e guardare con stupore la maestosità dell’universo non può che amarci tanto: che la si chiami Dio, Uno, Energia primordiale, Big bang, Coscienza universale o Vita. Questa è la necessaria premessa e il punto di partenza per procedere in volo tra i segni del Cielo.
Astrosofia (=sapienza degli astri) è il nome trovato per tale indagine sintetica dello Spazio: tanto metafisica quanto fisica, tanto astrologica quanto astronomica, tanto psicosonora quanto psicogeometrica.