Eccoci ancora una volta al Solstizio di dicembre, ecco ancora una volta il Sole che riprende la sua risalita nella volta celeste rispetto ad un osservatore sul nostro pianeta.
Durante l’anno che abbiamo trascorso la nostra Terra ha compiuto il suo ciclo attorno al Sole (moto di rivoluzione), ha scandito l’alternarsi delle stagioni e l’avvicendarsi dei dodici “luoghi dello spazio” che sono le dodici immagini, o modelli, di energia primaria (Segni zodiacali), ha estratto dallo Spazio tutte le qualità (energie) atte a sostenere, nutrire e far crescere le creature che vi dimorano.
In un anno la Terra ha dialogato con i Luminari che assieme a Lei percorrono l’Eclittica e apprestano, su quel Piano (il comune piano di riferimento di tutte le astrologie di competenza umana), le condizioni per lo sviluppo della coscienza, umana e non solo; ha captato i fuochi e le forze che provengono da fonti sistemiche ed extra-sistemiche e li ha tradotti in fuochi e forze capaci di sorreggere l’Umanità sul suo percorso evolutivo; ha plasmato, col concorso di ogni altra Luce che illumina lo Spazio, i cuori e le coscienze.
Ed ora contempla il Sole varcare la Porta di Capricornus, chiudere un ciclo e apprestarsi ad aprirne un altro: questo attimo discontinuo nel fluire continuo del tempo è un “momento magico”, un momento che sancisce, come altri simili, che l’uomo, e il cosmo, sono immersi costantemente nel dispiegarsi di cicli.
Cicli che possono essere brevi come il giorno, più ampi come l’anno, o immensamente lunghi come il ciclo precessionale; cicli che riguardano più da vicino l’uomo, come il respiro o il battito cardiaco, o che interessano la Terra e i Luminari come i cicli di rotazione e di rivoluzione attorno al Sole, o ancora che fanno incessantemente percorrere ai Sistemi solari e alle Galassie le loro orbite intorno a centri sempre maggiori.
Il ciclo, insomma, si svela essere l’unità di misura dell’evoluzione, il percorso luminoso che la coscienza intraprende nel suo cammino verso l’Uno; e se la Vita è movimento ciclico l’Astrologia si può ben intendere come lo studio dei suoi ritmi.
La centralità, relativa ma reale, dello sguardo che l’uomo attiva dalla sua postazione terrestre rispetto al Cosmo rende ragione dell’approccio geocentrico che ha governato millenni di storia e di conoscenza umana e che definisce l’Astrologia cui siamo avvezzi.
Nell’articolo di ottobre abbiamo proposto una tabella riassuntiva nella quale veniva individuato il sistema di prospettive dell’Astrosofia, intendendo con questo termine un’Astrologia come scienza vivente delle Relazioni spaziali, capace di connettere Alto e Basso, Unico e Molteplice, l’Essere e gli esseri.
Guardiamo ora più da vicino, in questo sistema gerarchico, le articolazioni dell’Astrologia Geocentrica, ricordando che tale definizione riguarda la prospettiva nella quale la Terra è considerata il centro dell’orizzonte astronomico e il fulcro dell’orizzonte esperienziale.
Innanzi tutto notiamo che due “sistemi” possono definirsi geocentrici: da una parte il sistema Tropicale e dall’altro quello Siderale.
Il primo fa riferimento ai Segni zodiacali (suddivisione dell’Eclittica in dodici campi spaziali di uguale ampiezza, pari a 30°) e pone come punto d’inizio delle proprie coordinate 0° Aries (cioè il Punto Gamma, o vernale, intersezione astronomica tra i piani dell’Eclittica e dell’Equatore celeste della Terra), mentre il secondo, che per l’astrologia ortodossa ha come inizio il punto equinoziale o punto d’Ariete (ovvero il punto d’inizio convenzionale della costellazione dell’Ariete; lo scarto precessionale tra punto vernale e punto d’Ariete è definito ayanamsa) prende come riferimento o i corrispondenti 12 Campi stellari (considerati di ampiezza pari a 30°) o le effettive Costellazioni astronomiche, con la loro differente estensione spaziale.
Come ben sappiamo, a causa del fenomeno astronomico della Precessione degli equinozi, Segni e Costellazioni non coincidono: ai fini dell’Astrosofia questo scarto si rivela di carattere “quantitativo” e pertanto “apparente”, mentre la coincidenza ideale tra essi è garantita dall’influsso “qualitativo”, la reale causa sottile o interna degli eventi, forme o effetti esteriori.
Notiamo infatti che ognuna delle due visioni suddette può strutturarsi in due “livelli”, quello exoterico e quello esoterico, che definiscono un approccio maggiormente quantitativo, meccanico e legato al manifesto rispetto ad un approccio di natura eminentemente qualitativa, analogica e causale.
Stabilita questa struttura di base possiamo individuare orientamenti ed oggetti per ciascuna di queste visioni e livelli.
Per quanto riguarda l’Astrologia exoterica, sia essa Tropicale o Siderale, l’ambito è quello della coscienza propria del sé minore (personalità), ovvero un ambito che attiene allo sviluppo dell’uomo, dall’indagine sul sé minore al pieno e consapevole rapporto tra questo e il Sé maggiore (anima o Angelo solare).
Il livello exoterico dell’Astrologia offre quindi gli strumenti per affinare la conoscenza di sé, per comprendere sempre meglio le energie con le quali siamo in contatto fuori e dentro di noi, per definire con sempre maggiore chiarezza, e distacco, i tempi (momenti del ciclo) nei quali agire o attendere, fino a promuovere quell’ampliamento di coscienza atto a sganciarsi dal futile gioco di energie “a favore” o “contro” per assumere consapevolmente la responsabilità della propria vita.
Tale approccio astrologico si avvale di un articolato ventaglio di metodiche (alcune sedimentate nei secoli, altre di recente definizione) mediante le quali esplora e interpreta le dinamiche della personalità umana, delinea le relazioni interpersonali, mette a confronto situazioni ed individui, applica le sue indagini a svariati campi dello scibile e scruta, talora con accurata precisione, le maglie del futuro per individuarvi segni capaci di precipitare in forme manifeste.
Con questo approccio si cercano di risolvere, o quantomeno illuminare, le problematiche del vivere quotidiano e dell’esperienza umana, ma l’obiettivo, anche se non sempre chiaro e cosciente, è quello di conseguire una sintonia tra l’operare umano e quello celeste, consentendo quel fiorire della coscienza che permette di divenire “cittadini del Cielo” e non solo della Terra.
Questo passaggio “in coscienza” si può ben vedere come il passaggio al livello esoterico dell’Astrologia Geocentrica, nel quale la Persona si orienta all’Anima e il rapporto tra sé minore e Sé maggiore è finalmente avviato, e in seguito sempre più stabilito e corroborato.
Come già più volte ricordato questo approccio astrologico si avvale degli assunti della Tradizione esoterica, primi fra tutti la considerazione dello Spazio come entità vivente (entro il quale vivono tutte le coscienze) e la visione di questo stesso Spazio ordinato gerarchicamente dalle potenze irradianti e creative dei Numeri, che si manifestano mediante quelle energie chiamate Raggi, capaci di informare delle loro qualità Zodiaco e Luminari, riflesse poi in ogni coscienza.
La lettura astrologica si sposta quindi via via da una focalizzazione sulla personalità umana come “centro” dell’universo ad una attenzione consapevole, sia a livello individuale che di Umanità, a quegli influssi continui dati dal transito periodico del Sole (apparente) e dei Luminari nei vari Segni zodiacali, nonché a quegli impulsi energetici discontinui (planetari, sistemici e cosmici) che possiamo chiamare “date” e che rappresentano gli incipit nevralgici delle tappe di cui il piano evolutivo si avvale.
Nella visione Tropicale esoterica (che mantiene come punto d’inizio 0° Aries, l’Est, il punto sorgente dal quale entrano le energie evolutive, iniziatiche, nel cerchio ideale dell’orizzonte eclittico) lo Zodiaco afferma così la sua essenza di simbolo del ciclo annuale, quel ciclo che propone energie, fa emergere qualità e spinge ad evolvere: l’Umanità, mese dopo mese, mentre la Terra effettua la sua rivoluzione intorno al Sole sul piano dell’Eclittica, riceve una differente qualità di energia cosmica filtrata e tradotta dal Sole quale fuoco principe e dal sapiente concerto dei Luminari; tali “dosi” di fuoco guidano le coscienze passo dopo passo alla realizzazione della pienezza dell’essenza Umana.
La visione Siderale esoterica o ‘cosmica’ pone l’accento sull’Apparenza quale rivelazione del reale, dove lo “sguardo del Cuore” dell’uomo si pone in contatto diretto con le energie del Cielo per “come gli appaiono”, rivelandosi capace di porre in sintonia centri (coscienze) minori e maggiori in virtù della risonanza non solo energetica, ma anche geometrica, spaziale, che tale sguardo mette in essere.
È in quest’ottica che, aspetto rivoluzionario in termini di orientamento, si è ipotizzato (per entrambe le prospettive elio- o geocentrica) che il punto iniziale delle coordinate possa venir definito dalla Direzione cosmica Sole-Centro Galattico, tra le stelle di Sagittarius e Scorpio, a indicare che l’uomo, benché sulla Terra, con la coscienza attestata sul Sole è comunque in grado di orientarsi al Cosmo e, in particolare, a quel Centro da cui dipartono Volontà, Luce e Amore cosmici.
L’approccio esoterico dell’Astrologia guida quindi l’uomo a distaccarsi dalle minute problematiche personali per affacciarsi via via sull’orizzonte maggiore che gli compete, quello animico o spirituale, dal quale può iniziare a contemplare la visione della sua natura essenziale, a definire lo scenario del proprio compito e ad abbracciare l’ambito del suo servizio sulla Terra, e oltre.
Così i segni del Cielo vengono manifestati e resi “reali” nel proprio campo d’influenza, così ciascuno diventa creativo e libero, capace di imitare, come sa e come può, le Luci che ardono nello Spazio infinito, fino ad “essere” ciò che, nella luce del proprio Sé, attendeva di essere.
“Come sa e può” perché, come dice l’Insegnamento, non esistono ostacoli in Cielo fra spirito e materia e soprattutto non esistono ostacoli per la volontà umana quando la coscienza comprende che non c’è separazione. L’uomo può allora attraversare le tenebre dell’ignoranza munito di una luce, di un fuoco che rende palese ciò che è inespresso. in quel momento, comprendendo di essere figlio del Cielo, userà con coraggio questa consapevolezza, non per se stesso ma per l’umanità intera, facendosi ponte di collegamento fra l’umano e il divino in base all’intensità della sua luce.