Modello

Glossario – Modello

 

Etimo secondo TPS

 

Forma affine al latino modulus, misura, modello, ritmo, diminutivo di modus = misura. Radice indoeuropea *MA- (varianti *ME-/*MAN-/*MEDH-) che esprime l’idea di misura, rapporto.

E’ radice importante che si ritrova ad es. in “madre”, sanscrito mat: “colei che pone in relazione attraverso la misura”, l’ordinatrice.

In Italiano hanno la stessa radice: immensità (“non misura”, assenza di limiti), mese, meditazione, medicina, imitare (che letteralmente significa “misurare” per esprimere modalità di rapporto proporzionate con l’altro), mente, matematica, mano, musa, materia.

 

Modello esprime pertanto il concetto di misura, rapporto


Treccani

 

modèllo s. m. [lat. *modĕllus, dim. di modŭlus: v. modulo]. –

1.a. In genere, qualsiasi oggetto reale che l’artista si propone di ritrarre, o che un artigiano, un operaio abbia dinanzi a sé per costruirne un altro uguale o simile, con la stessa materia o con materia diversa, nelle stesse dimensioni o in dimensioni diverse, generalmente maggiori: studiare, analizzare, interpretare, ritrarre il m.; copiare fedelmente il m.; attenersi al modello. Nella scultura, anche l’esemplare di un’opera, foggiato in creta, gesso, cera o altra sostanza plastica e condotto a termine in ogni sua parte, destinato a servire di base all’esecuzione definitiva dell’opera stessa quando questa dovrà essere tradotta in altro materiale (marmo, pietra) o fusa in bronzo.

1.b. La persona che l’artista ritrae o ha ritratto nella sua opera: quadro somigliantissimo al m.; in partic., chi posa abitualmente e per professione davanti a pittore o scultore (con questa accezione, è più com. il femm. modella). Anche, sinon. di indossatore: ha un fisico da modello.

1.c. In sartoria, foglio di carta (detto più specificamente cartamodello) opportunamente sagomato secondo le linee di un indumento e più spesso delle singole parti di questo (davanti, dietro, maniche, ecc.), che serve di guida al sarto o alla sarta per il taglio del tessuto.

1.d. Più genericam., qualsiasi cosa fatta, o proposta, o assunta per servire come esemplare da riprodurre, da imitare, da tener presente per conformare ad esso altre cose: le domande vanno redatte secondo il seguente m.; m. di rilegatura di un libro; m. di traduzione dal latino.

1.e. fig. Persona o cosa scelta come esempio da seguire e da imitare, spec. dal punto di vista intellettuale o morale: Stazio dichiara di avere avuto come m. l’Eneide di Virgilio; Petrarca è stato per lungo tempo il m. preferito dei poeti d’amore; studiare i grandi m. classici; proporsi un santo come m. di vita cristiana; conformarsi, accostarsi al m.; essere molto lontano dal proprio modello. E in senso più ampio: una società organizzata secondo il m. americano; un sistema di vita ispirato al m. di alcune popolazioni primitive; ideare nuovi m. di sviluppo per l’economia del paese.

1.f. Con sign. affine, in biologia, nel fenomeno del mimetismo, la specie di cui il mimo assume l’aspetto o particolari caratteristiche allo scopo di sfuggire ai potenziali predatori (v. mimo1, n. 3 e mimetismo).

1.g. Per estens. (e sempre con uso fig.), persona o cosa ritenuta perfetta e degna di servire d’esempio e d’essere imitata: la sua opera è un m. di stile; congegno che è un vero m. di precisione; è un m. di virtù, di bontà, di gentilezza; un m. di marito, di moglie; in questo sign. è frequente in funzione attributiva, sempre invar.: impiegato, scolaro m.; una madre m.; podere m.; scuola m.; azienda m.; cittadini modello.

2.a. Costruzione che riproduce, di solito in scala diversa dall’originale (per lo più ridotta), le forme esatte e le caratteristiche di un’opera, d’arte o della tecnica, in fase di progettazione o già esistente, a scopo illustrativo, talvolta pubblicitario, o anche come oggetto di hobby (modellismo): m. di nave, di aereo; un m. del transatlantico Raffaello; un m. in bronzo di una fortezza; un m. in gesso dell’acropoli di Atene; un m. di auto d’epoca. In partic., nella tecnica, prototipo (di macchina, di struttura, ecc.) costruito a scopo sperimentale e, più in generale, rappresentazione materiale di un sistema o anche di un fenomeno per studiare il comportamento di certe grandezze fisiche, per ottimizzare un progetto, ecc.: si parla, a questo proposito, di m. acustici, m. aerodinamici, ecc.

2.b. Riproduzione in legno, gesso, materiale plastico, del corpo umano o di particolari organi anatomici, di organi botanici, di figure geometriche, di cristalli, molecole, ecc., spesso scomponibili, in dotazione nelle scuole e nelle università come sussidio didattico.

3.a. In fonderia, campione di legno o di altro materiale, avente forma esterna uguale a quella dei pezzi da ricavare, ma di dimensioni leggermente maggiori (circa l’1% in più, tenendo conto del ritiro), a volte composto da più pezzi, che serve per ricavare nella terra da fonderia la cavità da riempire col metallo fuso dopo l’asportazione del modello stesso.

3.b. Prototipo di una produzione industriale che debba poi essere eseguita in serie, spesso contraddistinto da un nome o da un numero che passa poi a indicare tutti i singoli oggetti di quella serie: fucile m. 91. Con sign. più ampio, il tipo di un determinato prodotto o di una serie di prodotti identici, distinto da altri prodotti della stessa specie per una sua forma particolare e per il complesso delle sue caratteristiche: abiti, scarpe, camicie di tutti i m.; automobile, mitragliatrice di vecchio m.; penna stilografica di nuovo m.; ideare un nuovo m. di videoregistratore; m. brevettato, munito di brevetto.

4. Nel linguaggio della moda e del commercio, abito femminile (o anche cappello, scarpe o altro accessorio) confezionato su disegno originale e con carattere proprio, presentato da una casa di mode come novità, in un numero limitato di esemplari o in esemplare unico: rassegna di m. invernali; sfilata di modelli; è un nostro m. esclusivo. Anche, figurino (disegno o fotografia) che in apposite pubblicazioni illustra le nuove creazioni della moda.

5. Tipo di stampato, contraddistinto spesso da un numero, che si usa per una determinata pratica burocratica; contiene in genere un formulario o altre indicazioni a stampa di carattere generale, accanto alle quali poi si aggiungono, manoscritte o dattiloscritte, le note specifiche: richiedere il m. 101; riempire, compilare il m. 158.

6. Nel linguaggio scient., il termine viene riferito a un’ampia classe di ipotesi e costruzioni complesse e articolate, ideali o rappresentate materialmente, di origine anche intuitiva e creativa, proprie di una determinata scienza o specializzazione ma tali da poter essere estese ad altri campi (di validità all’inizio provvisoria ma sempre meglio adeguate all’esperienza attraverso successive verifiche e modificazioni), con cui viene rappresentato tutto o in parte l’oggetto di una ricerca che si propone di organizzare dati e conoscenze, ma anche di sperimentare ulteriormente, per poi interpretare, spiegare, generalizzare, confrontare ed esemplificare didatticamente. Nella forma più semplice, può essere un elemento, o ente, scelto in una serie o classe di enti o elementi, per servire quale rappresentante o tipo fondamentale dell’intera classe o serie, come, per es., nelle scienze classificatorie. Più in generale consiste nella visualizzazione di enti non altrimenti rappresentabili, nella loro riduzione a una descrizione empirica, nella simulazione delle caratteristiche logico-strutturali di un oggetto di ricerca mediante l’istituzione di isomorfismi o analogie: m. teorico, insieme di assunzioni ipotetiche sulla struttura non osservabile di un oggetto o di un sistema e stabilite a partire dalle loro proprietà empiriche, di cui sono esempî in fisica i m. atomici (schematizzazione della struttura particellare degli atomi) e i m. delle interazioni fondamentali (in partic., il m. standard, che riguarda le interazioni elettrodeboli e forti), in astrofisica i m. stellari, in biologia molecolare i m. strutturali, i m. macro– e microeconomici, ecc.; m. analogico, rappresentazione di un insieme di fenomeni ottenuta mediante un insieme (concreto o immaginario) di enti che, pur essendo di natura diversa, presentano proprietà analoghe ai fenomeni stessi: modelli di questo tipo sono, per es., i modelli circuitali del sistema nervoso, mentre casi particolari di modelli analogici possono essere considerati i m. meccanici, ampiamente utilizzati nei secoli passati per ricondurre alle leggi della meccanica o per rappresentare – mediante meccanismi e congegni – processi chimici, fisici, fisiologici (per es., i modelli meccanici dell’etere, i planetarî, ecc.), così come i cosiddetti m. intuitivi, quelli, cioè, che consentono una visualizzazione, o una rappresentazione mentale, dei processi descritti solo formalmente dalla teoria (presentando, per es., le molecole di un gas nelle loro interazioni come un insieme di palle su un tavolo da biliardo, oppure la doppia elica del DNA come una struttura tridimensionale formata di palline variamente colorate che ne rappresentano le diverse molecole). Nelle scienze notevolmente assiomatizzate, quali la matematica e la fisica, il modello costituisce una possibile interpretazione (o realizzazione) di una teoria, intesa come sistema puramente simbolico e astratto di assiomi e teoremi, in quanto stabilisce un universo di enti per i quali gli assiomi e i teoremi della teoria sono veri o, il che è lo stesso, presenta la stessa struttura logica della teoria; in partic., m. matematico, insieme di enti e relazioni matematiche che consente di descrivere in forma semplificata e controllabile i fenomeni che caratterizzano un sistema in genere complesso. In statistica, m. di rilevazione, lo stesso che modulo di rilevazione. In economia: m. econometrico, la rappresentazione semplificata di un processo economico ottenuta combinando le informazioni derivanti dalla teoria economica, dalla matematica e dalla statistica (teoria economica e matematica concorrono generalmente a determinare le specificazioni della componente deterministica del modello, contribuiscono cioè a definire l’insieme di variabili economiche rilevanti e la forma funzionale che le lega; la statistica suggerisce invece la specificazione della componente stocastica del modello, vale a dire di una variabile determinata da un meccanismo casuale con riferimento a una data distribuzione di probabilità); m. economico, ogni schema teorico che cerchi di ridurre un fenomeno economico ai soli elementi fondamentali o a rapportarlo a situazioni reali al fine di spiegarne il funzionamento: si presenta generalmente sotto forma di sistemi di equazioni matematiche, di grafici e di tabelle e consente l’individuazione delle relazioni quantitative tra le variabili concorrenti a determinare un fenomeno (esistono modelli macroeconomici, microeconomici, e anche m. descrittivi, esplicativi, previsionali e decisionali).

7. In paleontologia, calco naturale o artificiale (in gesso, in cera o con sostanze al silicone) della parte interna o esterna di un organismo fossile.

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Modello (scienza)

Immagine stilizzata del Modello atomico di Bohr, che si propone di spiegare struttura e funzionamento degli atomi

Un modello, nella terminologia della scienza, è un insieme di teorie che descrive un fenomeno in modo oggettivo. L’obiettivo di un modello matematico è quello di poter analizzare, studiare, comprendere, quantificare ed elaborare il fenomeno in questione.

La costituzione di un modello scientifico o tecnico, per quanto possa essere genericamente orientata o guidata in partenza da una teoria metafisica, è sempre il risultato di un contesto della prova rigoroso, predisposto in modo tale da non essere minimamente influenzato dalle aspettative e dall’interpretazione soggettiva dell’osservatore (si dice che l’osservazione e l’esperienza scientifiche, su cui si fonda la formulazione di modelli teorici validi, sono invarianti rispetto all’osservatore).

Significati specifici

Nell’ambito delle singole scienze il termine modello assume di volta in volta connotazioni più specifiche:

  • modello in matematica.
  • modello nella logica matematica.
  • modello in fisica.
  • modello molecolare in chimica.
  • Organismo modello in biologia e medicina
  • modello software in informatica.
  • modello di sviluppo del software in ingegneria del software
  • modello in economia, finanza o, in generale, nelle scienze sociali.

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Modello fisico

 

 «Un modello è un’astrazione selettiva della realtà» (Albert Einstein)

Con modello fisico si intende, in fisica ma anche in altri settori della conoscenza, una rappresentazione concettuale (spesso una semplificazione) del mondo reale o di una sua parte, capace di spiegarne il funzionamento.

In fisica, o comunque nella scienza in genere, si parla di modelli fisici che descrivono i fenomeni reali. Tali modelli, spesso basati su ipotesi concettuali, si adattano a descriverne campi più o meno vasti del mondo fisico. Alcuni modelli si adattano più di altri ad un determinato campo.

Un modello fisico è una riproduzione fisica, in scala geometrica, di un prototipo, cioè di un manufatto, di un sistema, di un dispositivo sul quale eseguire esperimenti, che permette di apportare delle modifiche e delle correzioni, a costi contenuti, al fine di ottimizzare le prestazioni e i risultati.

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