Cultura

Glossario – Cultura

 

Etimo secondo TPS

 

Dal latino cultura, col senso di coltivazione e di cultura, derivato da colere, coltivare e venerare.

Radice indoeuropea *C’AR- che esprime l’idea di muoversi intorno, dalla quale è derivato il senso testimoniato dal latino di “prendersi cura”, “venerare”. Secondo F. Rendich, la radice è “car”, che esprimerebbe l’idea di “muoversi [ṛ/ar ] tutt’intorno [c]” (Dizionario etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee. Indoeuropeo-Sanscrito-Greco-Latino, Palombi Editori, 2010, p 83).

Sanscrito carati, aggirarsi, essere impegnato; greco pelomai, circolare; latino quaero, cercare; colo, coltivare, avere cura di, venerare; cultus, culto.

Il significato originario di lavorare il terreno per renderlo fruttifero, connesso al rispetto per la Terra e alla venerazione per i moti circolari, ciclici dello spazio celeste, si è sviluppato nel concetto di coltivare le facoltà umane.

Il termine pertanto, trascendendo il senso letterale di “movimento circolare eseguito con cura”, esprime il movimento di ricerca evolutivo.

 

Cultura è il movimento di ricerca evolutivo.


Treccani

 

s.f. [dal lat. cultura, der. di colĕre «coltivare», part. pass. cultus; nel sign. 2, per influenza del ted. Kultur]. –

1.a. L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo: formarsi una c.; avere, possedere una discreta c.; uomo di grande, di media, di scarsa c.; gli uomini di cultura. In senso più concr., e collettivo, l’alta c., quella che si acquisisce attraverso gli studî universitarî, e le persone stesse (laureati o docenti) che ne sono gli esponenti; analogam., il mondo della c., gli ambienti culturalmente più elevati.

1.b. L’insieme delle conoscenze relative a una particolare disciplina: avere c. letteraria, musicale, artistica; possedere una ricca c. storica, filosofica; c. classica, che riguarda la storia, la civiltà, la letteratura e l’arte dei popoli antichi, soprattutto greci e latini. Con riferimento a più discipline, ma sempre in senso limitativo (come insieme di nozioni, estese ma non approfondite): formarsi, avere una c. generale; ampliare la propria cultura. Nel linguaggio socio-politico, diffondere la c. nel popolo, nelle masse, frasi che esprimono l’esigenza o il programma di una diffusione a livello popolare di un tipo di cultura medio, standardizzato e uniforme, destinato al consumo nel tempo libero ma concepito anche come mezzo di elevazione sociale. In partic., c. di massa, espressione (di origine statunitense) con cui si indica un tipo di cultura medio, diffuso dai moderni mezzi di comunicazione di massa – stampa, radio, televisione, cinema, ecc. – prodotto con scopi prevalentemente commerciali e di intrattenimento, standardizzato e uniforme, destinato al consumo nel tempo libero ma concepito anche come mezzo di innalzamento sociale di larghi strati popolari tradizionalmente esclusi dalla fruizione dei beni culturali.

1.c. Complesso di conoscenze, competenze o credenze (o anche soltanto particolari elementi e settori di esso), proprie di un’età, di una classe o categoria sociale, di un ambiente: c. contadina, c. urbana, c. industriale; la c. scritta e la c. orale; le due c., quella umanistica e quella scientifica, soprattutto in quanto si voglia (o si volesse in passato) rilevare insensibilità e ignoranza negli scienziati per i problemi umani e negli intellettuali per i concetti e i problemi della scienza.

1.d. Complesso delle istituzioni sociali, politiche ed economiche, delle attività artistiche, delle manifestazioni spirituali e religiose, che caratterizzano la vita di una determinata società in un dato momento storico: la c. italiana del Quattrocento; la c. illuministica o dell’illuminismo; la storia della c. di un popolo.

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Il termine cultura deriva dal verbo latino colere, “coltivare”. L’utilizzo di tale termine è stato poi esteso a quei comportamenti che imponevano una “cura verso gli dei”, da cui il termine “culto” e a indicare un insieme di conoscenze. Non c’è univocità degli autori sulla definizione generale di cultura anche nella traduzione in altre lingue ed a seconda dei periodi storici, grosso modo oggi è intesa come un sistema di saperi, opinioni, credenze, costumi e comportamenti che caratterizzano un gruppo umano particolare; un’eredità storica che nel suo insieme definisce i rapporti all’interno di quel gruppo sociale e quelli con il mondo esterno.

Descrizione

Il concetto moderno si può intendere come quell’insieme di conoscenze e di pratiche acquisite che vengono trasmesse di generazione in generazione.

Tuttavia il termine cultura nella lingua italiana denota più significati di diversa interpretazione:

– Una concezione pragmatica (Positivismo/utilitarismo) presenta la cultura come formazione individuale, volta all’esercizio di acquisizione di conoscenze “pratiche”. In tale accezione essa assume una valenza quantitativa, per la quale una persona può essere più o meno colta (pseudo-saperi);
– Una concezione (antropologia/etica) metafisica presenta la cultura come un processo di sedimentazione dell’insieme patrimoniale delle esperienze condivise da ciascuno dei membri (Morale/Valori), delle relative società di appartenenza (Sociologia/Istituzioni), dei codici comportamentali condivisi (morale/costumi), del senso etico del fine collettivo (Escatologia/Idealismo), e di una visione identitaria storicamente determinata (antropologia identitaria/etnicità), come espressione ecosistemica di una tra le multiformi varietà di gruppi umani e civiltà nel mondo. Concerne sia l’individuo, che i grandi gruppi umani (sociologia/collettività), di cui egli è parte. In questo senso il concetto è ovviamente declinabile al singolare, riconoscendosi ciascun individuo quale membro “di diritto”, del gruppo etno-culturale di appartenenza etno-identitaria, nonché nel “patto di adesione sociale” e nelle sue regole etiche ed istituzionali volte al fine della “autoconservazione” del gruppo etnico stesso.
– Una concezione di senso comune è, inoltre, il potere intellettuale o “status”, che vede la cultura come luogo privilegiato dei “saperi” locali e globali, tipico, delle istituzioni “superiori”, come le “conoscenze specializzate” (scienza/tecnologia), la politica (parlamento/partiti), l’arte (spettacolo/rappresentazione), l’informazione (media/comunicazione), la interpretazione storica degli eventi (storia/ideologie), ma anche la influenza sui fenomeni di costume (società/modelli), di (musica/mistica ed esoterismo) e sugli orientamenti (Filosofia/Credenze religiose), delle diverse popolazioni, fino a livelli di misura planetaria.
– Una concezione di tipo istituzionale (educazione/pedagogia), che vede la cultura come strumento di formazione di base e di preparazione al lavoro nell’ordine di una società economica, meritocratica e delle competenze remunerabili;

Estensione del termine

Esistono diversi significati del concetto di cultura:

Secondo una concezione classica la cultura consiste nel processo di sviluppo e mobilitazione delle facoltà umane che è facilitato dall’assimilazione del lavoro di autori e artisti importanti e legato al carattere di progresso dell’età moderna.
Secondo una concezione antropologica la cultura – o civiltà – presa nel suo più ampio significato etnologico è “quell’insieme complesso che include il sapere, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume, e ogni altra competenza e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società” secondo la nota definizione dell’antropologo inglese Edward Tylor:

«La cultura, o civiltà, intesa nel suo senso etnografico più ampio, è quell’insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società.»
(Tylor, Primitive Culture, Vol 1. Capitolo 1, 1871)

Negli anni, la definizione antropologica di Cultura è molto cambiata, secondo l’antropologo Ulf Hannerz, “una cultura è una struttura di significato che viaggia su reti di comunicazione non localizzate in singoli territori”.

La definizione dell’Unesco considera la cultura come “una serie di caratteristiche specifiche di una società o di un gruppo sociale in termini spirituali, materiali, intellettuali o emozionali”.

L’uso popolare della parola cultura in molte società occidentali può riflettere semplicemente il carattere stratificato di queste società: molti usano questa parola per designare i beni di consumo, e attività come ad esempio la cucina, l’arte o la musica. Altri usano il termine di “cultura alta” per distinguere quest’ultima da una presunta “cultura bassa”, intendendo con quest’ultima l’insieme dei beni di consumo che non appartengono all’élite.

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