Armonia

Glossario – Armonia

 

Etimo secondo TPS

 

Dal latino harmonia, derivato dal greco armonìa, collegamento, proporzione. Radice indoeuropea *AR-/*OR-/*UR-, che indica movimento verso, unire, aderire. Idea sintetica di “muovere”, “lavorare”, “adattare”, “attaccare”, per esprimere l’ idea del movimento per unire. E’ radice così importante da dare nome al popolo indoeuropeo o “ariano”: “che si muove verso l’unione”. Dalla stessa radice nasce una scala di parole, ognuna pregna di significato, colorata da un Raggio o qualità energetica:

  1. Origine: dal latino orior, nasco; il prefisso tedesco UR, che si appone per denotare principio, provenienza; gerarchia: dal greco ieròs (sacro) – archia (governo); alto;
  2. Orizzonte: greco orizo, mi muovo fino al limite, unione tra cielo e terra; oros, montagna (terreno che si eleva);
  3. Oriente: latino oriens, la parte del cielo da cui sorge il sole; oriri, sorgere; architetto;
  4. Armonia, Arte, aritmetica: latino ars; arithmetica;
  5. Arare: latino aro, fendere il suolo, il primo lavoro dell’uomo perché la terra dia frutto; il tedesco arbeit, lavoro; il sanscrito aritras: remo, che fende le onde; elemento, associato alla ricerca filosofica dell’elemento originario e alla tavola periodica degli elementi;
  6. Ara, altare: latino ara; orare, pregare;
  7. Ordine: latino ordo.

Osserviamo fuggevolmente ancora in altre lingue: inglese: to rear, alzare, run, correre; tedesco: reisen, viaggiare.

E’ possibile, ma non certo, perché lo studio dei nomi propri è meno verificabile di quelli comuni, che il nome di Arjuna, l’eroe con l’arco, sia collegato a questa radice e ci viene raccontato che per unire la terraferma ad un’isola, costruì un ponte di frecce sopra il mare.

 

Armonia indica la perfetta concordanza

 

  Nel Lambdoma Generatore la definizione è: L’Armonia è la Gloria perfetta (7.4)


Treccani

 

[Dizionario di filosofia (2009)]

armonia Dal gr. ἁρµονία «unione», «proporzione», «accordo». Concordanza tra elementi diversi che provoca piacere e, in senso più specifico, concordanza di suoni o assonanza di voci.

L’idea di armonia nel mondo antico. Secondo la tradizione, è Pitagora a scoprire la progressione armonica delle note, notando come la divisione di una corda tesa in base a numeri interi consecutivi dia luogo a suoni consonanti, ossia piacevoli. Lo stesso accade ai corpi celesti, poiché la distanza tra i pianeti e la loro diversa velocità di rotazione determinano diversi suoni, non percepibili dall’orecchio umano. Si viene così a stabilire una relazione fondamentale tra a. cosmologica, musica e matematica. A Eraclito si deve una seconda concezione di a., l’unificazione della diversità attraverso la concordanza di elementi in sé discordanti, cioè dalla contrapposizione di elementi contrari. Dalla integrazione di queste teorie, dall’idea di simmetria armonica e da quella di proporzionalità tra parti differenti, scaturisce l’equilibrio che è alla base dell’arte greca classica, così come della teoria medica. La medicina greca si inserisce infatti in un naturalismo filosofico che regola il macrocosmo (Universo) e il microcosmo (corpo umano). Così per Ippocrate, come per Galeno, la malattia, in quanto squilibrio tra l’ambiente e il corpo e, nel corpo, tra gli umori, si cura ristabilendo l’armonia. Dal punto di vista strettamente filosofico, sarà Platone a riprendere le riflessioni pitagoriche costruendo, nel Timeo, una nuova cosmogonia basata sull’anima del mondo, intesa come principio del movimento ordinato dell’Universo. Anche in questo caso sono i rapporti numerici, elemento fondante dell’anima del mondo e dell’uomo, che garantiscono la bellezza, l’ordine e la misura del cosmo.

La concezione medievale e rinascimentale. Grazie al Commento di Calcidio al Timeo, l’idea platonica passa al Medioevo, insieme alla concezione musicale, trasmessa da Agostino e Boezio, a alla teoria pitagorica dell’a. delle sfere, attraverso Cicerone e Quintiliano. Grazie a questa molteplicità di fonti, Agostino può utilizzare il concetto di a. come ordine immesso da Dio nel creato, ordine che l’intelletto umano può ripercorrere attraverso lo studio delle arti liberali. All’interno di queste si colloca la musica, che lungo tutto il Medioevo mantiene un posto importante, come è testimoniato anche dalla identificazione tra la musica celeste e i cori angelici e dal ruolo che il canto assume nella liturgia cattolica. L’interpretazione di Eriugena dello pseudo-Dionigi trasmette una visione affine, secondo la quale dall’a. del cosmo deriva la sua bellezza, basata sulla consonanza tra elementi diversi. Se si volesse però riassumere l’idea medievale di a., si potrebbe prendere come paradigmatica la sintesi di Tommaso d’Aquino: secondo l’Aquinate il termine si applica in senso proprio ai suoni, ma il significato viene esteso a indicare ogni debita proporzione o disposizione delle parti, in particolare rispetto all’a. degli elementi nei corpi e, infine, riguardo all’ordine universale che deriva da Dio. La linea platonica e neoplatonica si mantiene anche nel Rinascimento e si inserisce nel contesto della scienza moderna. Mentre Keplero riprende la teoria dell’a. delle sfere e della musica che producono, cercando addirittura di tradurre la velocità dei pianeti in brani musicali, l’a. estetica come proporzione matematica permane negli studi di Leonardo e Dürer.

Il concetto moderno. Il meccanicismo della filosofia moderna contribuisce a rimodellare il concetto di a., mentre si spezza l’unità tra macrocosmo e microcosmo. Tutti gli sforzi del razionalismo saranno indirizzati a ricostruire l’unità nell’uomo e tra uomo e mondo, come farà Leibniz attraverso il concetto di a. prestabilita. Successivamente la scienza moderna ha tentato in vari modi di recuperare il significato di a. perso dalla prospettiva filosofica, per es., nella teoria dei frattali, che cerca di descrivere la complessità armonica del mondo reale.

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[Enciclopedia Italiana (1929)]

di Carlo TAGLIAVINI – Giulio BAS

ARMONIA (fr. harmonie; sp. armonía; ted. Harmonie; ingl. harmony). – È una delle due inseparabili manifestazioni della tonalità, cioè dell’ordine dei rapporti fra suoni di varia altezza. Quando i suoni si combinano simultaneamente, ha luogo l’armonia; invece quando si combinano in successione, ha luogo la melodia (v. ritmo, tonalità, melodia). Per ciò l’armonia è la scienza delle combinazioni musicali simultanee. C’è chi vi scorge i suoni combinati in ordine di spazio, ovvero di combinazione verticale, mentre nella melodia i suoni si presentano in ordine di tempo, o di combinazione orizzontale. In pratica, spesso, armonia vale accordo (v.) ossia singola combinazione di suoni contemporanei.

Cenni storici sulla pratica armonica. – Il primo concetto d’armonia fu quello d’ordine, di buona logica. Così l’intesero gli Assiro-babilonesi – padri dell’astrologia – con la loro armonia delle sfere che passò in Egitto, in Grecia, e attraverso il Medioevo fino ai nostri giorni (J. M. Hauer, Sphärenmusik). Tra l’ordine degli astri e quello dei suoni s’istituirono rapporti d’analogia. Pei Greci a monia equivalse a modo o scala modale.

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Wikipedia

Armoniche

ipertoni armonici

 

L’armonia è il ramo della teoria musicale che studia la sovrapposizione dei suoni (accordi), la loro reciproca concatenazione e la loro funzione all’interno della tonalità.

Cenni storici

Per gli antichi greci, armonia significava gamma e logica successione di suoni, mentre nel medioevo diviene la combinazione di suoni concomitanti e in qualche modo affini. L’armonia come disciplina autonoma nasce con Jean-Philippe Rameau (Traité de l’harmonie, 1722) il quale pone le basi della teoria dei rivolti e dei gradi armonici. La concezione illuministica di Rameau si scontrò già all’epoca con quella empirista della scuola del basso continuo, ponendo così le basi per una secolare diatriba tra l’armonia vista come scienza o come arte.

Lo studio dell’armonia si basa essenzialmente su di un’analisi approfondita della musica vocale antica, e molte delle regole fondamentali dell’armonia così chiamata classica derivano dalla possibilità esecutiva vocale di un determinato passaggio o intervallo.

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