La Prassi del Cuore (2^ parte)

Pubblichiamo la seconda ed ultima parte de “La Prassi del Cuore”. Per la prima parte vedi: La Prassi del Cuore (1^ parte).

5 – Il Cuore tra Ricerca ed Azione

L’individuo risvegliato che ha intrapreso il Sentiero avanza nonostante il dissidio interiore corrodente e invalidante: il Cuore vorrebbe affidarsi placato ma la Ragione richiede la convinzione della Mente.

In questa fase egli valuta attentamente credenze e valori ed è vigile nella ricerca della Verità; grandi ricercatori spirituali ce ne danno testimonianza:

 “…possa io tener lontano da me non solo la consuetudine di credere, instillata da maestri e genitori, ma anche quel senso comune che in molti casi e luoghi (per quanto ho potuto giudicare io stesso) appare colpevole di inganno e di raggiro; possa io tenerli lontani in maniera da non affermare mai nulla, nel campo della Filosofia, sconsideratamente e senza ragione; e siano per me ugualmente dubbie tutte le cose, tanto quelle che sono reputate astrusissime e assurde, quanto quelle che sono considerate le più certe ed evidenti, tutte le volte che vengono messe in discussione”
(Giordano Bruno, Epistola dedicatoria a Rodolfo II, in Articuli adversus mathematicos) 

Poiché Dio, se esiste, è nascosto, come dimostra la nostra esperienza e la storia dell’umanità, ogni religione che non cominci riconoscendo questo nascondimento non può essere vera“.
(Blaise Pascal)

 Anche l’azione si perde energia e determinazione: non ci si può dedicare “con ardore”, con sforzo, con sacrificio, con amore, ad un’Opera senza sentirla come “piena di verità”, carica di senso, utile all’Evoluzione. Ad alcuni fa paura o sembra ingenuamente illogico e infantilmente “romantico” puntare, come in un gioco rischioso, la cosa più importante che possiedono, la propria energia, su una probabilità di Bene, per pochi o per molti, o sul “male minore”.

Julius Evola descrive con sensibilità tali oscillazioni della coscienza ancora in bilico tra il dubbio che porta all’abbandono delle “fedi” e alla conseguente angoscia esistenziale, e la scelta definitiva dell’anima matura che si volge infine con determinazione alla Ricerca:

Nella vita di alcuni uomini vi sono momenti, in cui essi sentono vacillare tutte le loro certezze, venir meno tutte le loro luci, tacere le voci delle passioni e degli affetti e di quanto altro animava e muoveva la loro esistenza. Ricondotto al proprio centro, l’individuo avverte allora a nudo il problema di ogni problema: chi sono io? Sorge allora, quasi sempre, anche il senso che tutto ciò che si fa non solo nella vita ordinaria, ma altresì nel campo della cultura, in fondo serve solo per distrarsi, per crearsi la parvenza di uno scopo, per avere qualcosa che permetta di non pensare profondamente, per velare a se stessi l’oscurità centrale e per sottrarsi all’angoscia esistenziale. In alcuni casi una crisi del genere può avere un esito catastrofico (…)

Altri, però, tengono fermo. Qualcosa di nuovo e di irrevocabile si è determinato nella loro vita. Intendono spezzare il circolo chiusosi attorno a loro. Essi si staccano dalle fedi, si staccano dalle speranze. Vogliono dissipare la nebbia, aprirsi una via. Conoscenza di sé, ed in sé, dell’Essere – ciò, essi cercano”.
(Julius Evola, Introduzione alle monografie di Ur)

Infine, quando il contatto con l’Anima si stabilizza, il più elevato stato di coscienza che ne deriva evoca l’azione lucida e chiara, originata dalla purezza del Cuore, priva di dubbi “paludosi”; essa genera, senza sforzo:

  • un “fare” consapevole, intuitivo, rapido e attento (“si sa e si fa”);
  • una virtù umile e poco decantata, ma forte e vittoriosa: la Coerenza;
  • una maggiore apertura di cuore e il senso di una “Fratellanza del Cuore” non più teorica ma “vivente”;
  • un senso gioioso del “dare” e del Sacrificio che appaiono come le uniche alternative di vivere e di operare luminose e cariche di Senso.

Si comprende anche con chiarezza che chi davvero ama non si limita a discettare di Fratellanza e di Amore ma agisce in Cooperazione e con pronta amorevolezza:

“Vorrei vedere la cooperazione non scritta sulla carta e nelle assicurazioni verbali, ma nell’azione. È ben fatto non parlare dell’Amore, ma mostrarlo negli atti.”
(A.Y. Illuminazione 284)

Ogni Azione appare allora, inequivocabilmente, governata dalla Saggezza (Legge della Comprensione Amorevole– 2° raggio dell’Amore e Saggezza):

“L’energia dell’Amore nella Mente produce una giusta comprensione o Saggezza”.               
(L. Cedercrans, Il Pensiero creativo)

 

6 – La Prassi del Cuore

Affinché la Visione intravista non rimanga una sterile acquisizione di conoscenze “più interiori” ma divenga “materia vivente” e occasione di condivisione, essa si manifesterà pertanto in Prassi.

Ogni aspirante è chiamato quotidianamente a impregnare il lavoro e la vita di relazione della sua interiorizzata concezione più ampia e sottile della realtà.

La convinzione del Cuore, così come il “dire”, per essere coerente, dovrà essere tradotto in “fare”.

Il “vedere di più” dell’aspirante si tradurrà, così, in un “operare di più” e “con più cuore”,  concretizzando continuamente la visione, rendendola  esplicita ed esemplare   nella prassi,  talvolta necessariamente diluendola  per adattarla ai diversi livelli di comprensione e di evoluzione.

La prassi può riguardare un “fare “ quotidiano e routinario, volto all’immediato, che ha certamente anch’esso le sue implicazioni di Luce e di progresso, o può assumere contenuti e valori più alti, divenire, cioè, un “fare profetico” volto all’Utile dell’umanità, al maggior Bene per tutti; pensiamo alle azioni di riformatori sociali e religiosi,  utopisti, scienziati dotati d’intuizione, letterati di genio, poeti (da “poièo”, faccio):

“Ecco la vera gioia della vita: venir usato per uno scopo di cui voi stessi riconoscete il valore. Essere una forza della natura, invece di un piccolo agglomerato di fibre, eccitato ed egoista, pieno di disagi e lamentele, che brontola per il fatto che il mondo non si dedica abbastanza alla causa della sua felicità. Io sono dell’opinione che la mia vita appartiene a tutta la comunità e, fin quando vivo, è un mio privilegio fare per la comunità tutto quello che posso. Voglio essere utilizzato totalmente fin quando morirò”.
(George Bernard Shaw)

In tale elevata Visione, il fare sarà più attentamente valutato dai partecipanti all’azione ed esaminato da vari punti di vista: dell’efficacia, dell’etica, delle relazioni implicate,  del lavoro richiesto.

Una Prassi “convincente” per essere tale dovrà:

  • proporre un chiaro  progetto delle attività;
  • manifestare il fine e le “fonti” ideali del progetto;
  • proporre la condivisione del progetto ad altri, seriamente motivati;
  • condividere l’impiego di tempo, di energie e di impegno con gli altri, ciascuno secondo le proprie capacità e possibilità;
  • dare e richiedere chiarezza e trasparenza per quanto riguarda:
  • 1) gli obiettivi, che dovranno essere razionali e comprensibili
  • 2) le tappe per realizzarli
  • 3) le procedure
  • 4) la funzione e il ruolo di ciascuno
  • 5)le modalità di relazioni tra gli individui

Venendo meno i requisiti di base, si rischia che il fare si riduca a velleitarismo precario, episodico e/o gregario determinando disorientamento, delusione, difficoltà di condivisione e la sensazione di “essere venuti meno a se stessi” per aderire a qualcosa di esterno e/o di poco chiaro e/o che non si è pronti a comprendere.

Ma quando la Luce appare inequivocabilmente, Umiltà e Amore accompagneranno l’individuo risvegliato nel Servizio e nel lavoro di trasmutazione nei tre piani dell’impegno umano, fisico-eterico, astrale-emotivo, mentale superiore-spirituale (Legge di Trasmutazione, Quarto Raggio dell’Armonia tramite il conflitto):

“L’irradiazione d’Amore nei tre piani dell’impegno umano tramuta l’oscurità in luce, l’ignoranza in saggezza, la discordia in Armonia”
(L. Cedercrans, Il Pensiero creativo)

Anche l’insuccesso sarà allora concepito come parte utile del processo, poiché nulla dello sforzo umano va sprecato ed ogni pensiero e azione risuona per l’eternità e continua a creare nell’Infinito:

“A chiunque lavora con serietà accade talvolta che tutta l’opera sua pare sprofondare in un abisso senza fondo ed egli subisce in ispirito una fatalità pericolosissima. Se egli è debole percepisce quel baratro e si deprime, ma se è forte vi riconosce il tocco dell’Infinito.[…]
Tutte le fonti del lavoro si moltiplicano nello spazio. Ciò che si crea non va perduto ma sparge attorno i semi di innumerevoli forme visibili”.
(A. Y. Fratellanza, 277)

 

7 – Il “divino Adeguamento”

Il principale Lavoro da compiere è pertanto quello di riportare pensieri e azioni al primitivo splendore delle Idee archetipiche originate dalla Mente divina per poterle poi “materializzare” sulla Terra.

Ciò può avvenire rifiutandosi di lasciarsi  influenzare dalle forme degradate che ci circondano e, attraverso costanti “divini adeguamenti”, elevando costantemente, con un atto di volontà focalizzato nella Mente ed alimentato dal Fuoco del Cuore, le realtà grevi e banalizzate dall’uso improprio, all’originario superiore Progetto.

Il Cuore, che muove al Servizio, risplende se interiormente illuminato da un reale interesse per il mondo, interiore ed esteriore, dei fratelli.

Robert Greenleaf afferma che la vera leadership è quella che sceglie di servire prima ancora di diventare leader. La discriminante che fa la differenza tra un leader-servitore e un leader comunemente inteso, secondo il filosofo americano, riguarda dove è posto l’accento: il leader-servitore sceglie prima di servire, e poi di rivestire consapevolmente  il ruolo di leader. Altri scelgono invece di servire solo una volta che la loro posizione di leadership è assicurata.

La tensione alla spiritualizzazione del reale e al suo adeguarsi ai modelli divini non può che esprimersi in ognuno dei piani in cui si svolge la vita degli uomini. Si manifesterà pertanto sul piano mentale come Pensiero focalizzato nell’Amore; su quello emotivo come verità e ampiezza del Sentire; su quello fisico-eterico come prontezza dell’Azione di prossimitività sostenitiva.

Osservando con coraggio e verità il piccolo sé e al tempo stesso oscurandolo, promuoveremo le qualità del Cuore, che potrà così svolgere la sua funzione di catalizzatore di Luce:

“Senza capirlo chiaramente, l’uomo costruisce la propria via ispirato dai modelli celesti, che nella discesa si deformano e guastano, ma provengono dalle alture. La gran parte delle strutture mentali, quando giungono all’uomo, sono ormai degradate e si accompagnano ad altre, parimenti desolate, formando cumuli di pensiero banale, greve e torbido. […]

Il cuore sa come e cosa rispondere, non appena le vibrazioni alterne della ragione si sono chetate. Si ricorda che due sono le grandi vie, da ciascuna delle quali escono diramazioni che le collegano:
1) Obliare il sé minore.
2) Osservarlo con grande attenzione.
La prima e la seconda strada sono da percorrere in simultanea”
(E. Savoini)

Il mondo sembra arrendersi all’Ombra che produce disordine, inattività, competizione, ma, al di là delle apparenze, è il Regno del Cuore che infine dovrà stabilirsi sulla Terra affinché quanto intravisto dalle Menti più ispirate e quanto indicato dai Maestri possa avverarsi:

“La crisi odierna è gravissima, ma prelude a un futuro di grande splendore, mai visto prima nel mondo. Se i cuori resisteranno in quest’ora di tenebra gelida, la nuova Cultura li leverà alti nel Cielo.” […]

Tutto il lavoro può essere inteso come una battaglia contro il disordine, l’ozio,  l’inerzia, l’oscurità.” […]              

“Le sue (del Servitore) risorse sono illimitate. Oggi soprattutto deveavversare quelle forze, che appaiono trionfanti, che lo presentano come un castigo, come odiosa e immeritata maledizione.”
(E. Savoini)

E’ il Cuore infatti che, precedendo la Ragione, si apre alle Idee e si rende sensibile al Nuovo:

“Già si accendono lumi di nuove visioni, non ancora comprese e decifrate dalla ragione ma già vive nei cuori.”
(E. Savoini)

E’ sempre il Cuore che tempra il discepolo per l’Ascesa alla Vetta intravista:

“Per salire ai sacri pianori della Gerarchia bisogna inerpicarsi per sentieri aspri, selvaggi e pericolosi, armati delle qualità necessarie, che sono sempre presenti nei veri discepoli […] Quella Cima, se vista in tal modo, lo attira a sé, prima o poi, per questa o quella via. Ciò che veramente si ama entra nel cuore, perché l’amore distrugge i confini fra le cose, le lontananze e il senso del tempo.”
(E. Savoini)

Il Servitore ha “visione del cielo”, è potente, coraggioso, organizzato, e con il suo esempio “accenderà catene di cuori”:

Il nuovo Operaio ha la visione del Cielo. Rifiuta l’odio, rispetta tutte le forme del suo servizio, si dedica alla causa del Bene comune. Ecco un seme che germinerà lentamente, ma con tale potenza da spaccare la roccia.

Una figura nuova compare sulla scena del mondo: il Volontario del lavoro. Presto non sarà più isolato e raro come ora, ma organizzato, preparato, vincente. Il vigore sorridente del suo esempio accenderà catene di cuori.

Ed è infine dal Lavoro svolto nel Cuore e con il Cuore che prorompe la Gioia:

“Dal vero lavoro sprizza la gioia, che è la paga dell’Operaio.”
(E. Savoini)

 

8 – Il Servitore

Il Servitore della Nuova Era:

– avverte l’Unità come Via in cui procedere e al tempo stesso Meta della Realizzazione;

– lavora per conoscere, padroneggiare e trasformare se stesso al fine di migliorare i suoi strumenti per poter meglio Servire; 

–  dissolve nel Fuoco del Cuore separativismi, competitività, formalità, rancori, ostilità; 

– sente il Compito sacro di utilizzare le proprie ‘qualità di luce’ nel mondo dello sforzo umano;

– manifesta, nel dire e nell’agire,Coraggio e Amore per la Verità, qualità guida per i rapporti, con se stessi e con gli altri;

– usa il linguaggio con chiarezza come strumento di autentica volontà di comunicazione e specchio limpido dell’interiore;

– favorisce il fiorire di Creatività e Libertà interiore nei singoli e nelle Comunità umane;

– aspira a realizzare Sintesi e Coerenza, sentite come le “qualità di Unità” dell’anima matura, ineludibili per l’avanzamento sul Sentiero; 

– sente intensamente che Cooperazione e Condivisione sono elementi essenziali del Lavoro di Gruppo;

– sa che “dando si riceve” e che in tal modo si innesca un circuito di Energia e di Grazia;

– vive le relazioni umane con un senso di sacra Responsabilità, empatica, curativa ed amorevole;

– travalica i limiti angusti dell’ego e “osa nell’Amore” disinteressato ed espanso, saggio e lungimirante;

– sente profondamente il dolore del mondo e l’urgenza di un ‘fare’ intelligente ed amorevole, sostenuto dalla meditazione costante del Cuore;

– aspira ad avvicinarsi attraverso il Servizio alla Comprensione del Bene supremo per per il maggior numero e successivamente, attraverso successivi ampliamenti di coscienza, per l’Umanità intera;

– orienta la sua aspirazione, oltre che a raggiungimenti interiori, anche a Opere e Progetti concreti, che siano manifestazioni visibili utili a ulteriori ispirazioni e conseguimenti;

– ha la volontà ardente di offrire il suo Cuore e la sua Mente all’instaurazione del Piano divino sulla Terra;

– coopera, con ogni mezzo, interiormente ed esteriormente, senza aspettative e con purezza di Cuore, all’Opera sacra comune di Evoluzione della Coscienza;

– lavora gioiosamente affinché i gruppi spirituali diventino “Gruppi di Servizio” in ogni piano della vita per instaurare ‘i nuovi cieli e la nuova Terra’;

– è gioioso testimone vivente dell’evidenza che il Servizio disinteressato svolto in contatto con l’anima conduce individui e gruppi umani alla Consapevolezza dell’Unità. 

Che così sia


Nota: Questo articolo viene pubblicato in occasione della congiunzione eliocentrica fra Mercurio e Giove

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