Il ciclo della precessione degli equinozi

In queste pagine di TPS si attribuisce la Causalità degli eventi planetari ai segni del Cielo e alle loro valenze astrosofiche.

Assunta tale ipotesi di indagine e di lavoro, se si vuol comprendere la natura degli eventi planetari in senso causale, non si può mancare di considerare, tra i moti e cicli planetari, il ciclo detto di precessione degli equinozi, perché costituisce la qualità di base della quale la manifestazione è intrisa a intervalli di circa 2000 anni.

Come sappiamo, il nostro pianeta ha un asse di rotazione, stabilmente orientato verso un punto nel cielo che attualmente è la Stella Polare nella costellazione dell’Orsa Minore. Questo asse non è semplicemente un fattore geometrico, come si direbbe ordinariamente. Se si riconosce che tutto nello Spazio è vivente e dotato di qualità, cioè di funzioni che esprimono altrettanti principi, si può far corrispondere l’asse alla spina dorsale del pianeta, a quel canale che ne incarna e distribuisce la volontà lungo una precisa direzione, perno o cardine della spirale rotatoria del pianeta.

Questo puntamento stabile dell’asse polare è tuttavia relativo. In realtà, come si è già precesionevidenziato elencando la gerarchia dei cicli, anche tale direzione dei poli compie un moto rotatorio, compiendo un giro in circa 25-26.000 anni: l’asse terrestre compie un movimento conico, come fa una trottola che sta perdendo velocità. Questo significa che la direzione del nord o del sud indicata dall’asse cambia nel lungo periodo.

La Dottrina Segreta (Vol II – Antropogenesi) indica altresì che gli antichi astronomi/astrologi esoterici Indù conoscevano la migrazione dei poli di 4° ogni ciclo precessionale, in modo che ogni milione di anni circa i poli invertivano la loro posizione: vi fu un tempo (e vi sarà ancora in un futuro lontano) in cui l’asse polare giaceva sul piano di rivoluzione planetaria dell’eclittica, e quindi il Sole apparente trascorreva nella Ruota annuale zodiacale sul meridiano locale, da nord a sud (invece che sull’asse est-ovest come ora).

La grande Legge della Periodicità ci insegna la mobilità e la progressiva profondità delle nostre valutazioni, anche astronomiche.

Ritornando alla “Fonte e Meta cosmica” del Volere planetario: in passato, ai tempi degli Egizi, l’asse polare puntava verso la stella Alfa Draconis; in futuro, tra circa 13.700 anni, sarà ad esempio la brillante Vega la nuova stella direttiva.

Cambiamento del polo nord celeste che si verifica nel corso di un anno platonico in seguito a un ciclo completo della precessione degli equinozi.

Cambiamento del polo nord celeste che si verifica nel corso di un anno platonico in seguito a un ciclo completo della precessione degli equinozi.

La conseguenza di questo moto è la precessione degli equinozi. La proiezione dell’asse terrestre sull’eclittica determina i solstizi, i giorni di massima o minima luce, mentre la sua perpendicolare costituisce la linea degli equinozi, i giorni del massimo equilibrio tra giorno e notte, tra luce e ombra. Se l’asse si sposta, si spostano anche tutti e quattro i cardini del ciclo. Ogni anno l’equinozio anticipa (ossia precede) di un poco la propria posizione. Ogni circa 72 anni si perde un grado; quindi, approssimativamente ogni 2160 anni si cambia Segno, per ritrovare la rivoluzione completa attorno allo zodiaco in circa 26.000 anni[1]: è l’anno cosiddetto platonico o delle Pleiadi.

precessione6-1

Questo è il ciclo che evidenzia l’attuale scollamento tra segno e costellazione, tra astrologia e astronomia. Durante l’equinozio o primo giorno di primavera (di autunno per l’emisfero sud) noi diciamo che il sole è in Aries. In realtà, in tale data equinoziale, dalla Terra lo si vedeva nella corrispondente costellazione attorno al 2°-1° millennio a. C. Ora, in quello stesso istante, lo vediamo sempre di più lasciare le stelle dei Pesci e sorgere nella regione dell’Acquario, spostato dunque di diversi gradi (circa 30° in termini astronomici, ma di due segni in termini di qualità astrologica: Aries→Pisces→Aquarius).

In una Settimana solare, che abbraccia come abbiamo visto circa 6000 anni, questo ciclo incide in maniera determinante, costituendo la qualità di fondo dell’energia spaziale entro la quale si modellano tutti gli eventi terrestri, determinata appunto dalle stelle traguardate dal punto di inizio della manifestazione, il cardine equinoziale di marzo.

La storia conserva così testimonianze marcate del succedersi delle ere impresse nei loro simboli: il Minotauro e il bue Api nella civiltà cretese e egizia (Toro, Taurus); le sfingi di ariete ancora tra gli Egizi e il capro nella storia ebraica (Ariete, Aries); il pesce del Cristo (Pesci, Pisces) e l’uomo con la brocca in testa che viene annunciato nel racconto evangelico dell’ultima cena, chiaro richiamo al servitore di Aquarius.

Evidenze della sua energia sorgente sono già diffuse e mescolate a quelle “emotive” dell’era tramontante di Pisces: movimenti, ideologie e tendenze tra le più disparate sembrano raccogliersi, a torto o a ragione, sotto questa bandiera comune. Tutti gli eventi terrestri sono immersi in queste acque spaziali nuove e tutto il progetto planetario deve essere, per così dire, aggiornato. Aquarius è il segno del servizio, delle energie di gruppo, della universalizzazione, della comunicazione (via “aria” o eterica), e diffonde energie di quinta qualità o quinto raggio, corrispondenti al piano mentale, alla scienza, ai retti o aurei rapporti. L’uomo dovrà imparare nei prossimi 2000 anni a cooperare intelligentemente, globalmente e scientemente per secondare le energie nuove che il ciclo conduce, e per non subire i contraccolpi di una deriva controcorrente.

L’uomo può vivere coscientemente e armoniosamente sul pianeta e nel cielo.

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Dall’inizio della storia e della Settimana solare tre passaggi di era si sono succeduti. Ogni volta ciò ha richiesto adattamento e innovazione:

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L’esame di questo ciclo, che qui si accenna soltanto, sembra dunque aprire molte porte per la comprensione del Volere e  del nostro Pianeta, o meglio dell’Essere cosciente e intelligente che lo presiede (indicato nei testi esoterici come Logos planetario), Proposito costantemente e progressivamente riformulato in nuove direzioni e progetti evolutivi, e gradualmente attuato tramite la loro precipitazione in eventi e forme sul suo attuale strumento di espressione, la Terra.

L’intera Settimana solare, della quale si è appena inaugurato l’ultimo Giorno di 840 anni (dal 1910), conclusivo e glorioso, si colloca dunque tra le due costellazioni del Toro e dell’Acquario, che ne rappresentano l’alfa e l’omega. Essi tracciano, con le loro direzioni infinite, i due bracci di una Croce che squadra il cerchio dell’orizzonte zodiacale dell’Anno platonico; non solo, l’attuale passaggio dall’era dei Pesci a quella acquariana prevede che la direzione dell’asse vitale dei solstizi sia esattamente convergente alla Direzione tra Sole e Centro galattico, tra le costellazioni dello Scorpione e del Sagittario. E’ dunque un tempo in cui cicli e direzioni cosmici si intrecciano con quelli solari e planetari.

Tempi unici.

Toro e Acquario corrispondono ai due segni di Croce Fissa Taurus e Aquarius, che conducono, sempre secondo l’insegnamento trasmesso dall’Astrologia Esoterica, energie di quarto (Taurus) e di quinto raggio (Aquarius). Queste sono le energie fondamentali dell’Armonia tramite conflitto e della Costruzione aurea, energie di base che sottendono e nutrono tutti gli eventi planetari di questo quarto di giro precessionale (6000-6500 anni), nonché dell’attuale Settimana solare; sono anche i raggi attribuiti al regno umano, e chissà che non si possa supporre un rapporto di causa ed effetto tra le due cose, in quanto tempo propizio per l’evoluzione del regno umano.

In ogni caso, ciò sembra confermare che tutta l’evoluzione dell’attuale genere umano si basa sulla perfetta fusione tra cuore (4) e mente (5), tra arte e scienza, tra illuminazione e servizio, tra centralità e diramazione. Due grandi Iniziati  sembrano incarnare l’essenza dei due Segni: il Buddha, l’Illuminato, richiama la Luce di Taurus, mentre il Cristo, giunto una prima volta come Salvatore (Pisces), è atteso ora ad esemplare il perfetto Servitore universale (Aquarius).

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Lo studio storico dei cicli, per quanto sia ancora embrionale, già rivela il suo grande valore. Tramite i cicli sembra possibile non solo indagare le vere cause della storia, ma, come è immaginabile, rinvenire le tracce del futuro. Da sempre l’uomo ha coltivato questa sana aspirazione, certo in cuor suo che, prima o poi, tutto è dato a chi chiede e cerca con intento puro la verità. Così, con gioia e ardimento, incamminati sulla stessa via, si raccoglie il testimone di quella lunga scia di ricercatori che, attraverso tutte le epoche, ha sostenuto l’evoluzione.[2]


[1] Ricordando che ogni segno ha un’ampiezza di 30°: 72×30 = 2160. 2160×12= 25.920.
[2] Tale articolo è una rielaborazione delle pagine 19-21 del testo Dal tempo lineare al tempo ciclico nella pagina Documenti di TPS. Vedi anche i video relativi nella 7^ Playlist – Ordine nel Canale TPS su You Tube.
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