Unità di Gruppo e Servizio – 1° parte

(sintesi antologica da Alice A. Bailey,  Il Discepolato nella Nuova Era, vol. I)

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 – L’Appello del Piano

Molti uomini rispondono oggi all’appello del Piano divino per la Terra: individui che, talvolta senza nulla sapere di evoluzione spirituale, si dedicano con abnegazione al servizio all’umanità.

Sono spesso molto attivi e utili; psichici sensibili sul piano astrale, e perciò soggetti all’illusione, ma che, comunque, propongono l’idea del Piano, sia pur distorta; discepoli ai primi stadi, spesso troppo preoccupati della loro evoluzione personale e del loro rapporto con il Maestro; discepoli del mondo e iniziati di alto grado, conoscitori del Piano,che operano all’unisono e con efficacia, a causa dell’unità e della forza del gruppo.

E’ necessario, pertanto, creare l’unità del gruppo sui piani mentali e spirituale; le prime qualità da conquistare saranno l’atteggiamento amorevole, la ricerca della verità nei rapporti e il senso di cooperazione; l’unità si baserà sulla mira all’essenziale compito da svolgere, che dovrà essere seriamente perseguito da tutti, e non su dettagli trascurabili, su cui la mente analitica talvolta si sofferma, creando discordanze e ritardi nell’azione.

I gruppi degli Ashram in futuro agiranno all’unisono, e l’unità all’interno di ogni gruppo, alla quale oggi si lavora, è la premessa necessaria affinché ciò si verifichi.

“Ma ricordate che la nota fondamentale per la Loggia non è il conseguimento o il grado, ma gli stabili rapporti, l’unità di pensiero, nonostante la diversità dei metodi, delle azioni e dei compiti, l’amicizia nel senso più puro. La Fratellanza è una comunità di anime sospinte dal desiderio di servire, dall’amore spontaneo, illuminate di pura Luce, devotamente fuse e amalgamate in gruppi di Menti che servono, pervase da una sola Vita. I suoi Membri sono organizzati per eseguire il Piano che coscientemente percepiscono e a cui deliberatamente collaborano”. [1]

Caratteristica indispensabile è la sincerità nei rapporti, che aiuta a correggere i difetti nella personalità e a far emergere la chiara luce dell’anima; ogni appunto a un discepolo, rivolto con benevolenza e impersonalità, evidenzia l’errore, aiuta a correggerlo, purché l’interessato non evada, implicitamente o esplicitamente ogni confronto o si risenta in modo egocentrico dell’indicazione.

E’ l’amore, pertanto, a dover diventare il requisito principale dei membri del gruppo:

“Vigilate con cura i vostri pensieri reciproci, sopprimete immediatamente ogni sospetto, ogni critica e cercate di sostenervi a vicenda, senza deflettere, nella luce dell’amore. Non avete idea della potenza di tale comportamento, che libera dai reciproci legami ed eleva straordinariamente il gruppo.

……..

Avete l’occasione di dimostrarvi l’un l’altro il valore scientifico e il potere dell’amore, considerato come forza della natura. Datevi la pena di comprovarlo. Sprigionerete così l’uno per l’altro ciò che occorre per attuare i cambiamenti potenti e vitali nell’esistenza e nel proposito dei singoli membri. L’amore non è sentimento né emozione, né desiderio o movente egoistico di retta condotta quotidiana. L’amore è la forza che guida i mondi e li conduce all’integrazione, all’unità, e all’inclusività, costringendo la divinità stessa all’azione. E’ difficile da coltivare, tanto è l’egoismo proprio della natura umana; è difficile da applicare alle condizioni di vita, e per esprimerlo vi occorrerà dare il massimo delle vostre capacità e ripudiare le attività egoistiche personali.

I discepoli nel gruppo di un Maestro devono amarsi reciprocamente con intelligenza e forza costante, originando così luce e potere, che un giorno faranno realmente prezioso quel gruppo nel mondo”.[2]

Ciascun discepolo praticherà la lealtà, che costruisce la forza e l’unità del gruppo e si adatterà allo sviluppo comune del gruppo; il proprio progresso personale sarà considerato importante solo rispetto alla crescita complessiva della luce del gruppo. Sentimenti ed aspirazioni personali, in questa prospettiva, perdono la rilevanza che hanno comunemente nel mondo e ne acquistano il ritmo, la nota particolare, il colore e il suono; si ricercano e si effettuano modalità operative che accrescono la consapevolezza e l’unità del gruppo, elevandone  la vibrazione.

E’ necessaria, nel gruppo di lavoro spirituale, anche la discriminazione:

“Occorre anche un’acuta discriminazione. Sono tempi in cui le linee di demarcazione tra le Forze del Materialismo e quelle della Luce vanno chiaramente definite. Mentre si profila netto, sulla Terra, il contrasto tra la via dell’amore e della buona volontà, e la via della crudeltà e dell’odio, i discepoli devono avere un atteggiamento privo di pregiudizi. Questo gruppo ha l’arduo compito di opporsi con fermezza sul piano fisico contro ciò che è distruttivo e odioso (nel vero senso della parola), facendo il possibile per porre fine agli agenti disgregatori e ridurli all’impotenza e, allo stesso tempo, mantenere un interiore atteggiamento di completa innocuità e comprensione amorevole. Poiché, fratelli miei, esistono principi e ideali nel mondo odierno per cui vale la pena di lottare, ma mentre la lotta infuria è necessario creare e mantenere coscientemente quel campo di energia vitale e amorevole che farà da ponte tra le fazioni opposte, e consentirà un futuro contatto. Alcuni di voi non pensano con sufficiente chiarezza ai problemi implicati poiché, indebitamente assorbiti dai segni esteriori della lotta, smarriscono la visione dell’insieme. La duplice vita di opposizione attiva a ciò che tenta di trattenere e distruggere l’umanità e i suoi ideali e – in pari tempo – di saldo atteggiamento amorevole, non è facile per qualcuno di voi. E’ tale oggi l’integrazione umana che non è possibile agli individui né ai gruppi isolarsi dalle attività e dalle condizioni umane. Né un atteggiamento negativo è consono alla soluzione della crisi. Chi rifiuta di condividere il karma e la sofferenza del mondo rallenta inevitabilmente il proprio progresso perché si pone fuori della grande ondata di forza spirituale che rigenera il mondo degli uomini.

Il Sé superiore e la personalità si incontrano faccia a faccia per quella decisione che l’anima (il Sé) attende. Ciò avviene anche a quell’aspirante mondiale che è l’Umanità. Riflettete bene su quest’idea. I membri del Nuovo Gruppo dei Servitori del mondo non possono estraniarsi dalla grave situazione odierna. Non possono e non devono rifugiarsi nella via senza uscita dell’addestramento personale e degli interessi individuali. Se questo è il vostro atteggiamento, poco posso fare per voi, perché ciò mi segala l’incapacità di distinguere i valori, il desiderio di ritrarvi mentalmente da quanto è infelice e spiacevole, di lasciare la responsabilità ad altri, e la mancanza di identificazione con l’umanità.

L’appello per la salvezza del mondo risuona e i discepoli si riuniscono in tutto il mondo, non in senso fisico, ma soggettivo. Ogni Maestro lancia l’appello e molti discepoli in prova, anche se all’estrema periferia della sua influenza, rispondono solleciti, ma i loro moventi sono per lo più misti, e la loro risposta deriva sovente dal desiderio di progresso personale. In questo particolare momento complicano notevolmente l’appello al servizio, ma le loro distorsioni sono il compimento della profezia del Nuovo Testamento per cui (al tempo della fine) la verità del ritorno del Cristo o “Secondo Avvento”, e l’espansione di coscienza cristica saranno molto deformate”.[3]

I discepoli saranno contemplativi e praticheranno la meditazione quotidiana attraverso stadi via via più elevati: concentrazione, allineamento dei corpi (fisico, emotivo, mentale), meditazione, contemplazione.

Per lunghi periodi potrebbe avvenire che non si rilevi nulla di significativo da annotare ma l’esercizio è comunque utile per migliorare le capacità di recezione, imparando a distinguere con chiarezza le percezioni provenienti dal Maestro o dall’anima, spesso così sottili da essere velate o coperte da quelle, più grossolane, così tanto comuni, derivanti da sensazioni astrali o da forme-pensiero egoiche.

I discepoli mireranno a mantenere lo stato contemplativo anche nel mezzo delle attività quotidiane, tenendo così costante il contatto con le forze spirituali (“siate nel mondo ma non siate del mondo”). Tale meditazione stimolerà e rafforzerà l’attività di gruppo, che si esplicherà nel gruppo stesso e si estenderà poi all’umanità.

Il rapporto tra i membri del gruppo sarà telepatico e di aiuto reciproco; si mirerà a:

  • padroneggiare le emozioni e rendere la mente “salda nella luce”, instaurando il dominio dell’anima sul corpo fisico, su quello emotivo e mentale;
  • stimolare le qualità dell’anima (amore, purezza di motivazioni, impersonalità, energia, unità, sacrificio);
  • sviluppare l’Intuizione, necessaria per comprendere i passi successivi da compiere;
  • rafforzare l’integrazione e la vita unitaria del gruppo, basato sul riconoscimento dell’anima;
  • potenziare l’energia dei gruppi della Nuova Era con i quali si svolge un lavoro comune per l’umanità;
  • motivare, intensificare e rendere sempre più efficace l’attività di gruppo al servizio del mondo.

“Non crediate che il particolare compito assegnatovi sia il fattore di maggiore interesse. Non sono lo sviluppo dell’intuizione, o il potere di guarire, o l’efficienza telepatica che più importano. Quel che conta per la Gerarchia nell’attività degli Ashram è lo stabilirsi soggettivo di collaborazione e rapporti di gruppi talmente potenti che ne nasca l’embrione dell’unità del mondo”.[4]


[1] Il Discepolato nella Nuova Era, I
[2] Il Discepolato nella Nuova Era, I
[3] Il Discepolato nella Nuova Era, I
[4] Il Discepolato nella Nuova Era, I
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