L’era della Comunicazione

Al momento Sole-Vulcano si trova nella 6^qualità di Sagittarius che, fino al termine dell’era di Aquarius, è il Segno che principalmente trasmette il 6° Raggio, dando vita ad un modo di agire che si dirige verso un punto preciso.1

In questa qualità si rivela la volontà di giungere a un nuovo modello di Comunicazione che sia adeguato alla tanto attesa nuova cultura e civiltà, manifestando un nuovo campo d’indagine che era invisibile all’inizio: la meta consiste sempre nell’avere lo sguardo concentrato su quella successiva.

La sesta qualità, pertanto, manifesta l’idealismo, cioè la capacità di cogliere la visione e dirigersi verso di essa sulla direzione del Vero che insegna l’Unità.

Plutarco diceva ‘Se sai ascoltare, impari anche da chi parla male ’ e intendeva far comprendere che comunicare bene vuol dire soprattutto saper ascoltare e capire che si può imparare qualcosa di importante anche dalle cose e dalle persone in apparenza poco importanti e superficiali.

Non ci si può mai illudere di aver imparato abbastanza, di non aver più nulla da apprendere, perché la sete di esplorare, di scoprire sempre qualcosa di nuovo è insita nella natura umana, quindi l’uomo che naturalmente tende a coltivare sia la sua dimensione privata e individuale, sia quella collettiva che lo colloca in un contesto sociale, deve necessariamente adeguarsi e tenere il passo.

Il progresso tecnologico ha aperto nuove ed inaspettate prospettive di sviluppo alle potenzialità e alle capacità creative ed operative dell’uomo in molti e differenziati settori della sua vita sociale.

La scienza e la tecnica, nel loro evolversi, condizionano e modellano la società, per cui abbiamo oggi una varietà e una propagazione di mezzi mai esistita nella storia dell’umanità, ma non abbiamo ancora imparato a usarla nel modo giusto.

L’ignoranza è un grande pericolo e la conoscenza, seppure affascinante, è rischiosa,  in quanto attualmente è difficile da capire a causa dell’eccessiva specializzazione che causa l’assenza di una visione olistica, di una comunicazione tra le varie discipline e branche della scienza e della tecnica, che non riesce a  chiarire l’essenza delle cose utilizzando le attuali conoscenze nei vari ambiti del sapere.

Possiamo oggi spaziare tra la bellezza dell’infinitamente grande, offertoci dalle foto dell’Universo fatte dai telescopi più sofisticati e dalle sonde spaziali, e dell’infinitamente piccolo, con gli studi della fisica e della meccanica quantistica sulle micro particelle.

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Sarebbe meraviglioso se la molteplicità di conoscenze in nostro possesso fossero presentate non solo con rigore scientifico, ma con poesia e umanità, per far nascere un nuovo e più consapevole Rinascimento capace di unire tutte le discipline, perché non si può avere una visione culturale e applicazioni pratiche separandosi dal resto della conoscenza.

Di fronte a qualsiasi quesito che riguardi la vita, nessuna specializzazione, per quanto perfezionata, può coglierne l’anima.

Per poter migliorare la situazione ci vorrebbe anche l’impegno di ognuno di noi che, nelle grandi e piccole azioni che compiamo ogni giorno, si dovrebbe sforzare a spingersi, con insaziabile curiosità, oltre i limiti della sua ottica consueta.

Già dagli anni ’80 si parlava dell’avvento dell’era della comunicazione, per cui dovremmo esserci dentro in pieno, ma ci accorgiamo, tristemente, che l’età in cui viviamo è molto diversa da quella che si sognava allora e che i problemi, sorti in giro per il mondo, nelle diverse culture e società, non sono stati risolti o affrontati nel modo giusto perché l’informazione e la conoscenza, vere risorse dell’umanità, non sono alla portata di tutti, ma solo di una parte del genere umano che può disporre dei mezzi adeguati.

Un’altra parte invece vede i suoi bambini, separati dai genitori e in fuga dalla guerra e dalla fame, dormire nei palazzi abbandonati oppure all’aperto dove capita; famiglie, che vivono in baraccopoli accanto a qualche discarica, con i piccoli che muoiono a causa di malattie legate all’ambiente insalubre in cui risiedono; o ancora migliaia di fanciulli a rischio di abuso e di sfruttamento, reclutati nei gruppi armati dopo aver assistito al saccheggio delle loro case, scuole e violenze sui loro genitori.   th[5]

E questi sono solo pochi esempi di ciò che, vergognosamente, succede nella nostra era, nel nostro mondo tra l’indifferenza generale.

Sicuramente, utilizzando unicamente la comunicazione, non si possono risolvere gli enormi problemi di popolazioni che sono perennemente in lotta con le guerre, la fame, la sete, le malattie e le privazioni di ogni genere ma, forse, se fosse fatta nel modo giusto potrebbe scuotere la nostra beata incoscienza che ci fa supporre che il mondo reale, con le sue enormi sperequazioni, non esista e, soprattutto, non ci riguardi.

La diffusione di notizie comunicate con l’intelligenza del cuore sarebbe essenziale  per capire dove e quando ci sono le urgenze per cercare di provvedere nel modo più adeguato, ma c’è ancora un abisso fra le risorse di cui disponiamo e la nostra capacità di usarle efficacemente per celebrare l’avvento della Nuova Era della Comunicazione.

Prendiamo come esempio la televisione che è uno dei mezzi mediatici più amato e più criticato: è ormai una signora sulla sessantina che dovrebbe lavorare molto sulla sua personalità e sul suo lato interiore.

Generalmente i programmi sono ideati e realizzati male e benché l’offerta sia anche troppo abbondante, spesso ci annoia, ci infastidisce e, cambiando canale, ritroviamo lo stesso polpettone condito con qualche spezia diversa.

Il problema è che si continua a propinare una comunicazione generalista che provoca una sorta di uniformità, a cui i telespettatori si sono abituati tanto da non accettare di buon grado i cambiamenti, rifiutando di imparare a capire nuovi disegni e nuovi soggetti.

Oggi abbiamo una tipologia di comunicazione pubblica che, nella stragrande maggioranza dei casi, è disinformazione : non si parla di tanti fatti importanti che avvengono nella nostra nazione e nel mondo, non si parla di ciò che di bello succede, fanno notizia solo le vicende violente, si cavalca l’onda dell’emotività facendo processi su qualsiasi cosa con giurie, avvocati e giudici impersonati da miriadi di opinionisti,  politici, personaggi dello spettacolo che dicono o meglio urlano di tutto e di più insultandosi a vicenda.

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Si tratterebbe quindi di rompere le abitudini, di inventare un nuovo modo di far televisione, dando spazio alle esigenze latenti del pubblico, togliendone un po’ a quelle dell’audience che, comunque, alla lunga se ne avvantaggerebbe.

Nessun miglioramento o soluzione può essere veloce perché occorre tempo, impegno e sperimentazione per trovare nuove strade affinché cambino gli orientamenti degli spettatori, che non sono sciocchi come si pensa ma si sono solo abituati ad assorbire, più o meno passivamente, tutto ciò che gli viene propinato.

Una grande innovazione sarebbe quella di introdurre l’idea di bellezza, sia nel linguaggio televisivo che nel nostro piccolo, in modo da creare quotidianamente un mondo migliore.

Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.” (Peppino Impastato)

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E’ essenziale, come per tutte le innovazioni, compiere il primo passo, vedere e vivere la meta futura in cui arriverà il compimento che sarà il trampolino per quella successiva : è questo che ci chiede adesso il Cielo che vede Sole-Vulcano nella sesta qualità di Sagittarius.

Il “cuore del Sole” usa Nettuno per far confluire le sue energie:la Verità è il compito del comunicare e ognuno può apprenderla secondo il proprio grado di evoluzione e secondo i propri tempi.

Il sesto Raggio di Nettuno, cogliendo la verità contenuta nei simboli, rivoluziona i modelli passati e illumina le nuove idee, progettate dagli altri Luminari, per introdurle nelle coscienze e fare in modo che gradualmente si concretizzino.

Per tutti questi motivi nella vera era della comunicazione dovrebbe essere data molta attenzione alla bellezza e alla purezza delle parole perché in ognuna di esse c’è un mondo in trasformazione che si vuole manifestare, un mondo che non accetta compromessi e vuole essere riprodotto nella realtà con uno stile comunicativo privo di conformismi.

Dovremmo guardare maggiormente in noi stessi e usare le parole che pronunciamo con discernimento, con cautela, con bellezza, con stupore di ciò che possono far scaturire: esse sono parte di noi e dovremmo preservarle dalla volgarità: nella loro vibrazione dovremmo riuscire a sentire una musica, un’armonia, un’emozione, perché ci sono attimi in cui esse risuonano con la nostra interiorità decifrando le  verità poco distinte che si celano nelle vicende quotidiane.

La luce, la verità, che non riusciamo a cogliere, se non a piccole dosi, perché impreparati, si cela in noi stessi e in ogni concretezza, come ci ricordano le parole dette a un discepolo da Giordano Bruno prima di essere arso vivo:

“Maestro come potrò ritrovarvi…” “Guarda dentro di te, Sagredo, ascolta la tua voce interiore e ricorda che l’unico vero maestro è l’essere che sussurra al tuo interno. Ascoltala: è la verità ed è dentro di te. Sei divino, non dimenticarlo mai …la separazione non esiste, siamo tutti Uno, in eterno contatto con l’anima unica…”

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Una risposta a L’era della Comunicazione

  1. bianca dice:

    Grazie, Anna, per la tua riflessione, che sento e condivido pienamente.

    Sentiamo molto, in quest’epoca di grandi mutamenti che precede probabilmente un salto evolutivo dell’Umanità, l’attrazione per i termini che rinviano all’unità, al vivere insieme in sintonia con la Nuova Coscienza; tra questi termini, che iniziano per lo più con i prefissi “con” o “sin”, il più diffuso anche a livello “profano” è senz’altro “com-unicazione”.

    Ma altri termini, più sottili, che rinviano all’Unità e iniziano anch’essi per “con” posssono accompagnarsi ad esso, dando spessore “sacro” al nostro rapporto con gli altri: comprensione (l’atto di prendere con, contenere); Collaborazione (l’atto di svolgere un lavoro insieme); Cooperazione (svolgimento di un’opera insieme); Comunione (unione di più individui in intimità); Condivisione (l’atto di dividere qualcosa con libera volontà e in armonia ); Compartecipazione (l’atto di partecipare interiormente insieme a un’azione o a una situazione); Compassione (condividere un sentimento); Connessione (collegamento di elementi); Coordinazione (l’azione di creare ordine e relazione); Conversione (mutamento radicale di vita); coscienza (esperienza conoscitiva di sé); Concerto (metaforicamente accordo, intesa); consapevolezza (l’atto di sapere di sé); Cocreazione (l’atto di creare insieme un’idea, una visione); Compagno (da cum e panis, colui che divide il pane, amico che condivide una situazione); Conciliare (mettere d’accordo, armonizzare); Conforto (l’atto di dare forza); commozione (l’atto di muovere insieme un’emozione); Comporre (mettere insieme o conciliare); Contemplazione (l’atto di osservare il templum, il cielo, lo spazio divino); Considerazione (l’atto di fissare la mente in qualcosa come se si osservasse le stelle, sidera); Consacrazione (l’atto di rendere sacro); Confidenza (l’atto di fidarsi di qualcuno o qualcosa); Congiungere (l’atto di collegare); Coerenza (la situazione di chi è unito, connesso); Concepire (metaforicamente prendere insieme, accogliere in sé, ideare un’idea, un progetto); Concedere (l’atto di arrendersi); Conciliazione e Riconciliazione (l’atto di mettere d’accordo)…

    Che sempre più queste parole-energia, impregnino le nostre vite ed i nostri Cuori, costituendo il “Dizionario di Unità e di Bellezza” della Nuova Era.

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