Comunicare nel Silenzio

Per poter realizzare il sogno che vuole un’umanità disposta a collaborare per vivere in un mondo fatto di principi equi e di retti rapporti, è necessario che ogni uomo prenda coscienza del mondo spirituale e del Governo reale per imparare le sue leggi e metterle in pratica, accelerando così il percorso evolutivo, coscienti di essere cittadini del Cielo pur non conoscendo il fine ultimo della Volontà celeste.

Per giungere a questo stato di coscienza si deve vedere il Cielo come Modello e Sole-Vulcano come energia di 1° Raggio del Potere, della Volontà e del Proposito a cui ci si può avvicinare solo se si agisce per il Bene comune.

Attualmente Sole-Vulcano si trova nella 6^qualità di Virgo che trasmette il 2°(Giove) e il 6°Raggio(Nettuno). Com. 1

L’energia di 1° Raggio di Vulcano infonde persistenza, sopportazione e continuità di sforzo per fare in modo che la personalità divenga la Madre in attesa, la Vergine che alla fine dovrà partorire il Figlio, cioè la coscienza Cristica.

Virgo svolge la funzione della Madre che protegge la sua Creatura e nella saggezza dell’amore (2° Raggio) è presente quell’aspetto del volere divino che ha il potere di avviare al Bene comune (6°Raggio) e che alimenterà la nascita di una nuova Cultura/Civiltà sempre più progredita che avanza verso la Comunione.

Questo Luminare conduce gli esseri umani a collaborare fra loro e con le generazioni precedenti e successive e, in futuro, anche con le altre umanità del sistema solare e oltre.

Per poter giungere a questo traguardo gli uomini devono imparare ad orientarsi verso il raccoglimento per entrare nel profondo di se stessi e capire maggiormente gli altri.

Nella vita di ogni giorno ci capita spesso di stare insieme a delle persone con le quali non riusciamo più a chiacchierare perché sentiamo di non aver più niente da esprimere, eppure ci sforziamo ugualmente di trovare le parole che ci mancano per dire qualcosa di interessante e piacevole che catturi l’attenzione dei nostri interlocutori.

Il più delle volte ci arrampichiamo sugli specchi per cercare di raccontare fatti che con molta probabilità non interessano a nessuno, cerchiamo di essere originali, divertenti e facciamo domande su domande senza aspettare le risposte, mentre nella nostra mente si affollano altre domande come: ’Cosa dico?’ ’Potrei dire questo o quest’altro, ma non è abbastanza intelligente o interessante, potrei fare una figuraccia’ e così via.

 

Il silenzio ci spaventa, ci mette a disagio e non sappiamo gestirlo perché siamo fermamente convinti che il linguaggio sia soltanto ciò che viene espresso con le parole, che formano i discorsi, e ignoriamo che la vera comunicazione nasce invece dal ”non detto”, da tutto ciò che viene escluso intenzionalmente in una comunicazione verbale.

 

Il silenzio, infatti, non dovrebbe essere definito come carenza di parole, ma dovrebbe essere considerato come una grande opportunità per andare oltre l’apparenza e cercare di capire la persona che ci sta di fronte per cogliere veramente ciò che ci vuole comunicare.

Il silenzio non  significa necessariamente rifiuto o difficoltà a comunicare perché è sempre comunicativo e può esprimere vari tipi di vissuti emotivi come disagio, risentimento, imbarazzo, intimità, serenità (‘silentium’ in latino significa infatti ‘serenità d’anima’).

Un comunicatore è efficace se tace per ascoltare o per rispettare il bisogno di riflettere o di ricordare del suo interlocutore.

Il silenzio, inoltre, varia da cultura a cultura in quanto in alcune è valutato positivamente poiché si pensa che chi parla poco agisce molto ed è più affidabile; in altre, invece, chi tace è considerato poco disponibile a socializzare e farsi coinvolgere.

 

Come il linguaggio ha molti significati, anche il silenzio ha diverse dimensioni: il silenzio in un abbraccio, il silenzio di uno sguardo, il silenzio come riflessione, il silenzio come paura, il silenzio come ascolto: esprime molto di più di ogni più complessa e articolata parola.

                                     Com. 2

 

“Esiste qualcosa di più grande e più puro rispetto a ciò che la bocca pronuncia.

Il silenzio illumina l’anima, sussurra ai cuori e li unisce.

Il silenzio ci porta lontano da noi stessi, ci fa veleggiare nel firmamento dello spirito,

ci avvicina al cielo; ci fa sentire che il corpo è nulla più che una prigione e questo mondo è un luogo d’esilio.”

(K.Gibran- Le ali spezzate)

 

Tacere significa andare oltre il clamore e la loquacità perché normalmente l’attenzione umana  divaga tra le cose e gli uomini che gli stanno intorno, trascinata in mille direzioni diverse senza pace, si aggrappa ad oggetti effimeri, è incalzata da numerosissime situazioni.

Com. 3La volontà dell’uomo ha continuamente parecchi obiettivi che la spingono a muoversi, ma egli è distratto e in eterna contraddizione con se stesso: se si fermasse un attimo si libererebbe dalla molteplicità delle realtà oggettive che lo seducono e sarebbe portato a tendere semplicemente verso ciò che conta, finendo di vagabondare coi suoi pensieri, di correre coi suoi desideri da un oggetto all’altro, di sbarazzarsi a non finire di intenzioni e progetti.

 

L’uomo è attratto dalla natura e dalle sue stupende manifestazioni perché hanno quel qualcosa che concilia la pace e il raccoglimento, ma c’é tutta un’altra grande quantità di fatti che lo allontana da essa e contribuisce a renderlo irrequieto, specialmente il disordine e i contenuti della vita contemporanea che aggrediscono incessantemente con impressioni violente e caotiche, intense e superficiali allo stesso tempo, tali da deteriorarsi in fretta per essere rapidamente sostituite da altre, senza alcun limite e  coerenza: l’una intralcia l’altra e la contraddice.

Dappertutto l’uomo è colpito da sensazioni che, mentre lo ingannano, lo convincono: tutto tenta di indurlo a cose che egli, in fondo, non vuole affatto e delle quali non ha effettivamente bisogno. Il suo sentimento è costantemente distolto da ciò che è importante e profondo per rivolgersi a ciò che è interessante, a ciò che eccita e stimola.

 

Questo stato di cose domina non solo intorno all’uomo ma anche in lui stesso, che non ha più né profondità né equilibrio; vive di ciò che è appariscente e casuale e, non trovando più nulla di sostanziale in se stesso, va in cerca di nuove sensazioni che assapora finché si sente ancora una volta vuoto e ha bisogno di novità.

 

I mezzi di informazione e di comunicazione offrono incessantemente questo tipo di impressioni effimere che vengono prese al volo senza alcuna elaborazione creando un vuoto interiore, che gli individui cercano di riempire con attività eternamente eccitate: stanno bene solo in mezzo al trambusto, al chiasso e si accontentano di successi e realizzazioni fugaci.

 

Dappertutto si nota  un’inquietudine costante, gli uomini non sono concentrati, non sono realmente impegnati nelle azioni che compiono e, anche quando si rapportano con gli altri, non occupano in modo vitale tempo e spazio: non sono raccolti e il raccoglimento è la vita nella sua profondità e forza perché permette di vigilare e di dirigersi verso il profondo di se stessi e degli altri, verso il centro, per poter essere veramente attenti a ciò che la vita presenta di giorno in giorno e poter afferrare ciò che è essenziale.th[2]

I pensieri vengono distratti in tutti i sensi: verso gli uomini con i quali abbiamo a che fare, i familiari, gli amici, i nemici, il lavoro, le preoccupazioni di casa, le circostanze della vita sociale, gli impegni personali e mille altre cose.

Così bisogna riprenderli sempre da capo, rendersi presenti sempre a qualche cosa di nuovo e, notando quanto è difficile entrare in se stessi, non viene spiegato che non c’è nessuna ragione di comportarsi così, ma anzi tutto spinge affinché si faccia senza nessun indugio.

Abbiamo detto che Virgo rappresenta la Madre, la Materia che ama e alimenta l’anima nascosta per rivelare infine la realtà spirituale : Com. 4Essa è simbolo di profondità, tenebra, calore e quiete, e riporta alla luce il segreto della vita per cui l’uomo, seguendola, può governare la propria personalità e trasformarla in un vettore dell’anima, che mira all’unità e al bene di tutti, con un tipo di comunicazione che tenda alla verità.

In una società si raggiunge l’armonia quando diritti e doveri, uguaglianza e diversità, individuale e collettivo trovano la sintesi che si può afferrare conversando nell’assenza di parole che è la più grande tipologia di discorso che si possa raggiungere perché il silenzio spiega più della voce, aiutandoci a riflettere, a valutare, ad assaporare tutto ciò che ci circonda e ad accompagnare la nostra mente nella Luce, perché è un mezzo per giungere a contatto con il nostro sé Superiore, che automaticamente ci mette in relazione con quello del nostro interlocutore.

 

Generalmente usiamo la nostra mente per guardare in basso, impedendo così l’afflusso della Luce, mentre dovremmo ricordarci di orientarla verso il  Cielo per fare in modo di trasformare la qualità dei nostri pensieri.

 

Dove non c’è silenzio non c’è ascolto e non c’è dialogo : per migliorare la qualità del nostro modo di comunicare, per comprendere fino in fondo l’altro, ma soprattutto per comprendere principalmente noi stessi, dovremmo tacere di più e imparare a riflettere, a vedere quello che gli occhi non possono vedere e ad ascoltare quello che le nostre orecchie non possono ascoltare.

 

Per compiere quest’opera essenziale e giungere alla Comunicazione della Nuova Cultura è opportuno placarci un attimo, rasserenarci e aprire il nostro cuore: solo in quel momento potremmo vedere che il silenzio non ci imbroglia, perché è l’unico aiuto che abbiamo a disposizione per imparare ad ascoltare i nostri simili e tutto ciò che proviene dall’Universo intero.

“Siediti ai bordi dell’aurora,

per te si leverà il sole.

Siediti ai bordi della notte,

per te scintilleranno le stelle.

Siediti ai bordi del torrente,

per te canterà l’usignolo.

Siediti ai bordi del silenzio,

Dio ti parlerà.”

                                                                                  Swami Vivekananda

th[3] (2)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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