L’Universo manifesto

Il secondo articolo dedicato alla Scienza della Nuova Cultura vede Sole/Vulcano nella Quinta qualità di Leo dove un solo pianeta, il Sole,  regge i tre livelli di coscienza. Lo sviluppo della coscienza è dunque il tema principale di Leo poiché il Sole vi agisce potentemente e conduce quel processo di identificazione che unisce l’Uno, “la divinità essenziale”, ai Molti. Nella profondità della coscienza  si riconosce l’appartenenza al principio Vita che dimora in ogni uomo.

“Il Cinque culmina in Leo. Nella moltiplicazione delle forme e delle parti, nello svariare dei ritmi, nel succedersi regolare ma variabile delle fasi il Cinque celebra, in verità, la gloria e il trionfo dell’Uno […].Da ogni regione dello Spazio sorgono entità unitarie che riproducono il grande Mistero. Se l’Uno è la sola realtà, altro non può esistere di manifesto. La quinta qualità di Leo celebra e dimostra questo grande teorema […]. Le cose appaiono separate e isolate, ma solo alla ragione umana, e solo per qualche tempo. La realtà dell’Uno unisce tutti i suoi simulacri.

(Il Sistema Solare nello Spazio, 1993,testo inedito di Enzio Savoini, pag. 46)

E’ dunque questo il momento giusto per mettere in moto quella volontà infuocata che Leo ci trasmette e sondare il Mistero di cui sopra si parla.

Da sempre la scienza cerca di studiare la Natura nei suoi molteplici aspetti ma solo oggi alcuni scienziati  si interrogano sulla possibilità di trasformare la scienza in un “tutto” capace di includere e spiegare nelle sue teorie sia il macro che il microcosmo, e sta affiorando la necessità di indagare la Natura anche da un punto di vista psichico nel tentativo di spiegare quegli aspetti altrimenti incomprensibili e andare al di là dei limiti che i fenomeni fisici paiono imporre.

Questa nuova visione scientifica, seppur giovane, ci riempie di speranza poiché non è possibile pensare che la Natura sia una fortuita combinazione di atomi. E’ più costruttivo e logico immaginare che, esistendo un disegno evolutivo universale, la Coscienza pervada l’intera Natura e tutte le “forze”, anche quelle che la scienza umana ancora ignora, traggano la loro origine da un unico principio vitale che l’Insegnamento definisce la Vita Unica Universale. Così come è altrettanto costruttivo e logico immaginare che una Sostanza cosmica riempia l’Infinito e sia il campo fecondato dall’Unica Vita. A questa Sostanza/Campo la Coscienza attinge per manifestarsi.

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Il pensiero è molto meglio espresso da queste poche righe tratte da “La Dottrina Segreta”:

Affinché una teoria cosmogonica divenga completa e comprensibile, occorre che essa prenda come punto di partenza una sostanza primordiale diffusa per tutta l’estensione dello spazio infinito e di natura intellettuale e divina. L’impulso creatore comincia con il risveglio dell’Ideazione cosmica, del Mentale Universale, unitamente e parallelamente allo slancio primordiale della sostanza cosmica, essendo quest’ultima il veicolo del primo […]. Vibrando in seno alla sostanza inerente, l’energia cosmica la spinge all’attività e dirige le sue prime differenziazioni. “Separata dalla sostanza cosmica L’Ideazione cosmica non potrebbe manifestarsi come coscienza individuale essendo necessaria una base fisica per concentrare un raggio dello Spirito Universale ad un certo grado di complessità. E, a sua volta, separata dall’Ideazione cosmica, la sostanza cosmica rimarrebbe una vana astrazione e non potrebbe risultarne nessuna apparizione di coscienza”.

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Questo postulato che l’intelletto umano stenta a comprendere esprime, esotericamente e scientificamente, l’esistenza e la funzione delle due Origini le quali, indissolubilmente legate, creano ogni espressione della Coscienza, e ripropone alla mente l’eterna domanda: “Quali sono le Cause dell’Esistenza?”

Appare evidente che l’Universo è pervaso dal “desiderio di esistere” (le più recenti ricerche scientifiche provano che l’Universo è in continua espansione), e tale desiderio si manifesta in ogni sua parte, dall’atomo al sole per intenderci, per cui si è portati a pensare che esista una legge, o diverse leggi, che una grande Mente ha elaborato poiché vuole che l’Universo esista.

La causa reale che muove questo “desiderio” ci è sconosciuta; d’altra parte se accettiamo il postulato di una Mente Universale, cioè di una completa astrazione, non ci è difficile comprendere che la mente umana non può che avere un accesso assai limitato ad un livello di pensiero così vertiginoso. Purtuttavia l’Universo esiste, lo percepiamo con i sensi e la nostra intelligenza lo indaga. Inoltre, la nostra conoscenza dell’Universo materiale ci fa supporre che la Natura e le sue leggi  siano in qualche modo subordinate a questo pensiero causante. Ed è altrettanto plausibile supporre che nella Natura siano celate le radici e le sorgenti di qualità invisibili che qualificano la materia a noi visibile.

Per indagare l’Universo manifesto, dunque, non  si può trascurare l’indagine delle cause metafisiche o spirituali e tentare di comprendere come avviene la conversione nel fisico. Questa è la grande sfida che la Psico-scienza, la scienza della nuova Cultura, deve accettare se vuole assolvere la sua funzione all’interno di una nuova visione  che si sta profilando all’orizzonte per l’intera umanità.

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Una volta eliminato l’impossibile, tutto ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità”.

Così diceva il famosissimo investigatore, Sherlock Holmes, e questa frase pare abbia ispirato il fisico David Deutsch nella formulazione della sua Teoria del Tutto – in seguito rinominata: “Teoria del Costruttore” – che tenta di unificare tutti i fenomeni fisici conosciuti in un’unica, semplice ed elegante, formulazione matematica. L’obiettivo è  quello di mettere insieme tutte le leggi fisiche conosciute elaborando una teoria, che si può definire superiore, in grado di descrivere ciò che nell’Universo può accadere e ciò che invece è proibito. In altre parole, come diceva Sherloch Holmes, eliminare l’impossibile ammettendo ciò che invece sembra assolutamente improbabile.

Si riportano alcune informazioni sulla teoria di Deutsch, tratte da un recente articolo (“Teoria del Tutto, un nuovo capitolo” – MEDIA INAF Notiziario on-line dell’Istituto Nazionale di Astrofisica – 28 maggio 2014)

Si tratta di una teoria dell’informazione, intesa nella sua accezione fisica di quantificazione di dati, che potrebbe diventare la chiave per un linguaggio universale: alla classica codificazione dei dati tramite canali trasmettitori (es. la fibra ottica), approdare ai computers quantistici che, in linea di principio, dovrebbero essere in grado di sfruttare le caratteristiche del regno subatomico per moltiplicare in modo esponenziale la loro capacità di trasmettere dati.

Il problema è che i due approcci sono attualmente incompatibili poiché lo scoglio da superare è, ancora una volta, quello di unificare la fisica classica e la fisica quantistica.

E’ proprio questo l’aspetto che il fisico vuole cambiare. In base alla sua Teoria dei Costruttori, i componenti ultimi della realtà sono entità – i “costruttori”, appunto – che vengono sollecitati da una serie di leggi le quali stabiliscono, con esattezza, ciò che nel mondo fisico è consentito. Indicano quali trasformazioni sono possibili, quali impossibili e per quale motivo; pertanto, date certe condizioni iniziali, invece di descrivere ciò che accade si esprime ciò che può o non può accadere. L’equipe di Deutsch sostiene inoltre che l’informazione non è un concetto a priori delle leggi fisiche ma evidenzia la presenza di una “regolarità” nelle leggi che governano il nostro Universo, e queste regolarità si esprimono in modo esatto. In pratica vengono stabiliti i vincoli che una determinata teoria deve rispettare per permettere l’esistenza di sistemi fisici che contengano informazione.

Gli studi sono in corso e l’incertezza sulla bontà di questa teoria è inevitabile anche se il tentativo di superare l’attuale parcellizzazione del sapere scientifico ci sembra giusto e necessario. Oggi la conoscenza scientifica si basa principalmente sulla separazione tra teoria e pratica, il che ha molte volte comportato la subordinazione della scienza a interessi economici o politici. Questa nuova ricomposizione organica del sapere potrebbe trasformare il modo di “fare scienza” e rendere più scientifica la mente umana.

Se si riuscirà a dimostrare che le leggi si esprimono in modo regolare  in tutti i fenomeni esaminati, benché di diversa natura, si aprirà la porta alle Cause Reali che li generano e non più soltanto a quelle fisiche.  Non si nascondono i pericoli che si celano all’interno di questo pensiero: il travisamento è dietro l’angolo; l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, ma non è Dio anche se qualcuno si crede tale. Indagini approfondite sull’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo allo scopo di scoprire i misteri della Vita, se condotte da uomini non allineati, possono essere molto pericolose: si sa che la conoscenza non giustificata dall’amore per la vita in ogni sua espressione, crea mostri. Sarà dunque assolutamente necessario che gli scienziati conoscano almeno alcuni dei principi fondanti della scienza esoterica. Per iniziare, comunque, occorrerà che la mente si apra a visioni più ampie e dimentichi il materialismo e l’opportunismo che l’hanno relegata in spazi ristretti e oscuri.

Il vero progresso scientifico deve essere compatibile con le leggi della Natura e con le esigenze riproduttive della natura; sono loro le uniche entità titolate a dettarci le condizioni irrinunciabili del nostro progresso. Partendo dalle singole discipline sarà difficile, se non impossibile, arrivare ad una visione d’insieme poiché ognuna di esse si è sviluppata nel tempo proprio sulla negazione di un tutto; senza contare che se ogni cosa nell’Universo è collegata o dipende da ogni altra cosa, sarà improbabile risolvere la necessità di unificazione esaminandole isolatamente.

Come tutti sanno, la scienza moderna è nata negando l’esistenza di quel “tutto” che la religione proponeva, ma con l’acqua sporca ha buttato anche il bambino. Invece di limitarsi a negare Dio sostituendolo con l’uomo – iniziando il declino che ben conosciamo – ha letteralmente frantumato l’uomo separandolo in mille parti tra di loro incompatibili, scegliendo di alimentare le componenti più forti allo scopo di dominare non soltanto le più deboli ma l’intera natura.

Si ripete che la separazione dei saperi assomiglia a quella esistente tra teoria e pratica o a quella tra individuo e collettivo; quando uno dei due aspetti prende il sopravvento sull’altro, va in frantumi il collegamento che li aveva all’origine differenziati con l’unico scopo di ricongiungerli più ricchi di esperienza e conoscenza. Tali separazioni non hanno alcun fondamento in natura. Se vogliamo dimostrare che nel cosmo il micro e il macro coincidono, occorre che l’uomo si senta parte di questo tutto, che in sé riproduce, e se ne assuma la responsabilità. L’uomo può indagare l’Universo e comprenderne le meraviglie solo e soltanto se si immerge in se stesso e, contemporaneamente, al di fuori di se stesso, per quanto vasto sia questo fuori.

Le energie che abitano l’Universo sono infinite e garantiscono qualsiasi forma di vita e di azione. E’ una certezza. Un giorno, quindi, che speriamo vicino, la scienza riuscirà a capire come conciliare la relatività di Einstein che descrive con precisione i movimenti stellari e l’Universo nel suo complesso, e la meccanica quantistica che spiega il mondo delle particelle elementari utilizzando il principio di indeterminazione. Ciò potrebbe accadere introducendo un terzo elemento che, secondo le attuali concezioni, appare assolutamente improbabile.

«Un’intelligenza che in un certo istante conoscesse tutte le forze che mettono la natura in moto e tutte le posizioni di tutti gli oggetti la quale natura è conosciuta, se questo intelletto fosse anche abbastanza vasto per analizzare questi dati, raccoglierebbe in una singola formula i movimenti dai più grandi corpi dell’universo a quelli del più piccolo atomo»
(Essai philosophique sur les probabilités, Laplace, Introduction. 1814)

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Una risposta a L’Universo manifesto

  1. Gabriela dice:

    Gibran nel suo prezioso scritto: Il Profeta” sintetizza la Conoscenza in questo modo che apprezzo e condivido: “E un uomo disse: Parlaci della Conoscenza.
    Ed egli rispose dicendo:
    I vostri cuori conoscono in silenzio i segreti dei giorni e delle notti. Ma le vostre orecchie hanno sete del suono di questa conoscenza del cuore. Vorreste conoscere in parole ciò che avete da sempre conosciuto in pensiero. Vorreste toccare con le dita il nudo corpo dei vostri sogni. Ed è bene che sia cosi. La sorgente nascosta nella vostra anima dovrà necessariamente scaturire ed effondersi sussurrando verso il mare; ed il tesoro delle vostre infinite profondità si rivelerà ai vostri occhi.
    Ma fate che non siano le bilance a pesare un tale ignoto tesoro; E non ricercate le vostre profondità con l’asta e lo scandaglio. Poiché il vostro io è un mare illimitato e incommensurabile. Non dite:”ho trovato la verità”, ma piuttosto: “ho trovato una verità”.
    Non dite: “ho trovato il sentiero dell’anima”. Dite piuttosto,”ho incontrato l’anima camminando sul mio sentiero” poiché l’anima cammina sui sentieri di tutti.
    L’anima non procede come una linea né cresce come una canna. L’anima si svolge come un fiore di loto dagli innumerevoli petali.

    L’aspetto “olistico” della realtà è un dato effettivo e quindi perseguibile .
    Gli aspetti della realtà conoscibile sono molteplici e relativi. (vedi le ricerche sulla psicologia della percezione). E’ importante quindi riconoscere il soggettivo dall’oggettivo. Riconoscere le rispettive funzioni per scoprirne l’unità. La ricerca che in qualche modo ha caratterizzato la mia vita, tende verso un “perenne perchè”.
    Qual è il senso della vita? Solitamente i bambini riempiono i loro giorni con i “perché”. Gli adulti invece riempiono i loro giorni con i “come”. I bimbi inconsciamente ricercano il senso profondo delle cose; e noi sappiamo che anche Gesù disse: “Finché non diventerete come fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli.
    Con il tempo avevo compreso che, proprio come insegnano i saggi, la felicità non dipende dall’appagamento dei desideri né dall’accumulo di conoscenze intellettuali; ma dallo stato della nostra mente e dal contatto con i piani superiori della coscienza.
    Per realizzare questi percorsi, o meglio, queste direzioni, ricercavo comprensioni sempre più profonde, che potessero in qualche modo, attraversare: il corpo, il cuore, la mente, lo spirito. Soggetta, come tanti della mia generazione, a una sorta di esterofilia, la ricerca mi portava ad affrontare viaggi fisici e psichici, abbracciando con una certa fortunata protezione, le opportunità che le esperienze generazionali mi offrivano.

    Già sentivo dentro di me ciò che Sir Charles Eliot nel suo “Japanese Buddhism” esprime in modo meraviglioso: “Si dice che nel cielo di Irlanda esiste una rete di perle disposta in modo tale che, se se ne osserva una, si vedono tutte le altre riflesse in essa.”
    Nello stesso modo, ogni oggetto nel mondo non è semplicemente se stesso, ma contiene ogni altro oggetto e, in effetti, è ogni altra cosa. In ogni particella di polvere, sono presenti innumerevoli Buddha. Per anni però mi sono dibattuta, non con poca sofferenza, tra esperti di teologia cristiana ed esperti di esoterismo orientale ed occidentale, ognuno con la propria porzione di verità si arrogava l’esclusività.
    Questa “partigianeria” mi stava troppo stretta e pativo la condizione della scienza, relegata in un ottuso positivismo che non lasciava spazio a nessun collegamento. Finalmente da noi, alla fine degli anni settanta, esce allo scoperto un modo di pensare unitario tra scienza e religione. Ne è stato esempio: la “GNOSI” di Princeton di Raymond Ruyer; “la scienza alla ricerca di una religione”. Questa gnosi, si è sviluppata nel corso degli ultimi 20 anni negli ambienti scientifici dei fisici, degli astronomi e dei biologi. Essa tende a rinnovare i rapporti tra scienza, filosofia e religione. L’uomo, per mezzo della “scienza illuminata” o “spiritualizzata”, può accedere allo spirito cosmico e, se è saggio oltre che intelligente, trovarvi la salvezza.
    Per i neo gnostici tutti gli esseri individualizzati sono delle idee divine. Oggi sono in aumento i ricercatori dello spirito che utilizzano per ruolo o per interesse personale la ricerca scientifica comparata e analogica. Si apre così all’esordio del nuovo millennio una nuova epoca per la scienza, foriera di innumerevoli possibilità che andranno a contribuire per la formazione di “UNA NUOVA CULTURA, UNA NUOVA CIVILTA’ “.

    Posso concludere ricordando una preghiera del re Aloncansu che regnò in Birmania all’inizio del 2° millennio: “Io faccio del mio corpo un ponte che attraversa il fiume di samsara (il ciclo del divenire), così che tutti possano passare e raggiungere la civiltà della luce”.

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