Comunicare in bellezza e armonia

Questo momento astrologico, in cui Mercurio si trova in Sestile con Nettuno, si verifica tra segni di diverso elemento e per questo motivo può realizzare una spinta positiva in quanto è considerato aspetto armonico ed è in assoluto quello più equilibrato.

Tra i pianeti coinvolti esiste un reciproco e armonioso scambio senza che l’uno prevalga sull’altro e la diversità degli elementi coinvolti, ma allo stesso tempo affini, fa sì che i pianeti possano arricchirsi vicendevolmente di una energia non propria.

Il sestile tende ad operare in modo coerente, creando uno scambio continuo e adeguato alle caratteristiche dei pianeti stessi.

E’ veramente straordinario come da questa “lettura” astrologica si possa tranquillamente intuire come la comunicazione fra due pianeti diversi non si tramuta in conflitto ma, al contrario, fa scaturire un’energia nuova, positiva e costruttiva, generata da uno scambio proficuo e armonico.

La nuova Cultura solare, che si desidera con tutte le forze far fiorire sulla Terra, ha bisogno di guardare al Cielo, di orientarsi verso il comportamento dei Luminari che veramente ci insegnano il modo migliore per realizzare l’autentica fratellanza che, un giorno, diventerà Universale.

Quale momento, quindi, sarebbe migliore di questo per incominciare a comunicare veramente e scambiarsi reciprocamente valori che sembrano perduti in un marasma di incomprensioni, di folli corse verso il successo a tutti i costi, di  miraggi esclusivamente materiali, di corruzione e di violenze?

Il sestile, infatti, sa conciliare il meglio dei due pianeti e i transiti di Nettuno a Mercurio influenzano direttamente la nostra curiosità, l’apprendimento, la capacità di comunicazione e la formulazione di idee.mercurio In questo periodo di tempo i problemi possono essere risolti in modo intuitivo e naturale perché è particolarmente favorevole per infondere immaginazione e animazione al solito modo di comunicare con i nostri fratelli, perché si è in grado di capire ciò che gli altri vogliono sentire e apprendere, migliorando i nostri rapporti quotidiani.

Mercurio, Luminare di quarto Raggio, è Costruttore di Bellezza e Maestro d’Armonia che esprime il cuore e  lo diffonde in tutto lo Spazio.

NettunoNettuno è il Luminare che esprime il sesto Raggio ed è costruttore e custode della Comunione generale.

In questa epoca storica di basso profilo, amore, bellezza, armonia, fratellanza e comunione sono le energie messe in gioco dai due Luminari in sestile, l’umanità dovrebbe approfittarne per incominciare a mettere le basi per giungere, in un futuro, alla vera Comunione  e questo può farlo mettendo in essere un valido scambio fra i suoi componenti, perché la rete di relazioni in cui l’individuo è inserito è mediata, costruita, modificata, negoziata dalla comunicazione.

La funzione relazionale svolge anche una funzione espressiva poiché  consente di manifestare emozioni, desideri, intenzioni che  oggi si scambiano per lo più con un sms o un’e-mail, tanto che idee e sentimenti viaggiano in maniera veloce attraverso abbreviazioni e acronimi.

Infatti da poco più di vent’anni il rilevante progresso tecnologico ha influenzato la vita dell’uomo, modificando i rapporti sociali, tanto che è abitudine diffusa comunicare con programmi di messaggistica istantanea, che permettono uno scambio immediato e una velocità di trasmissione delle informazioni.

Nel vortice dell’accelerazione contemporanea, viviamo immersi in un contesto che chiede di risparmiare tempo, per cui si è costretti a sveltire gli scambi interpersonali  giungendo però a rendere sterili i sentimenti.

Durante il poco tempo libero cerchiamo di colmare il vuoto della  grande solitudine interiore, con attività frenetiche perché ci sentiamo isolati, separati dal mondo e da noi stessi e questo ci pervade di dolore e di angoscia perché il nostro essere soli è una perdita di speranza, non è l’isolamento positivo, fonte di conoscenza di sé, che innesca una situazione creativa di ricerca, rispondendo alle domande esistenziali e cruciali dell’uomo.

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Le emozioni si esprimono soprattutto tramite la comunicazione non verbale fatta di gesti, di espressioni facciali, di posture del corpo che presentano un certo grado di universalità in quanto i movimenti sottesi ai segni sono governati da strutture e meccanismi neurobiologici geneticamente definiti, ma presentano anche una notevole variabilità dovuta a differenze culturali, di personalità e situazionali.

Ma tutto ciò non può essere espresso in mancanza di incontri fisici tra le persone e in più sull’altare della praticità, della comodità e dell’immediata disponibilità dei nuovi mezzi di comunicazione si sono sacrificati gli strumenti espressivi più tradizionali per cui non si riesce più a parlare, a scrivere, a leggere; la relazione tempo-parola è istantanea, senza alcuna pretesa di memoria, né di perennità letteraria.  Si tende alla semplificazione del messaggio attraverso una riduzione del numero di caratteri, si mescolano regole del linguaggio orale e scritto utilizzando segni di punteggiatura e faccine.

Di conseguenza si viene privati delle parole, si perde la propria capacità e libertà espressiva che consiste nel saper cogliere e utilizzare, tra quelli noti, i termini che, con più verità e intensità, possano tradurre  emozioni e sentimenti nascosti negli angoli più profondi della nostra interiorità.

Così la scrittura, priva di ogni ricerca stilistica, diviene comunicazione istantanea poco creativa, priva di trasporto interiore, cancellando quel fascino spirituale della lettera che, col suo ritmo lento, innestava aspettative, speranze, sogni, curiosità anche soltanto nello sfiorare la carta segnata dall’inchiostro, cercando di immaginare dispiaceri e gioie dello scrittore.

Tutto ciò ora è ridotto ad un freddo, sterile e anonimo avviso di notifica che sottolinea appunto l’emarginazione interiore, tipica della nostra epoca in cui si è in un attimo a contatto con il mondo intero ma si è invece soli, privi di rapporti umani.

Infatti oggi gli spazi comuni di condivisione sono i ”social network” che stimolano un’iperattività di accesso alla rete, una ricerca di molteplici contatti che instaurano relazioni solo virtuali all’interno di un’esperienza in cui la vita vera è inesistente.

Soli, ma incapaci di star soli, si rincorre il contatto per il contatto, restando sempre più soli, rinchiusi nel mondo virtuale, senza più la fatica di rapporti veri e diretti.

La veridicità di queste affermazioni si può facilmente constatare nella vita di ogni giorno perché, ormai avulsi dalla vita reale, gli individui formano un tutto unico col loro smartphone e, sebbene in compagnia, si isolano e continuano instancabilmente a  formulare messaggi o connettersi al web.

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Si entra così in un mondo artificiale sempre più interconnesso di relazioni effimere che durano il tempo di un click.

 

 Comunque non tutto è negativo perché questa mutazione, al passo con lo sviluppo tecnologico, prelude alla sintesi, permette alla scrittura di entrare nei fatti mentre si svolgono: è una scrittura schematica che incide negli eventi stessi diventando azione, al passo con la quantità di informazioni che ci pervadono.

Questa scrittura che sta mutando è al passo con l’accelerata trasformazione dei rapporti umani ed è una condizione determinata non solo dalla velocità dello scambio comunicativo ma anche dalla quantità di messaggi da comunicare. Sicuramente questo nuovo codice è comodo, pratico ma privo di fascino soprattutto nel comunicare amore, passione o altri sentimenti forti che, solo con un appropriato uso della nostra lingua o con la comunicazione non verbale, possono portare ad un coinvolgimento totale e duraturo che tocchi davvero il nostro cuore per dilatarlo verso quello dei nostri simili in modo da creare rapporti armonici e fraterni.

Per tutto questo la comunicazione fra gli esseri umani dovrebbe imitare l’opera di Mercurio, il Signore della Via, per trovare quel cuore che è l’organo del pensiero sintetico  e contiene in sé il potere di diffondere armonia e bellezza.

La vera sintesi è una condensazione, una fusione di vari elementi diversa da tutti i principi che la compongono e, nello stesso tempo, è anche forza che si propaga e comunica in quanto mentre per molti compimenti raduna, raccoglie, riunisce, nello stesso tempo espande.

Le reazioni degli uomini sono spesso deboli e cattive ma, imitando Mercurio, si può fare in modo che siano sempre proporzionate come tutto ciò che precipita dal Cielo, che è sempre equo ed esemplare proprio per l’impegno di questo Luminare che insegna armonia, grazia e commensura arricchite di Bellezza, che in qualsiasi società si raggiungono solo quando trionfa la virtù di Nettuno, la Verità, per mezzo della quale diritti e doveri, uguaglianza e difformità, singolo e gruppo trovano la sintesi in un bagliore di Luce che unisce e risana, perché è la base e il proposito di ogni comunicazione che abbia come esclusivo intento il Bene comune.

Nell’Infinito, si ricorda, non esistono quantità, ma soltanto commensura e proporzione, che sono le misure reali degli atti. La simmetria è l’arte della proporzione, ossia il potere della Bellezza.

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Ne deriva che la Comunione è il laboratorio della simmetria, dove tutte le imprese trovano  il loro esatto contrappeso, che ne annulla le esteriorità, pareggiandole, e ne sprigiona l’essenza.” *


*Enzio Savoini-Scritti inediti- Lettura e Commento di ’Comunione’ Aprile 2001.

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2 risposte a Comunicare in bellezza e armonia

  1. bianca dice:

    Sul Sentiero è necessario il giusto uso della Parola. Afferma un detto ermetico: “Le cose sono ciò che la Parola ne fa col nominarle”.
    Da ciò nasce il grande impegno di ogni Pensatore, in particolare del ricercatore spirituale.
    Egli comprende che le parole non sono “neutre”, sono energia vivente, e costituiscono uno dei poteri più grandi che l’uomo possiede; con esse possiamo creare o distruggere, abbassare o elevare, potenziare o indebolire.
    La Parola illuminata, usata consapevolmente per il Bene, può guarire, illuminare, proteggere, salvare.
    Ci viene pertanto consigliato di ridurne il numero e di vigilare attentamente su di esse, affinché rispondano a caratteristiche di:
    – verità;
    – amorevolezza;
    – utilità.
    In Oriente si considera ogni parola un mantra (da man e tra: rapporto) che indica la modalità del suono, la nota con cui entriamo in rapporto con gli altri. Ogni parola è un nucleo energetico che rappresenta un’idea, o un insieme di idee; essa, inviata a una persona, o a un gruppo, produce effetti proporzionali alla potenza dell’emittente e consequenziali alla maggiore o minore purezza della sua intenzione. Ciò corrisponde ad una precisa verità sostenuta dalla Saggezza antica: “L’energia segue il pensiero e la Parola è ciò che lo concretizza”.
    Di ogni parola – ammonisce il Vangelo – l’uomo dovrà rendere conto; non solo di quelle ispirate a sentimenti positivi o negativi, ma anche di quelle vane ed inutili.
    Spesso le nostre parole sono “profane”, cioè sono pronunciate senza entrare in contatto con la coscienza più profonda, con il Sé. La mente ripete ed esprime contenuti captati dalle forme-pensiero collettive: luoghi comuni, opinioni diffuse, pettegolezzi, banalità che non sono il frutto del nostro pensiero più genuino ma riflessi condizionati del “campo morfogenico” nel quale siamo immersi costantemente, e quasi sempre inconsapevolmente.
    La parola è allora vuoto suono senz’anima.
    L’accuratezza nell’uso delle parole – che eviti tuttavia di scadere nell’accademismo e nella retorica – è segno di Ordine e di Bellezza, che sono qualità richieste sul Sentiero.
    Utile e ispirante è anche la ricerca delle etimologie, che non dovrà certamente essere finalizzata a “sfoggi di cultura” ma potrà essere il mezzo per entrare in contatto con l’essenza delle parole, spesso banalizzate e deprivate di forza dall’uso quotidiano. Si può, attraverso questa indagine, riscoprirne l’energia primigenia chiarificatrice di significati. Così, ad esempio, il termine “entusiasmo”, tanto comunemente usato, rimanderà al senso di avere “un dio” (theos) dentro (én); ogni volta che lo useremo, dopo averne colto la forza originaria, vi sarà dentro di noi una diversa considerazione dello “spessore” del termine.
    Afferma un’ispirata invocazione:

    Possa io compiere la mia parte nel Lavoro Unico con l’oblio di me stesso, l’innocuità e la giusta Parola!

    • Grazia G. dice:

      E’ proprio come scrive Bianca. Avevamo scritto qualche tempo fa che l’etimo di “parola” è “lancio di fuoco”. Per cui la parola degna di risuonare nello spazio è quella che è espressione di un dialogo con il Sè e con lo Spazio.E’ bello pensare al governo della parola vicino all’equinozio di primavera, in una prospettiva di equi rapporti sulla terra, che ci vede impegnati per l’alba di una nuova Cultura.

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