La gioia del comunicare

Sovente domandate come si concilia il precetto della gioia con i rapporti umani, che ne sono privi. Invero, tutti i Maestri gioiscono per la bellezza infinita dei mondi lontani, e patiscono per l’ottusa stupidità dei bipedi incarnati.

(Agni Yoga § 26, Collana Agni Yoga)

 

Anna comunicare - Roerich

Quante volte ci è capitato di provare frustrazione e rabbia, verso un collega che ci ha ignorati o verso il capoufficio che ci ha prevaricati, per dover comunque “ingoiare il rospo” e far buon viso a cattivo gioco? Quante volte, pensando al nostro lavoro, ci è venuta in mente l’immagine di un luogo dove si combattono liti continue e dove disgraziatamente vince sempre il più forte?

Allora ci viene in mente che sarebbe meraviglioso poter lavorare in un ambiente dove invece alberghi la serenità e la gioia e dove possiamo sentirci liberi di esprimere noi stessi ed essere rispettati come persone!

Dovremmo essere in grado di avere stima di noi stessi, esprimendo con chiarezza i nostri pensieri e valori, rispettando contemporaneamente l’altro per permettergli di sentirsi libero nel suo spazio personale.

E’ possibile affrontare i problemi o i dissensi in modo costruttivo, vedendo nel nostro vicino un alleato e non un nemico da evitare o combattere?

In ogni contesto risulta fondamentale il buon uso della comunicazione secondo uno stile assertivo che si basi non sulla “sconfitta dell’altro”, ma sul suo apprezzamento, iniziando a vedere le differenze non come qualcosa che ci minaccia, ma come un bene prezioso: in questo caso diventa naturale cercare di trovare soluzioni che soddisfino entrambe le parti e la comunicazione diviene l’opportunità di generare comprensione e valore, anche quando si trova nascosta in divergenze che sembrano insanabili.

E’importante ascoltare e rispettare l’altra persona, che non deve in alcun modo essere percepita come un nemico da vincere o un ostacolo da evitare: bisogna cogliere i vantaggi che un altro punto di vista può apportare, esprimere con gentilezza e chiarezza ciò che si desidera e ciò che si sente senza essere per questo passivi, valutando vantaggi e svantaggi di ciascuna proposta, cercando di individuare una soluzione soddisfacente, se non ottimale, che gratifichi e rispetti entrambe le soggettività.

Qualsiasi opinione diversa va individuata e riconosciuta come segnale che orienta la comunicazione, come dimostrazione di un interesse, bisogno, esigenza insoddisfatta e pertanto, nel coglierla, può essere valorizzata al fine di trasformare un potenziale conflitto in una opportunità di crescita.

Nessuno ci ha insegnato come comunicare nel modo giusto valorizzando la dimensione della consapevolezza e d’altronde non esistono formule vincenti, precostituite, sempre valide per ogni occasione.

Per esprimere una critica costruttiva  bisogna dire che cosa è stato fatto bene, che cosa è stato fatto male e come si potrebbe migliorare, perché la critica deve offrire una soluzione, un modo per risolvere il problema, altrimenti invece di sensibilizzare il soggetto ed aprirlo a possibilità e alternative, rischia di creare frustrazione.

E’ necessario essere in sintonia con l’altro per percepire l’impatto di ciò che si dice sulla persona che riceve il messaggio in modo che questa possa considerarlo come prezioso per migliorarsi, assumersi le proprie responsabilità, senza mettersi sulla difensiva e quindi vedere le critiche come un’opportunità per cooperare con chi le muove, al fine di risolvere il problema.

Bisognerebbe comprendere l’importanza di capire prima di aspettarsi di essere compresi, perché è facile accusare gli altri di essere dei pessimi comunicatori o dei pessimi ascoltatori, ma la verità è che ogni comunicazione non è un messaggio a senso unico, ma un rapporto di reciprocità e  non possiamo rimproverare al prossimo di non saper comunicare senza riconoscere che anche noi non ne siamo capaci.
E’ certamente positivo iniziare una conversazione avendo bene a mente i propri obiettivi, ma non si dovrebbe essere tanto concentrati su se stessi da ignorare i messaggi che l’altra persona sta cercando di trasmettere perché l’apertura ha la massima importanza e  le critiche non devono essere prese sul personale, ma è utile guardare piuttosto al messaggio e chiedersi: “Perché mi sta dicendo questo?”, “Quale lezione ne posso trarre?”.
Con una mente aperta si possono ottenere più risposte di quelle che si cercavano e si può sperimentare il piacere di interagire veramente col nostro prossimo.
Ogni comunicazione può avere successo soltanto laddove ci sia considerazione reciproca, perché se non si rispetta la persona che si ha di fronte, presto o tardi la conversazione degenererà e sarà una sconfitta per entrambi.

La maggior parte delle volte è sufficiente un po’ di ironia, una stretta di mano, un sorriso, per sdrammatizzare una situazione critica di apparente contrasto e far entrare la gioia nel rapporto con gli altri perché non c’è niente di più gratificante che capire ed essere capiti: l’apertura del cuore e la  piena disponibilità verso il nostro prossimo aprono sicuramente scenari diversi dai soliti, cambiano le situazioni e l’atteggiamento delle altre persone, creando nell’ambiente armonia e bellezza.

Dovremmo imparare a gioire degli ostacoli perché ciò che, a prima vista, può apparire come un intralcio moltiplica invece le nostre opportunità di crescita personale e di gruppo.

matisse - hermitage - Dance (II) -1910

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Una risposta a La gioia del comunicare

  1. Marilù dice:

    Eliminare i personalismi, riconoscere le virtù e non i difetti dell’altro:
    “amarsi l’un l’altro”.
    Parole antiche che devono penetrare in noi e radicarsi.
    I semi? Amore, armonia, bellezza, e ricordarsi sempre la gioia.
    Gratitudine a tutti voi che scrivete questi articoli, pensieri che si trasmettono nello spazio e purificano l’ambiente.

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