Allestire un Piano – 2a parte

Nel precedente articolo sul Piano, dello scorso 21 dicembre, sono stati riportati alcuni estratti dal primo scritto del ciclo denominato “Le Dispense del 3° settennio”. Da questo stesso scritto, intitolato “Allestire un Piano”, gennaio 2001, riportiamo ora il 3° capitolo, dove si introduce il concetto di psico-geometria, sul quale avremo modo di tornare molte altre volte, e che rappresenta la base di una delle Direzioni di lavoro definite “trasversali” nel sito TPS, “Le Psico-Scienze”.

Il lettore non si lasci intimorire dal linguaggio utilizzato in questo capitolo, ma si lasci trasportare dolcemente da esso, “pensando con grazia al futuro”, come detto in altra Dispensa, e non esiti a porre domande allo Spazio, in attesa delle relative risposte, che giungeranno a tempo debito.

3 – LE SETTE FIGURE DEL PIANO

Il Piano è dunque un “oggetto” psico-geometrico prodotto da due energie (Amore e Luce) che, orientato da una terza (Volontà), è portatore di un Progetto.

Esso è inoltre la sintesi di sette elementi cosmici, ovunque presenti nell’Universo, ma che in quel piano sono organizzati e collaboranti ai fini solari.

Infine, il Piano è la dimora delle Idee, delle Formule e delle Forme. E’ la sede sia sovramundana sia concreta di tutte le coscienze e creature in evoluzione.

L’eclittica è pertanto la base o modello spaziale di qualsiasi progettazione. Vi si possono leggere le tendenze future, che è bene assecondare quanto meglio possibile, così come le tracce del passato, che insegnano a evitare la ripetizione degli errori.

I Luminari, di cui sono note alcune qualità, e i moti e i cicli, sono gli unici elementi concreti che è possibile consultare. La lettura profonda dei loro decreti, sempre mutevoli e flessibili ma rigidamente mirati alla Meta, è una grande scienza, studiata da millenni e sempre aggiornata. Essa è suprema fra tutte le scienze, rivela il futuro, illustra il passato e in quest’epoca è portatrice del neo cristianesimo previsto dal piano planetario.

Tutte le mosse che si compiono sull’eclittica sono coordinate alla Meta ultima, perseguita mediante un’infinita catena di mete minori, di volta in volta prioritarie, e dunque maggiori. Esse sono legate fra loro dalla proporzione aurea, sia a crescere, sia a diminuire. Quell’unica legge elimina o pareggia le disuguaglianze, di quantità e di livello, regola passato, futuro, involuzione e progresso, crescita e sviluppo, e fissa i nodi perfetti della spirale solare.

I sette Luminari disegnano spirali complesse sul piano dell’eclittica. Ridotte nella loro forma più semplice, sono:

1  Il punto centrale
2  Il cerchio
3  Il triangolo
4  Il quadrato
5  La stella del 5
6  La stella del 6
7  Il disegno complessivo.

 3.1  IL PUNTO CENTRALE

Quest’elemento non è mai disegnato, perché è l’autore di tutte le altre figure, che traccia senza muovere o lasciare il centro. E’ il vero motore del piano, eppure dona immobilità a qualsiasi creatura. Si sa che ciascuno ha la sensazione di essere immobile nello Spazio, nel quale è trascinato dal pianeta. Ciò è da interpretare come elargizione da parte del punto centrale (il Centro dei centri), che trasmette il suo potere divino a tutti gli altri e li pareggia a se stesso.

E’ bene riflettere su quanto appena affermato. Ognuno sa di essere immobile nel turbinare degli eventi, nella buona e nella mala sorte, nonostante ruoti, orbiti, viaggi nello Spazio. Non è ignoranza della realtà, come per lo più si pensa, non è solo scambiare il relativo per l’assoluto. E’ un dono preziosissimo del Centro. E’ la più convincente rivelazione della divinità inerente. Lo comprova il fatto che da tale sensazione non si sfugge: non si potrà mai acquisire nozione del moto che non sia solo teorica o intellettuale. Le creature sono coscienti di essere al centro, perciò sono immobili, ossia possiedono, latenti, i poteri del punto centrale.

Per tali ragioni tutti i punti del piano sono immobili e centrali.

Il punto centrale è l’origine e la fine, il riferimento d’ogni sviluppo, ai quali dà nascita e conclusione. E’ la sintesi fra essere e divenire. Emette quanti d’energia, o faville di volontà, che innescano cicli regolari e innumerevoli. E’ il Signore supremo del Piano.

3.2  IL CERCHIO

Pure il cerchio non è mai tracciato, poiché è simultaneamente dovunque. Non se ne conosce il diametro, che non avendo quantità è illimitato, ma si sa quale rapporto li lega entrambi: π, il trascendente, che connette il sottile e celeste al concreto e terreno. Il cerchio (la circonferenza) esprime le infinite qualità del centro, oggi conosciute come dodici categorie zodiacali. Alla potenza immobile e dirigente del centro contrappone la propria passività, che gestisce gli sviluppi del creato.

Ruotando sul diametro, esso mostra il Cielo, il firmamento, lo Spazio sferico, ciò che trascende il piano solare, l’insieme illimitato di altri Sistemi. In tal modo la comunità dell’eclittica apprende che esistono altre meraviglie di vita. Il cerchio, dunque, chiude l’infinità del piano mentre apre quella del Cosmo: le creature presenti sull’eclittica contemplano le loro destinazioni future.

3.3  IL TRIANGOLO

Il centro e la circonferenza non sono rappresentabili, se non con artifici grafici imperfetti e fuorvianti. In ogni caso la loro relazione sembra impossibile, in senso logico, se si pensa che il primo è indefinibile e la seconda è ovunque. In realtà, questa è proprio la ragione del loro perfetto rapporto, attivo dappertutto, intimo e sacro. Centro e circonferenza sono immancabilmente e sempre uniti, e solo la ragione, dualistica e separativa, li interpreta quali entità distinte. Il raziocinio, infatti, non spiega come dal loro rapporto nasca per primo il triangolo, dalla geometria tanto diversa e sorprendente.

Bisogna, a questo punto, sostare a considerare una questione sulla quale tutti sorvolano, che si dà per scontata senza menzionarla: si ritiene, infatti, che le figure a stella nascano dal poligono relativo: la stella del 5 dal pentagono, quella del 6 dall’esagono, e così via. Esse sarebbero come un sottoprodotto del poligono associato. E’ una sorta di credenza silenziosa che svia la comprensione di quelle figure. E’ vero invece il contrario: sono i poligoni che derivano dalle stelle.

Non è una questione di lana caprina. Il contatto fra il centro e la circonferenza stabilisce dei canali fra quello e certi punti di questa, secondo direzioni radiali, lungo i quali l’energia va e viene. Così nascono, per prime, le stelle. I punti perimetrali si connettono poi fra loro in modo vario, a formare poligoni e altre figure.

Queste proposizioni illustrano la nascita del triangolo, che la semplice espressione aritmetica quantitativa (1  +  2  =  3) non riesce a rappresentare. Le tre direzioni principali portanti del triangolo, poiché sono vettori di qualità, vibrano diversamente, l’una quale unisono, la seconda quale ottava, l’altra in frequenza di quinta. Compongono così il canto della Parola celeste, che costruisce i mondi.

Triangolo - Allestire un PianoSi noti che il termine direzione associa in sé un concetto sia geometrico sia di proposito, proprio come avviene per il termine piano.

3.4  IL QUADRATO

La tripartizione del cerchio, ossia dell’eclittica, proietta l’intera opera solare, genera ogni altra figura e tutti i cicli creativi. La prima di questi derivati è la stella del quattro, il quaternario o quadrato. In aritmetica si scrive che

3  +  1  =  4

ma questa non è che una formula quantitativa, che nulla rivela della prodigiosa trasformazione dal mondo “triangolo” a quello “quadrato”. Essa è intellettualmente inconcepibile, poiché nulla di ragionevole lascia supporre che dall’uno derivi l’altro, tanto sono diverse le loro geometrie. Quella semplice, banale addizione non rivela ciò che la psico-geometria mostra a chiare lettere. Essa argomenta che ogni figura regolare ha un centro (1) che, restando immobile, crea un altro vertice, così trasformando la qualità dello Spazio racchiuso.

Quadrato - Allestire un PianoIl mondo del quadrato, o della stella del quattro, è governato da altre regole, da nuove frequenze e sonorità differenti. Per di più esso è tracciato sull’eclittica da una coppia di altri Luminari, Urano e Nettuno, che hanno diversa funzione solare, con frequenza di 168 anni. Il centro, nonostante una tale trasformazione, resta immoto e garantisce sia la comunione, sia la possibilità di comunicare fra spazi tanto dissimili.[1]

Nello Spazio solare, Urano e Nettuno “quadrano il cerchio”: propongono regole sociali ciclicamente mutevoli e progressive, basi di cultura e civiltà umane. Costruiscono la “città celeste dalle quattro mura”.

Il quadrato custodisce, come uno scrigno, un gioiello: il numero √2.

Dato il lato, non si conosce la lunghezza della diagonale, oppure, data quest’ultima, la misura del lato può essere solo approssimata. Ciò accomuna il quadrato al cerchio, dove, per via di π, rimane ignota la lunghezza esatta della circonferenza. Sono dunque tre i numeri trascendenti implicati nello studio delle figure del piano:

1)          π         primo vertice, è il rapporto fra Cielo e Terra.

2)         √2        secondo vertice, è il Cielo nel cuore.

3)         Φ         terzo vertice, origine e solutore del dualismo manifesto.

Qui importa riconoscere che il cuore, che è quadripartito, contiene l’Infinito. Conosce il mondo della qualità.

3.5  LA STELLA DEL 5

Come si è appena detto, la stella del quattro chiude il Cielo nel cuore delle forme costruite dalla stella del 5, la quale, tramite la sezione aurea, genera il dualismo della manifestazione.

Le due potenze geometriche agiscono in stretta comunione, poiché il 5 è implicito nella croce, ossia nella stella del 4.

La stella del 5 è oggetto di uno studio a parte, che non vale ripetere e al quale si rimanda.

3.6  LA STELLA DEL 6

L’ordine sequenziale di questo scritto sembra suggerire che la stella del 6 tragga origine da quella del 5, così come questa dalla stella del 4. Ciò vale però solo per quanto riguarda il mondo manifesto: la stella del 6 è una creatura, dotata di certe qualità e causa di certi effetti, e come tale ha una funzione determinata nel novero delle figure geometriche.

E’ tuttavia composta di due triangoli, che ne sono i genitori autentici, quindi nell’ordine delle figure solari precede il quadrato.

Si riconosce pertanto che essa è duplice, è presente sia nel sovramundano sia nel concreto. Nel sottile, carica la stella del 5 delle energie necessarie per la costruzione delle forme e degli eventi; nel fisico, sublima le forze in energie, le quali, sempre tramite la stella del 5, si restituiscono al sovramundano.

Si osservi che fra quadrato ed esagono esiste una relazione notevole, che di per sé le due figure non mostrano: i loro lati sono in rapporto 1 / √2

3.7  IL DISEGNO COMPLESSIVO

Disegno complessivo PianoL’insieme delle entità psico-geometriche che si sono elencate non è una mera sovrapposizione di figure, ma un potentissimo organo solare dalle intricate funzioni. Non ha un nome, ma ciò nulla toglie al suo altissimo valore, cui è demandata la costruzione della vita pianificata del Sistema solare.

L’eclittica reagisce a sei funzioni diverse e al loro insieme ritmico, che vi tracciano i segni del destino cosmico, in modo regolare e ordinato. In ciò si vede la potenza organizzante della settima funzione, senza la quale il tutto sarebbe scollegato, ciascuna figura operando autonoma. Non si potrebbe pensare a un progetto, e ne risulterebbe una vita disordinata, priva di senso, inceppata da opposizioni e mille incongruenze.

L’esame intellettuale del disegno complessivo non riesce a scorgere il prodigioso lavoro della settima funzione, che organizzando il composito ritorna all’Uno. Il raziocinio non riesce a vedere la potenza simmetrizzante della stella del 4, che è il cuore pulsante dell’insieme. Non sente l’Uno, non vede il Sette, non capisce il Quattro. Ignora pertanto la Via di mezzo e si smarrisce nel Cinque, rifiutando il Sei.

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[1] Si ricorda la “quadratura del cerchio”, antico problema geometrico, risolto in senso negativo solo alla fine del XIX secolo: “con l’uso della riga e del compasso non si può costruire un quadrato che abbia area uguale a quella di un cerchio dato”. Si tratta di quantità. Il problema non sussiste nell’Infinito, che è il puro regno della qualità.
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