Educazione e sviluppo della coscienza

 Se educare significa sviluppare le rette inclinazioni, possiamo affermare di essere ancora ben lontani da quella che dovrebbe essere la Vera educazione, cioè la scienza del collegare le parti integranti dell’uomo e del collegarlo, a sua volta, con l’ambiente e con quel Tutto più grande nel quale deve compiere la sua parte.

Pedagogia - Douris_Man_with_wax_tabletOgni aspetto umano, considerato come inferiore, può sempre essere semplicemente l’espressione di quello immediatamente superiore.

In questa frase sta una verità fondamentale che non solo racchiude lo scopo, ma indica anche il problema che si trova di fronte a tutti coloro che si interessano di educazione e soprattutto a quei tanti insegnanti “coscienti” che fanno le acrobazie pur di liberare il meglio dei loro alunni, con gli scarsissimi strumenti a loro disposizione.

È il problema di giudicare con esattezza quale sia il centro o il punto focale dell’attenzione di un essere umano e notare dove sia principalmente centrata la sua coscienza. Lo si dovrà allora istruire in modo da rendere possibile lo spostamento di quel punto focale in un veicolo superiore. Questa idea può essere espressa in modo altrettanto vero dicendo che il veicolo che sembra rivestire importanza predominante dovrà divenire secondario, vale a dire semplice strumento di quello che lo sovrasta o comprende.

MontessoriLa Scienza della Pedagogia, nata alla fine dell’Ottocento e sviluppatasi nel Novecento, ha prodotto teorie e metodi educativi che si sono occupati soprattutto di organizzare la mente inferiore: il bambino è stato sempre giudicato dalla capacità di reagire a una grande quantità di informazioni possedute da altri, facendo dell’educazione stessa o un allenamento della memoria o un uso esagerato della competitività o una sfrenata richiesta di diritti. Tali proposte pedagogiche si sono basate comunque sull’indottrinamento, sia esso repressivo o progressista, pur essendoci state idee e formulazioni di diversa natura, attente alla psicologia del bambino e ai suoi bisogni come quelle di Dewey, Agazzi, Montessori, Piaget e altri.

Pedagogia 1Per compiere un salto qualitativo bisognerebbe imparare dal Cielo, perché il contatto continuo fra gli elementi dello Spazio è reale, come pure il loro insegnamento, per cui sarebbe auspicabile giungere a un’educazione progressiva della coscienza, consona alle varie culture, che porti alla sintesi sulla visione generale del mondo e nel senso più ampio sull’uomo e sull’Universo.

 Questi principi universali forniranno le norme per una nuova Pedagogia che combatta l’eccessivo individualismo che impera nella nostra società, il che non vuol dire totale negazione di sé bensì una maniera di vivere planetaria, un’etica planetaria, un modo planetario di “sentire” per sopperire alla forte spinta di cui avremo bisogno per i grandi compiti che ci attendono.

 Un insegnamento planetario deve quindi basarsi sui contenuti del passato, deve proporre uno scopo all’impegno del presente e deve indurre alla costruzione di un futuro spirituale, non riferito come comunemente avviene a questioni religiose, ma a qualsiasi sforzo che muova l’uomo verso una maturazione che può essere fisica, emotiva, mentale, intuitiva o sociale, ma comunque avanzata rispetto alla sua attuale condizione. Ogni crescita è spirituale nella sua natura e indica la presenza di una divinità interiore: lo spirito dell’uomo, qui si ritiene, non muore bensì vive in eterno salendo di gradino in gradino sul Sentiero dell’Evoluzione, sviluppando di continuo gli aspetti e gli attributi divini.

Pedagogia 2Le teorie e la pratica pedagogica non dovrebbero prescindere dai punti cardine che riguardano l’esistenza umana, e quindi è opportuno sollecitare l’allievo a comprendere chi è veramente come Uomo, in che specie di universo vive, quale processo evolutivo ha attraversato per diventare autocosciente e in quale società dovrebbe stare per accelerare la propria e altrui crescita.

Educare implica qualcosa di più che analizzare un elemento e formulare conclusioni che portano ad ipotesi e spiegazioni infinite; è più che uno sforzo sincero di fare di una persona un buon genitore o un onesto cittadino; non deve mirare soltanto a rendere piacevole la vita e fornire una cultura che consenta di partecipare con interesse a quanto avviene nel mondo.

Il raggiungimento di tutto questo non è certamente un male, ma dal punto di vista dello sviluppo umano l’educazione dovrebbe essere molto di più e fare dell’uomo un cittadino intelligente, un genitore di buon senso, una personalità equilibrata in grado di compiere bene il suo compito nelle attività terrene, un essere che sappia vivere in armonia e in comunione con il prossimo e il mondo, in rispetto delle sue “regole eterne”.

A ben vedere, per essere efficace l’insegnamento deve essere accompagnato da profondo affetto, personale e nello stesso tempo impersonale, e deve saper inculcare lo spirito di gruppo, che è la prima espressione del vero amore, facendo in modo di condurre lo studente a discriminare correttamente circa le qualità e le necessità dei vari membri e in tal modo rendere superfluo il comune atteggiamento competitivo di ricerca dei difetti e di critica.

Nel processo di crescita dall’io al noi, l’individuo deve dunque rendersi consapevole della propria struttura fisica, emozionale e mentale per poter guardare la vita, il mondo dei fenomeni e delle relazioni obiettivamente, con occhi aperti; giungerà così a conoscere l’esistenza di quel passaggio interiore che potrà attraversare volontariamente per entrare coscientemente nel mondo della Realtà e così sviluppare rapporti con altre anime.

Pedagogia 3

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Una risposta a Educazione e sviluppo della coscienza

  1. Fortunato Aprile dice:

    I dati essenziali che l’articolo pone, estremamente condivisibili, sono delineati -pure con altre parole-nelle finalità formative implicate nelle Indicazioni ministeriali per il curricolo. Tali indicazioni sono del tutto disattese, perché mancano modelli applicativi credibili. Ho provato ad elaborare qualcuno di tali modelli. Senza provare tali modelli, in estrema libertà, ma col solo vincolo di applicare quanto previsto dalle Indicazioni, si fanno delle buone affermazioni di principio che però, fatta qualche apprezzabile esperienza isolata, lasciano le cose inalterate nella formazione di eserciti di deinos (dilapidatori delle pubbliche risorse) che fuoriescono dalle nostre scuole.
    Ma non scoraggiamoci.
    Fortunato Aprile

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