Il Divino Intelletto

Riprendiamo uno degli argomenti  introdotti dal precedente articolo “la scienza del pensare”, formulando una serie di pensieri che dovrebbero aiutarci a capire meglio il funzionamento della mente e insegnarci a pensare.

Non un solo attimo di vita è senza pensiero. Allora, se questo è vero e lo è, dove sta la necessità di apprendere ciò che già si fa? Riteniamo che, contrariamente a quanto si crede, saper pensare sia di vitale importanza, oggi più di ieri.

Per ampliare il campo dell’indagine, occorre una precisazione: “Cosa si intende per mente?”

Stupisce e consola scoprire che Mente ha lo stesso etimo di Madre: la madre alimenta la vita, la mente nutre i pensieri.

Madre – sanscrito matr – è “colei che pone in relazione attraverso la misura”, l’ordinatrice.

Mente – sanscrito manas, il divino intelletto – è la facoltà di misurare il mondo, di rapportarsi ad esso e di realizzare pensieri.

Mente ed intelletto sono termini che indicano il principio cosmico dell’amore intelligente, come espresso in un articolo di astrosofia.

Comunemente, il termine mente si utilizza per descrivere alcune funzioni del cervello dette superiori; in particolare quelle di cui si possono avere gradi diversi di coscienza quali il pensiero, l’intuizione, la ragione, la volontà,  la memoria, la sensazione; buona parte di queste facoltà contribuiscono a costruire quell’insieme che chiamiamo intelligenza. Resta fuori da questa definizione tutto il mondo dell’inconscio inteso come dimensione irrazionale e/o profonda, che, sempre comunemente, viene chiamata psiche.

Grazie a studi recenti, sappiamo che la nozione classica di materia è valida a partire dal livello degli oggetti visibili sino allo stadio chimico (molecolare e atomico), ma si modifica ai livelli sub-atomici. Si sa che gli atomi hanno determinate configurazioni dinamiche e, si dice, che oltre ad una rappresentazione particellare di questi enti, essi possano essere descritti in campi oscillanti destinati a fornire informazioni.

Gli aspetti più avanzati della fisica moderna che mediano tra l’interpretazione quantistica (modello standard) e quella ondulatoria, ipotizzano l’esistenza di un campo basilare simile al campo unificato. Il campo basilare unificherebbe i quattro tipi fondamentali di forze naturali e, poiché dal “campo unificato/basilare” si svilupperebbe ogni manifestazione in natura, è ragionevole ricercare la sua relazione anche con la mente dell’uomo.

La Teoria delle Stringhe che studia le meta-onde vibranti, parlando di campi, accenna ad una loro proprietà chiamata “autoriferimento” Grazie ad essa il campo unificato avrebbe una sorta di  percezione di se stesso.

Gli scienziati ipotizzano che l’autoriferimento possa essere interpretato come il primo stadio elementare di consapevolezza, e che la mente sia strutturata in modo da poter amplificare tale proprietà. La consapevolezza/coscienza non sarebbe il prodotto precario e quasi accidentale di un meccanismo biologico complesso quali il sistema nervoso e il cervello, ma sarebbe una proprietà fisica fondamentale ed universale presente a livello latente e primordiale nel campo unificato.

Si tratta di ipotesi che alcuni scienziati stanno cercando di perfezionare  mentre altri le avversano. Non ci interessa schierarci né possediamo le conoscenze per poterlo eventualmente fare, riteniamo, però, che lo sviluppo di queste ricerche offrirà all’umanità nuove conoscenze e nuove possibilità di sviluppo. D’altra parte anche una spiegazione fisico-scientifica della coscienza deve pur esistere ed occorre cercarla.

Come evidenziato e nonostante l’uso millenario, la mente è una realtà ancora poco conosciuta. E’ uno strumento prodigioso impiegato molto spesso in modo improprio e trascinato in questioni di scarso valore. Per di più, quel poco che se ne conosce non è insegnato, eppure è la mente che può creare nuove filosofie e nuove scienze.

Tutti gli uomini posseggono la capacità di guardare al futuro, di condurre  la mente in luoghi non ancora esplorati ma se questa è relegata e condizionata dalle pratiche quotidiane, non può andare molto lontano. Se dici a qualcuno: smetti, almeno per un po’, di pensare al lavoro, alla famiglia, al governo ladro, al marciume, alle difficoltà e prova a guardare altrove, sarai fissato da due occhi sconcertati che ti diranno che è impossibile, come si fa a guardare altrove? E dove?

Staccare la mente dalla concretezza sembra un bel consiglio privo di consistenza; eppure la rieducazione della mente inizia da qui. Si tratta di capovolgere l’atteggiamento, che si crede l’unico possibile, e invece di occuparci di questioni solo in apparenza vitali e decisive, disporci ad accogliere energie più sottili e impersonali. Allora la mente si accende.

Ci piace paragonare la mente ad una chiave “sostanziale” che apre la porta della saggezza dove per saggezza intendiamo la conoscenza ottenuta con l’esperienza e illuminata dall’amore, specialmente quando affermiamo che la mente è il mondo del pensiero ed esprime la volontà di agire.  In lei abita quell’energia che trasforma le Idee Universali in ideali destinati a creare evoluzione, cultura e civiltà.

Molte sono le sue caratteristiche: ha natura volatile, si disperde facilmente ma, altrettanto facilmente, si propaga come un gas ed è l’agente che può essere illuminato e può illuminare; riceve impressioni da tutti i piani: fisico, eterico, psichico, spirituale che la raggiungono con impulsi energetici differenti e possiede gli strumenti per interpretarli e sintetizzarli. E’ sia astratta che concreta: può creare un pensiero puro, matematico, in grado di sintetizzare in una formula  un processo complesso, oppure miriadi di forme pensiero dalle più elevate alle più misere. La mente cerca, scruta e trova.

Con la mente, dunque, si crea, nel bene e nel male e in questo concetto sta la sua gloria, la sua pericolosità o la sua mediocrità.

Tutte le energie e le forze che la scienza studia hanno origine da quel principio vitale che informa di sé il nostro sistema solare e l’intero Universo e se la Vita è tutto ciò che esiste, è legittimo pensare che essa possegga una Mente, una Coscienza, che pervade l’intera Natura, noi compresi. Se così è, la mente umana e quella universale sono compatibili e, ammesso di rivolgere lo sguardo “oltre”, l’uomo può capire quanto basta per muoversi e contribuire alla realizzazione di quella porzione di Piano che gli compete.

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Una risposta a Il Divino Intelletto

  1. Anna Z. dice:

    E’ proprio vero che la mente, zeppa di svariati pensieri ordinari, si trova quotidianamente nel disordine e nella confusione, ma essa ha anche l’abilità di accogliere pensieri chiari e superiori, semplicemente contemplandoli.
    Per poter ”pensare veramente” è necessario distogliere lo sguardo dal caos della mente concreta, in cui c’è un flusso continuo e mutevole di vortici psichici che impediscono la visione della luce e, nel farlo, come per magia, si diventa coscienti che al di sopra di quel caos esiste un meraviglioso giardino costantemente curato e scintillante. E allora chi giunto a tale scoperta sarebbe così pazzo da ritornare in quel tetro disordine? Chi potrebbe preferire una casa buia e sporca ad una ordinata e piena di splendore? Si potrebbe rispondere : l’uomo! Già, l’uomo riesce a fare anche questo, per pigrizia, per ignoranza, per superbia riesce a negarsi il piacere di vivere veramente dove trionfa la Luce, dove non esistono separazioni, dove regna la comunione, dove nel silenzio aumenta la gioia.
    Imparare a pensare è un’inversione della coscienza per cui l’impalpabile diventa evidente grazie al giusto orientamento, alla direzione verso cui ci si rivolge e dirigere la mente verso la Luce è l’unico modo per staccarsi dall’ambiente oscuro e spento della comune forma mentale.
    E’molto semplice e forse per questo sembra impossibile : basta guardare in alto verso il Cielo che, illuminato dalla Luce, si fissa nella mente di chi lo ammira.

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