27 agosto – Congiunzione eliocentrica Terra- Fomalhaut (Pesce Australe)

In questa nona fase del ciclo terrestre sacra alla Madre-Padre cosmici (Asse zodiacale Virgo-Pisces), la Terra, vista dal Sole, solca le vivificanti Acque siderali dell’Acquario, “la forza realizzatrice dell’universalità”, in cui confluiscono le energie del cono stellare abitato dalla coda del Cigno, da Pegaso, dal Pesce Australe, dalla Fenice e dalla parte finale del fiume celeste Eridano:

Cono stellare AcquarioIl 27 agosto intercetta in particolare l’energia primaria della fulgida Fomalhaut, la bianco-azzurra del Pesce Australe.

A livello cosmico, in direzione del Polo Sud galattico in direzione della costellazione dello Scultore, sfolgora Fomalhaut (30° di latitudine Sud rispetto all’Eclittica), principale Stella della costellazione del Pesce Australe, il Pesce singolo associato alla Dea del Mare Ishtar, l’aspetto femminile di Oannes-Capricorno, la Capra con coda di pesce: Fomalhaut è la “bocca del pesce” che beve o riceve il fiume di acqua di vita sgorgante dal vaso dell’Acquario, a purificare i fiumi astrali affinché lascino scorrere la forza salvifica delle stelle, del cielo, della Vita.1

La Bocca del Pesce solitario, nome che deriva dall’arabo Fam al-ħūt per la sua posizione nella costellazione, è situata quindi ai piedi dell’Uomo con la brocca accanto al Capricorno. Si individua nel Firmamento prendendo come riferimento il lato occidentale del Quadrato di Pegaso, il cavallo alato simbolo della mente superiore che tocca la situla dell’Acquario, prolungandolo verso sud di circa 45° (ossia tre volte il lato del Quadrato):

FomalhautLa sfavillante Fomalhaut è il simbolo dell’Avatar2 e, per la Terra, del passaggio tra le due Ere e della venuta dei Salvatori del mondo3.

È interessante notare che le energie che agivano sul nostro pianeta quando il sole si trovava in Ariete (circa dal 2200 a. C. all’anno 0) produssero nel simbolismo religioso l’enfasi sulla capra o ariete e che nell’attuale era dei Pesci queste influenze hanno colorato il nostro simbolismo cristiano al punto da far predominare il pesce nel Nuovo Testamento e nel nostro simbolismo escatologico: “Il pesce: simbolo del principio buddhico [amore cosmico], la vita manifestata sulla terra. Da notare: l’avatara di Vishnù4, il segno dei Pesci, il pesce, Gesù il pescatore d’uomini”. (Da: A.A.Bailey, Trattato del Fuoco Cosmico, Collezione Lucis, nota a pag. ingl. 775)

La mitologia ci svela il legame tra il Piscis Solitarius, padre dei due Pesci zodiacali, e le divinità marine. La nascita stessa della costellazione viene attribuita alla Dea della fertilità Atargatis-Derceto di origine siriana, conosciuta come dea-sirena5, che veniva rappresentata come una donna dal corpo pisciforme: era la donna del Mare, l’Afrodite Anadiomene dei Greci che veniva anche chiamata Ishtar ed era considerata la paredra (colei che siede accanto) del dio Oannes, detto anche Dagon, che ispirò la figura del Capricorno, come si è detto:

“…se sostituiamo alle gambe penzolanti nell’acqua dell’Acquario le pinne ittiche di Tritone, facendole svolgere fino alla luminosa stella Fomalhaut, ci appare in tutta la sua maestà Tritone, il signore dell’oceano6, in trionfo sul trono marino dello zodiaco, circondato nel Mare celeste dai Pesci, dal Delfino, dal mostro marino Ceto, dal Capricorno pinnato e da Pegaso, il cavallo sacro a Poseidone.” (G. M. Sesti, Le Dimore del Cielo, Ed. Novecento, pagg. 222-23)

La lucida Fomalhaut, astro di prima grandezza, è molto famosa nell’astronomia antica: nella monarchia persiana era chiamata Hastorang ed era una delle quattro Stelle Reali che sovraintendevano alle altre stelle (oltre ad Aldebaran, Regolo ed Antares). Un altro nome dato alla stella è Difda al Auwel, derivante dall’arabo ‘la prima rana’. La seconda ‘rana’ è Deneb Kaitos, β Ceti (costellazione della Balena); tale nome deriva probabilmente dal fatto che Fomalhaut precede Deneb Kaitos nel suo moto apparente nel cielo, ma certamente tradisce la loro relazione con le profondità acquee.7

Nel Coelum stellatum christianum il Pesce Australe è ancora indice di abbondanza e diviene la ‘brocca di Sarepta’ che allude ad un episodio del primo Libro dei Re, dove si narra che Israele fu colpito da una terribile siccità a causa della quale seccarono tutti i torrenti del paese. Allora il Signore ordinò ad Elia di recarsi a Sarepta, dove una donna l’avrebbe nutrito e dissetato: “La giara della farina non giunse mai alla fine e la brocca dell’olio non rimase mai vuota secondo la parola che il Signore aveva detto per bocca di Elia.”8 (A. Cattabiani, Planetario, Oscar Saggi Mondadori, pag. 241)

La splendida Fomalhaut appare anche in una delle allegorie del Purgatorio dantesco come una delle “tre facelle di che ‘l polo di qua tutto quanto arde”9. Sarebbero le tre virtù teologali: fede, speranza e carità, che l’interpretazione maggiormente accreditata identifica con le stelle brillanti Canopo (alfa della Carena della Nave Argo), Achernar (alfa dell’Eridano) e Fomalhaut.

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In sintesi, Fomalhaut potrebbe dunque essere l’Avatar che cavalca solitario e solca l’Oceano celeste simbolo delle acque primordiali, generative, purificanti e salvifiche, che accolgono le altezze aeree del Cielo settentrionale: Fomalhaut feconda e purifica il profondo Abisso. Con la Sua opera incessante nutre ed alimenta la purezza universale della Madre e pervade tutte le vite, liberando ciò che in esse può ascendere nella realizzazione progressiva della Volontà del Padre, dello Spirito.

Il nostro amato Pianeta intercetta ora, in tale data 27 agosto, grazie al Suo moto di posizione tra il Sole e la Stella, i valori espressi, precipitandoli nella manifestazione sistemica.


1 Bere: dalla radice pa,‘bere, atto con cui si effettua l’azione purificatoria’, collegato a pesce: “Radice sanscrita pis, ‘azione continua legata ad una attività purificatoria’”. In indoeuropeo la radice ebbe un duplice significato: il primo si riferiva alla purificazione del corpo mediante l’assunzione di acqua, cioè il‘bere’; il secondo si riferiva all’effetto salvifico della purificazione, cioè ‘il preservare’, ‘il proteggere’. In famiglia i riti purificatori erano officiati dal padre, pitr, latino pater, ‘il purificatore’ e ‘il protettore’ per eccellenza. Poiché tale attività di ‘purificatore’ svolta dal padre era il presupposto necessario ad ottenere la ‘protezione’, si preferisce ricondurre il nome pater alle originarie radici pi/pu ‘purificare’ (Da: F. Rendich, Dizionario Indoeuropeo, Palombi Editore, pagg. 235-38)

2 “Avatar deriva dal verbo sanscrito avatr: discendere, incarnarsi, ‘attraversare (il cielo) verso il basso’. Il senso era quindi ‘discesa sulla terra di una divinità’”. (ibidem, pagg. 42 e 128)

3“… Il Pesce del Sud o Pesce Australe, che rappresenta, in connessione con l’Acquario, la venuta dei Salvatori del Mondo. È da notare che qui, al culmine dei Pesci, abbiamo un solo pesce, l’Avatar, e non i due pesci legati assieme”. (Da: A.A.Bailey, Le Fatiche di Ercole, Collezione Lucis, pag. 101)

4 “Vishnu, incaricato di salvare l’umanità dal Diluvio Universale, si incarnò, fra gli altri Avatara, anche in un pesce. Il Dio indiano della conservazione e della protezione misericordiosa dell’universo si era fatto pesce per svolgere la sua azione salvifica, ricordando così anche la funzione vitale dell’elemento Acqua”. (Wikipedia)

5 “Nella Sirena, la dea-pesce, abbiamo il simbolo dell’unificazione della Vergine col suo segno opposto, i Pesci.” (Da: A.A.Bailey, Le Fatiche di Ercole, Collezione Lucis, 65)

6 “In certe scritture antiche, il Cristo, grande Maestro d’Occidente e attuale Iniziatore del mondo, è chiamato Nettuno, Signore dell’oceano – il Cui simbolo astrologico, il tridente, significa la Trinità manifesta – e Che presiede all’epoca di Pisces. Dicono quelle frasi, in termini esoterici: … le divinità marine che da terra (Virgo) si sono tuffate in acqua (Pisces) partoriscono assieme il Pesce divino (il Cristo) che versa acqua di vita nell’oceano della sostanza e così illumina il mondo. Questa è l’opera di Nettuno.” (Da: A. A. Bailey, Trattato dei Sette Raggi, III vol., Astrologia Esoterica, pag. 220)

7 “Molti racconti ci parlano delle rane come dell’emergere dalle profondità del femminile velato. Il vocabolo ebraico zefardim che traduciamo con rane può essere letto come ‘sviluppo delle conoscenze’. La rana è il simbolo della conoscenza nascosta nell’inconscio, le acque, ma che lo sposalizio dell’uomo con il suo altro lato del profondo fa scaturire alla luce, l’asciutto.” (Wikipedia)

8 I Re, 17. Gesù ricorda questo episodio in Lc 4, 25-26.

9 Dante Alighieri, Purgatorio, VIII, 85-93.

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2 risposte a 27 agosto – Congiunzione eliocentrica Terra- Fomalhaut (Pesce Australe)

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