L’Osservatore e l’Anima

Abbiamo detto in altro articolo di questa pagina che l’osservazione del sé minore comporta la necessità di conseguire la “Divina indifferenza”.

L’osservatore infatti non può trovarsi allo stesso piano di colui che osserva e, poiché i due sono una sola entità, esso deve, in un certo senso, generare da sé un “maggiore”. Per farlo occorre che impari a dividere l’attenzione ed a vivere contemporaneamente a due diversi livelli di coscienza; ad essere, insomma, attore e spettatore di se stesso.

E’ semplice, ma per nulla facile, poiché la mobilità dei nostri veicoli richiama costantemente la nostra attenzione, distogliendola da uno dei due fuochi. Lo spettatore allora o si estrania completamente, oppure finisce nello spettacolo e occorre ricominciare con rinnovata determinazione.

Questo esercizio, coronato per lo più da insuccessi, ci insegna tuttavia molte cose sull’attitudine dello spettatore e sulla situazione di colui che è osservato e, a poco a poco, cambia il nostro approccio nei confronti della vita.

L’osservatore comincia ad attivare la vista del cuore ed a guardare amorevolmente il minore senza giudicarlo né volerlo diverso da com’è, a non tener conto dei risultati ma dei suoi sforzi, ed a vedere le sue piccole grandezze anziché le grandi piccolezze. Il cuore conosce infatti le creature non nella loro contingente limitatezza, ma nella loro splendente infinità.

L’osservato, sentendosi tale, non è più lo stesso di prima e comincia a disidentificarsi dalla meccanicità delle proprie reazioni, a mettere in discussione le proprie certezze, ad accedere a comprensioni più profonde e reali.

In questa sorta di gioco si tirano quei fili che integrano la persona e che la collegano all’anima, finché si ricomponga l’unità ad un altro livello di coscienza.

L’anima vive in cicli più ampi ed ha obiettivi diversi da quelli della persona che via via ne viene attratta e impara a vivere in orizzonti nuovi, più vasti ed a sentirsi chiamata a imprese che trascendono l’attuale esistenza terrena, pur vivendo la quotidianità apparentemente limitante della propria vita. Ci si trova dunque a “vivere nel mondo senza essere del mondo”.

corpo di luce

La Psicosofia che, come suggerisce l’etimo, è consapevolezza della vita spirituale, è essenzialmente quella scienza che, focalizzandosi sul livello animico, si occupa delle diverse fasi del percorso d’integrazione della persona, dapprima con l’anima e poi con l’aspetto monadico, la Vita.

Può sembrare strano associare la parola scienza all’anima, che è ordinariamente considerata come qualcosa di evanescente e non osservabile, eppure ogni livello di coscienza ha le sue leggi che sono il riflesso di quelle cosmiche.

L’anima è un’espressione della mente divina, poiché mente ed intelletto sono termini che indicano il principio cosmico dell’amore intelligente, un amore che genera un’apparenza mediante la natura mentale e quindi costruisce forme o apparenze separate. L’anima inoltre, con la qualità dell’amore, produce la fusione fra apparenza e qualità, fra consapevolezza e forma. 

L’anima è il principio di sensibilità che soggiace ad ogni manifestazione esteriore, pervade ogni forma, e costituisce la coscienza divina. L’anima peraltro, da un certo punto di vista, è un aspetto del corpo, poiché esiste un’anima in ogni atomo di qualsiasi corpo di tutti i regni della natura.

L’anima è essenzialmente luce, sia letteralmente come vibrazione, che filosoficamente come vero mezzo di conoscenza. L’anima è luce simbolicamente, poiché è come i raggi del sole che affluiscono nelle tenebre; l’anima, tramite il cervello, produce rivelazione. Getta la propria luce nel cervello, e la via dell’essere umano diviene sempre più illuminata. Il cervello è come l’occhio dell’anima, che guarda nel mondo fisico; nello stesso senso l’anima è l’occhio della Monade, ed in uno strano senso occulto, il quarto regno di natura, l’umano, costituisce l’occhio della Divinità planetaria sul nostro pianeta.

Una nuova Cultura/Civiltà dovrà necessariamente fondarsi sulla consapevolezza dei diversi livelli dell’esistenza, tutti fra loro interconnessi. Psicosofia ed Astrosofia saranno strumenti preziosi a questo fine.

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