Sacralità del Lavoro

Ciascuno di noi conosce la soddisfazione intima e profonda che sgorga spontaneamente quando si termina un lavoro appassionante che ha dato anche risultati adeguati allo sforzo richiesto.

E conosce anche quel “canto” interiore che lo accompagna in un lavoro di squadra, che lo sostiene in un lavoro solitario ma teso ad uno scopo comune, che lo incita a dare il meglio di sé anche quando le energie vengono meno e ciò che si è prodotto sembra essere ben lontano da quanto si era sperato di ottenere.

Cosa c’entra il lavoro con l’Astrologia? chiederete. Eppure senza lavoro non c’è progetto che si realizzi, non c’è modello che possa essere reso palese, non c’è Universo che sia in grado di mantenersi in Vita.

Senza lavoro, incessante, silenzioso, armonioso, sacro, non c’è Cielo che possa risplendere, né alcuna geometria che possa essere tracciata a vivificare lo Spazio.

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Come sappiamo, qualsiasi Modello necessita di un piano, ovvero dell’incontro di Spazio e Luce: questi elementi costruiscono un campo d’interazione e consentono al piano di esplicitarsi e manifestarsi secondo le linee del proposito in esso latente.

Non solo. Abbisogna soprattutto che dal cuore di quel piano venga svolto del lavoro a tutti i livelli, affinché il progetto possa concretizzarsi in tutte le sue infinite articolazioni.

In Cielo vediamo milioni di operai, vediamo milioni di luci silenziose ma ardenti che senza sosta lavorano ai “cantieri dell’Uno”, intessendo geometrie luminose che incidono la Sostanza spaziale e permettendo all’impulso di Fuoco che le ha mosse di dar vita a formule e forme.

Nel Sistema Solare si scorge un Piano, l’Eclittica, vero e proprio progetto solare e fonte di ogni geometria tra Luminari, su cui gli “operai celesti” approntano il lavoro comune, un lavoro che si manifesta secondo cicli, date e direzioni che si possono leggere e comprendere in relazione alla propria coscienza; nel Sistema Solare ciascuno ha la sua parte, secondo funzione, e l’armonia che ne deriva è garanzia della riuscita finale della Grande Opera; nel Sistema Solare ciascuno ha la sua specifica mansione, tutte indispensabili e commensurate all’operaio, e la “musica delle sfere” che ne scaturisce non è altro che la perfetta aderenza al proprio compito che si fa melodia, si fa laborioso partecipare alla Bellezza dell’Uno, si fa Spirito.

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L’Universo non si stanca di lavorare, giacché il lavoro è il modo più tangibile per costruire il futuro, il lavoro è condivisione e unità, il lavoro è gioia.

E se vogliamo costruire Modelli che siano vitali e magnetici, che consentano all’Umanità di procedere nel suo cammino evolutivo, ecco che basta un gesto tanto semplice quanto potente: imitare il lavoro del Cielo, farci operosi e instancabili come i Luminari e le Stelle che percorrono incessantemente la loro orbita e si fanno strumenti consapevoli del Proposito Uno.

La tensione verticale che l’uomo è in grado di esprimere gli permette infatti di farsi specchio perfetto del Proposito e nello stesso tempo agente vibrante e magnetico, non passivo, di quello stesso Proposito: questa stessa aspirazione attiva gli consente poi, attraverso un lavoro rituale, solenne e disinteressato, di manifestare il Piano e di creare il futuro, nello stesso modo in cui plasma con le proprie mani i più svariati utensili e con la propria mente parole e concetti.

L’Astrosofia è anche questo: saper collaborare in modo intelligente e consapevole alla costruzione del Tempio Spaziale mediante il proprio lavoro, interiore ed esteriore.

L’Astrosofia è saper imitare i Modelli imparando a splendere sorridendo come Stelle e a irradiare Fuoco come un Sole.

E’ imparare a definire la propria orbita terrestre e celeste sull’Eclittica del Piano divino accendendo la coscienza e tenendo con fiducia la rotta, una rotta che punti senza esitazione all’Uno.

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