7 – 7 – 2013 – Allineamento Vega – Terra – Sole – Sirio

In tale Data la Terra si unisce con la proiezione eclittica della brillante Vega, il suonatore della settemplice Lira nel mito di Orfeo e nostra futura Stella polare tra circa 12500 anni, l’opposto polare (rispetto al nostro Sole) di Sirio, il ‘Sole dei Soli’, l’Iside celeste.

Intorno a Vega, per via della sua grande brillantezza (la quinta per magnitudine del nostro Cielo) e della sua posizione nel cielo notturno, si è intessuto un discreto apparato mitologico e religioso-esoterico.

È la stella principale della costellazione della Lira: “l’arpa dalle sette corde – il settuplice mistero dell’Iniziazione” di Orfeo – che Ermes/Mercurio costruì da un guscio di tartaruga in onore delle Pleiadi (una delle Pleiadi, Maia, era la madre di Mercurio) e che “l’uomo impara a suonare per fare della sua vita una musica”, armonizzando così in sé le sette diramazioni del Raggio divino creatore; “l’Eptacordo di Apollo, la lira del Dio radioso, in ognuna delle cui corde dimora lo Spirito, l’Anima ed il corpo astrale del Cosmo”, la Scienza dell’Armonica si direbbe oggi. Orfeo è figlio della musa della poesia Calliope ed è il Thot egiziano e l’ebreo Enoch, l’inventore delle Arti, delle Scienze, della scrittura o lettere, della Musica e dell’Astronomia, “il primo che ridusse a sistema il moto dei pianeti”, associato da Igino e Platone alla costellazione del Cigno, confinante con la Lira [1].

Vega si trova lungo quell’immaginario circolo che l’asse terrestre descrive nel cielo nel corso di 25000 anni secondo la legge della precessione degli equinozi; su questo circolo si succedono così le varie stelle polari: oggi abbiamo Polaris nell’Orsa Minore, 3000 anni fa era Thuban nel Drago, 12000 anni orsono il centro fisso del cielo stellato era appunto Vega.

Anche il cosiddetto “apice” verso il quale il nostro Sistema solare si dirige per gli astronomi si trova tra Vega e la costellazione dell’Ercole.

Vega è dunque un punto notevole per la nostra evoluzione nello Spazio.

Vediamone ora gli intrecci con le altre Potestà stellari, con lo sguardo penetrante che aiuta a fissare nel cuore quella rete di Luce, fonte di energia eternamente rinnovabile.

La ‘feconda e rosseggiante’ Vega, il cui nome deriva dalla seconda parte del nome della stella النسر الواقعan-nasr al-wāqi’ con il significato di ‘avvoltoio planante’, è la compagna di Altair, la lucida dell’altro Rapace del cielo (l’Aquila), nella custodia del Fiume d’argento della Via Lattea [2], e insieme ad essa allestisce il cosiddetto ‘Triangolo estivo’, il triangolo isoscele incastonato tra il Drago/Orse e le Costellazioni zodiacali dell’alto Cielo solare (Sagittario, Capricorno, Acquario).

VegaTale triangolo è simmetrico al perfetto (equilatero) ‘Triangolo invernale’, disegnato da Betelgeuse, Sirio e Procione (a sud delle costellazioni dei Gemelli, del Cancro e del Leone), asterismo anch’esso inanellato nel fiume infuocato della Via Lattea.

Ricordiamo che, per la Tradizione esoterica, il Cigno e l’Aquila sono il simbolo il primo del volo radioso dell’Anima, la cui grazia conferisce l’arte della creazione armonica (Orfeo), e la seconda del Potere dello Spirito, del suo sguardo sovrano e acuto come occhio d’aquila. Tali creature alate (analoghi ai corpi e livelli spirituali) volano attorno alla cupola del Tempio celeste (Orse e Drago, Poli Nord), mentre l’altro triangolo “orizzontale” sostiene in modo lucente (Orione, Sirio, Procione) l’altare del Piano comune solare (eclittica).

Il primo sembra analogo, nel microcosmo uomo, al triangolo direttivo della Testa (Altair: centro testa/ghiandola pineale; Deneb: centro ajna/pituitaria; Vega: centro alta major/carotide), il secondo all’intelligenza del Cuore (il Cacciatore di Luce Orione/Betelgeuse con i due aspetti della mente – il Cane maggiore/Sirio e minore/Procione – e al centro la costellazione dell’Unicorno).

Triangolo invernaleCercando di esprimere in una formula, potremmo tradurre questi potenti intrecci triadici stellari con: l’onnipervadente Suono della Vetta da una parte e la Luce creatrice del Cuore cosmico  dall’altra.

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In tale direzione/data, 7 luglio, simmetrica a quella del 5 gennaio (allorché, per la visione eliocentrica, la Terra è congiunta a Sirio), si delinea la seguente proporzione tra ‘fuochi’, che rapporta la nostra amata Terra alla Luce superna del Cosmo attraverso la sua ‘anima’, il Sole:

Terra : Sole = Vega : Sirio = Triangolo estivo : Triangolo invernale

È una direzione sacra al Suono e alla Luce dell’Amore: la Terra, un Orfeo solare, riceve il Soffio ispirativo di Sirio attraverso il pieno fulgore del Sole e si unisce con la propria lira al ‘Canto sempiterno del grande Lavoro’ [3] cosmico. L’accordo vibra da un’Eternità all’altra e risveglia e sospinge i cuori ai voli sonori e altissimi dello Spirito.

“Origene diceva: ‘Gli occhi del cuore vedono l’Essere’. Solo il cuore discerne la bellezza del mondo creato dal Cuore dell’Universo. L’amore del Cosmo pone in essere la conoscenza-diretta. Che si amino i gigli, o i mondi lontani, la base è sempre lo stesso principio universale. Sì, sì, sì! Noi misureremo in base all’amore cosmico!”. (Infinito I, 76)

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[1] “Enoch è il settimo Patriarca; Orfeo è il possessore del Phorminx, la lira a sette corde, che è il settuplice mistero dell’Iniziazione. Thoth, che ha sulla testa il Disco Solare a sette raggi, viaggia nel Battello Solare (i 365 gradi), saltando fuori ogni quarto (salto) anno per un giorno. Infine, Thoth-Lunus è il Dio settenario dei sette giorni, cioè la settimana. Esotericamente e spiritualmente, Enoïchion significa il Veggente dall’Occhio Aperto”. (H.P.Blavatsky, Antropogenesi, Collana Cintamani, pag. 602)

[2] Vega e Altair, la Tessitrice e il Pastore Celeste, protagoniste secondo un’antica orientale di una grande storia di amore e fedeltà: “Una volta l’anno, nel settimo giorno della settima luna”, cessano il loro instancabile lavoro per congiungersi. “Allora il Pastore celeste si reca all’incontro amoroso con la Tessitrice; per fargli passare il fiume accorrono da tutta la terra le gazze, che volano sulla Via Lattea e formano con le loro piume un ponte sul quale egli camminerà… L’aria dispersa si riunisce ancora, le gocce infrante di rugiada si fondono insieme; ogni cosa è decisa dal Fato e fissata da leggi celesti”. (estratti da: G. M. Sesti, Le Dimore del Cielo, Ed. Novecento, pag. 237)

[3] Da: Foglie del Giardino di Morya I, § 200, Collana Agni Yoga.

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