La radice originale

In questa tappa del nostro cammino, allo scopo di fissare una pietra miliare nel percorso di riscoperta del linguaggio, ci soffermiamo sulla radice da cui prende nome la famiglia linguistica,  ariana o indoeuropea, alla quale appartiene l’Italiano: *AR-.

Prendiamo così le mosse non dalla domanda su un termine che ci coinvolge e incuriosisce, come siamo soliti fare ma, all’opposto, dalla radice che sta alla base di alcune parole che faremo risuonare insieme, porgendo l’orecchio alla vibrazione originaria, acquisendo una consapevolezza nuova del loro valore.

Già è balzata l’importanza atavica di questa radice, rilevando che è proprio essa a denominare il popolo ariano che parlava la primigenia lingua madre comune: *AR esprime l’idea del “moto per unire”.

Nel nostro viaggio incontreremo in futuro alcune radici particolarmente importanti, sulle quali si basa il DNA della lingua e che esprimono alcune idee fondamentali della psiche: iniziamo dalla prima e dalle sue varianti, *AR-/*OR-/*UR-, che secondo alcuni linguisti sono espressioni dell’originaria consonante “R”.

E’ curioso notare che già Platone – nel Dialogo Cratilo, 37 – facesse dire a Socrate che il suono “r” esprime l’idea del movimento, anticipando le scoperte della Linguistica storica nata alla fine del Settecento!

Con un altro balzo nel tempo, ascoltiamo per un istante l’esordio del “Cantico delle Creature” di San Francesco, posto all’inizio di tutte le antologie scolastiche perché è il testo poetico più antico della letteratura italiana che si conosca:

 “Altissimu, onnipotente, bon Signore,

tue so’ le laude, la gloria e l’honore et omne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfano et nullu homo ene dignu te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,

specialmente messer lo frate Sole …”

013 luglio guardare in alto

Quest’inno è un potentissimo magnete, posto alla base della lingua italiana, ed esprime un intenso sentimento di comunione: inizia invitandoci a guardare verso l’Alto.

Nel termine “altissimu” la sillaba iniziale “AL” è una variante della radice *AR-, poiché impareremo a conoscere che l’originaria “r” indoeuropea è  intercambiabile con la più tarda “l”.

Possiamo formare una scala di parole, ognuna generata dalla radice *AR-, colorata da una particolare qualità:

1)      ORIGINE: l’inizio della creazione

2)      ORIZZONTE:  il contatto tra il Cielo e la Terra

3)      ORIENTE: il punto in cui sorge il Sole

4)      ARMONIA: la composizione perfetta

5)      ARATURA: il primo lavoro dell’uomo

6)      ALTARE: il simbolo della religiosità

7)      ORDINE: la disposizione unitaria di elementi

Questa è una delle innumerevoli scale che si possono comporre, e ogni parola meriterebbe di essere sviscerata, poiché è pregna di significato: si cita ad ed. il temine “aratura”, fendere il suolo affinché la terra dia frutto, ma si noti che  il sanscrito aritras significa “remo”, che fende le onde.

Qui importa soltanto porgere l’orecchio alla radice originaria di queste parole, gustarne il sapore, penetrarne l’espressione evocatrice di idee, guardare nella direzione che ci indica: al moto per unire, all’Alto.

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