Il Ciclo

Si propone con il presente articolo (tratto da: “Dal Tempo lineare al Tempo ciclico“) una visione nuova, benché antichissima, del tempo[1].

Il tempo è ordinariamente inteso quale successione lineare o quantitativa di istanti uniformi, inanellati indistintamente tra passato, presente e futuro.

mandala

Per la filosofia esoterica orientale ed occidentale, il tempo può essere altresì riconosciuto quale “successione di stati di coscienza”[2], ciascuno dei quali unico ed irripetibile nella propria qualità.

L’essenza del tempo qualitativo sarebbe svelata dall’idea di ciclo.

Ciclo è parola che deriva dal greco kýklos e significa cerchio, giro. Contiene in sé l’idea di circolarità, ossia di ritorno, ma, essendo in verità una spirale, ogni sua voluta non vedrà mai la fine coincidere con l’inizio. Questo scarto o differenza, che è il ‘passo’ della spirale, dal punto di vista qualitativo rappresenta il progresso maturato, ovvero esprime l’avanzata e-volutiva del ciclo.

Secondo tale intendimento, il ciclo, il tempo ciclico, è un vortice ritmico di energia dotato di qualità, l’espressione spaziale del moto degli “stati di coscienza”, dell’evoluzione universale e particolare.

Ecco espressa sinteticamente l’ipotesi di base del Pensiero filosofico esoterico:

La Vita, che è e persiste ovunque e sempre, è quell’energia che si auto-genera incessantemente, all’infinito. Nella sua natura è Spazio vivo, il contenitore universale, e in essenza è Moto vitale, o Fuoco in termini metafisici.

Tale essenza vivente primordiale, ignea e dinamica, moltiplicandosi o ripartendosi senza sosta, sommuove qualsiasi punto dello Spazio. Avanza, ruota, e dunque spiraleggia.

Se la Vita è, in realtà “impulsa”, ma non evolve; ciò che si muove, si espande e migliora è la Coscienza, il supremo rapporto tra la Vita e lo Spazio, tra lo spirito e la sostanza, tra l’energia e la materia.

La Vita, o spirito/energia, è incessantemente pulsante, dinamica, propulsiva.

Lo Spazio, o sostanza/materia, convibra, oscilla, ruota.

La Coscienza evolve secondo un moto ciclico a spirale.

I suoi vortici creativi, o cicli, non possono dunque che essere entità vitali, spaziali e coscienti, ossia in grado di produrre evoluzione.

Il ciclo è il soffio e l’arco della coscienza.

 rotazione polare

“Il moto rotatorio è un simbolo cosmogonico. Chi vede in quel semplice processo il simbolo di una grande attività ha ben compreso la correlazione fra Macro e microcosmo. A livello fisico la rotazione a spirale è la base per l’accumulo della sostanza, e anche il pensiero agisce nello stesso modo. Dalle Vette supreme al caos, lo Spazio è intensificato dalle spirali di coscienza. Il pensiero spiraleggiando, si trasforma in sostanza e permea il Cosmo intero. Questo processo è da capire e riconoscere. E’ come una fusione che fornisce sempre nuova sostanza, poiché il pensiero è inesauribile. Molti vantaggi si avrebbero in Terra se si capisse la sostanzialità del pensiero.”[3]

Secondo tale ipotesi di partenza, ogni ciclo è mosso da un’unità di vita cosciente, ha un suo campo o sfera d’influenza, e ha uno scopo, che raggiunge tramite un progetto ordinato, ritmico e sequenziale.

Il ciclo è, in altre parole, la spirale creativa della Vita che immette nello Spazio le energie necessarie all’evoluzione, differenti e qualificate, che ogni forma in esso vivente esprimerà a suo modo, secondo il suo grado o potere di rispondenza.

Il ciclo, tra le sue proprietà principali, presenta una capacità infinita di “contenimento”. Ciascun giorno ad esempio, che è una rotazione ciclica del pianeta, contiene tutti gli altri giorni trascorsi, fin dalla “notte dei tempi”. Esso esercita, dunque, una continua e progressiva azione di aggiornamento, altro nome di evoluzione.

Ciclo 840 anni

Inoltre, sebbene ogni ciclo nella sua struttura sia pressoché identico a qualunque altro, esistono innumerevoli “gerarchie evolutive” tra essi. Distinguiamo così cicli maggiori che contengono cicli minori.

Studiare i cicli significa quindi pensare il proposito, la natura e l’essenza della Vita.

Significa anche presupporre che l’energia della Vita ha un suo piano o progetto evolutivo, messo in atto per raggiungere lo scopo attraverso l’incessante ma ritmica produzione di forme e l’evoluzione progressiva della loro qualità.

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[1] Etimologicamente la parola tempo deriva dalla radice indoeuropea *TAM-, che esprime l’idea di dividere, di scandire (gr. tem-nÔ=divido, separo; latino tempus). Importante notare che ha la stessa radice della parola tempio, che indicava il recinto sacro.Secondo F. Rendich (Dizionario etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee, Roma 2010, Palombi Editore, p. 122) la radice indoeuropea “tam” avrebbe espresso l’idea di misura [m] del moto tra due punti [t], per cui il tempo venne considerato un frammento di luce, e il tempio uno spazio consacrato agli dei.
[2] “…tempo e spazio sono semplicemente dei modelli di idee per esprimere l’attività ciclica di un’entità.“”Fuori della manifestazione il tempo non esiste, e fuori dell’oggettività non esistono stati di coscienza.””Il tempo è stato definito come una successione di stati di coscienza”. (A.A.Bailey, “Il Trattato del Fuoco cosmico”, 1925, Collezione “Lucis”, pagg. ingl. 282, 63, 278)
[3] Dalla collana AGNI YOGA, Mondo del Fuoco III, § 646, edizioni Nuova Era.
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