È tempo di Eroi

 

Riprendiamo il discorso sulla necessità di “seminare” la Nuova Cultura affermando che non esiste una vera differenza tra il seminare e l’eseguire.  Il Lavoro è uno solo anche se si avvale di forme diverse per esprimere la stessa  attività spirituale.

Salvo poche eccezioni, gli uomini hanno una visione errata di se stessi: si credono onnipotenti o insignificanti ed anche se varia l’intensità e la frequenza dell’appartenenza ad una delle due categorie, il concetto non muta. Sconcerta il fatto che queste convinzioni,  poco meditate, condizionino le loro vite imprigionandoli peggio della galera. Gli arroganti generano costruzioni egocentriche, perlopiù false, sia mentali che fisiche, che poco considerano il Bene Comune o un progetto reale per il Futuro. I tiepidi danno vita a costruzioni approssimative e banali, oppure non creano nulla, ma ciò che li accomuna è la mancanza di coraggio.

Per coraggio s’intende l’assenza di quella forma di paura che attanaglia coloro che  temono di perdere credibilità fittizie, posizioni traballanti o privilegi rubati e poca visibilità; che temono di perdere una tranquillità apatica che nemmeno un terremoto riuscirebbe a scuotere. Costoro paventano, più di ogni altra cosa, la Comunione, quel senso di appartenenza globale che sale dalla Terra al Cielo e che qualifica un uomo interiormente libero.

Il potere della coscienza si misura, infatti, dal grado di Comunione conseguito;  in questo libero laboratorio tutte le attività si bilanciano, le esteriorità che sempre separano si annullano e si sprigiona  l’essenza: il nucleo infuocato della costruzione.

Qualcuno  potrebbe obiettare: “Non siamo eroi, ma uomini comuni. Le nostre conoscenze sono insufficienti e l’impegno e la responsabilità richiesti superano le nostre forze”.  Affermazione sacrosanta se ci vediamo soltanto come poveri cittadini di un qualsivoglia paese, costretti dagli eventi, immersi nella confusione e nel disordine generali.  Affermazione sacrosanta se pensiamo di combattere il nemico usando le sue stesse armi anziché inventarne di nuove.

La Comunione vive nel cuore, che è infinito, e non conosce limiti.

Sappiamo che il futuro è nelle nostre mani, nessuno verrà a costruirlo per noi, e per influire sulla nascita di una Nuova Cultura, così agognata da una parte dell’umanità, occorre un atto di coraggio.

E’ tempo di eroi.

Nella mitologia, l’Eroe era descritto come il figlio di un mortale e di un Dio e questa doppia appartenenza lo faceva capace di imprese straordinarie e gloriose. Gli Eroi combattevano mostri e tiranni, liberavano gli uomini dagli incantesimi e dalle illusioni, li proteggevano e li guidavano sulla via dell’ascesa. Quali compiti avrebbe oggi un Eroe? Gli stessi di ieri con l’aggiunta di un elemento fondamentale: la sacralità del lavoro comune. L’epoca nuova vivrà e si svilupperà sulla cooperazione cosciente al Piano planetario e solare. L’evoluzione della coscienza si presenta infatti come un graduale inserimento nell’azione creativa e si manifesta in collaborazione attiva.

Si afferma che la ricchezza sta nelle diversità e che ciascuno lavora per tutti. Queste diversità: di scelte, direzioni e capacità, compongono l’opera e ne garantiscono il successo. Inoltre, sapendo che tutto è di tutti, la difendono dai personalismi. Purtuttavia, non basta pensare vagamente il nuovo perché questo si manifesti; per seminare cariche di energia vivente bisogna volere, amare, capire, riflettere, lavorare, comunicare, coordinare.

In sintesi, la Cultura è un organismo vivente immateriale allestito da Eroi, ed è il vero sostegno di tutte le civiltà.

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