Ordinamento e Ritualità

La terza domanda che apre il tema dell’Ordinamento si presta bene a presentare il concetto di Ritualità:

Cosa fa di un insieme di parti un organismo integrato?

(vedi 7. Ordinamento e il suo etimo)

Cos’è che trasforma un passo in una danza?

– un raggruppamento di atomi in una cellula?
– un insieme di pianeti in un sistema solare?
– un insieme di uomini in un Gruppo?

Idee quali Ritmo, Coordinazione, Bellezza, Coordinamento, nonché Similitudine, Coesione, Attrazione, Ordine, …, si affacciano alla coscienza quali possibili direzioni di risposta.

Eppure, tentando di andare alla radice delle fondamentali cause dell’integrazione, sembrano dominare le idee di Numero, Ritmo e Rito, una sorta di unità a 3 aspetti. L’etimosofia delle tre parole svela in modo mirabile la loro relazione: ritmo (rythmòs) e numero (arithmòs) hanno in greco la stessa matrice, significando disporre o scorrere del ritmo secondo ordine, e rito (latino ritus) esprime l’idea di moto ordinato.

Il Numero è qui evidentemente inteso non come mera quantità o insieme di unità indistinte e uniformi, ma quale potenza o entità energetica dotata di qualità e valore: per la Scienza dell’Armonica di matrice pitagorica il Numero è quell’unità o “monade” che quale principio dinamico o “essenza di tutte le cose” è in grado, in quanto Suono creatore, di dare vita, struttura ed evidenza ad ogni cosa.

Cosa fa di un insieme di parti un organismo integrato?

La danza ritmica del Numero nello Spazio.

Questa potrebbe essere una possibile risposta e formula adatta a illustrare il senso di ogni ritualità o liturgia.

Secondo questa visione, vi è nello Spazio un principio di Ordine, gestito dal Numero, che ritma, riassembla e integra i molti nell’uno – i passi in una danza o le stelle in una galassia – secondo un intreccio sonoro e geometrico di relazioni, una cooperazione coordinata di funzioni, che assicura l’armonia generale e finale.


E’ bello ciò che è integro attorno ad un centro
, e ogni liturgia garantisce che ogni processo graviti attorno a tale nucleo vitale o “tonica fondamentale”, detentore dello Scopo e vera fonte dell’evoluzione armonica e spiraliforme delle parti.

Tutto ciò ad opera del moto ordinato e ritmico dei Numeri, il Sistema infinito dell’Uno, la serie delle sue armoniche, la sua spirale evolutiva.

La Ritualità serve dunque ad orientare stabilmente il moto o lo sviluppo di qualsiasi creatura, pensiero, mondo, in concordanza con le Leggi della Vita e dello Spazio:

L’orientamento, ossia la liturgia, è il primo atto per avviarsi alla Meta, ed è la via stessa che vi conduce. Chi è ben orientato è la Via.

Il valore del rito non sta certo nella sua formulazione, che è sempre solamente esteriore, ma nella capacità di produrre effetti duraturi e stabili. Per quanto attiene all’uomo e alla coscienza, la solennità è l’atteggiamento rituale e spontaneo del cuore, quando riconosce il contatto con la vita e le sue leggi luminose.

Perché un rito sia vitale ed evolutivo è perciò indispensabile che ciascuno degli esecutori rinnovi ogni volta il proprio impegno individuale e scuota dalla mente e dal cuore la polvere della consuetudine. Bisogna che si acconci a recitare ogni rituale o lavoro come nuovo, e anzi tendere a farlo sempre meglio e con fervore più intenso (a spirale). Se egli trascura questa precauzione (elementare, che si dovrebbe avere per qualsiasi lavoro) le parole, i gesti, le luci e i suoni perdono a poco a poco il proprio vigore, poi il senso, e infine si corrompono.

Il vero Ordinamento è sempre nuovo, come il Rito del Cielo.

E’ rituale, ritmico, bello ciò che è mosso dalla volontà incessante di armonia.

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