Lo spazio sonoro

Nei decenni centrali del ventesimo secolo, ad opera di H. Kaiser, risorgeva il sapere armonicale, poi altri studiosi contribuirono in modo determinante a svilupparlo in forme adatte all’umanità di oggi, che anela a comprendere i tratti essenziali del proprio campo d’esistenza.

L’Armonica si fonda sullo studio del potere creativo del suono e ne applica i principi a molte branche della conoscenza: può essere considerata la scienza delle relazioni o dei rapporti, che parte da quelli che si evidenziano nella manifestazione vibratoria del mondo fisico, per trarne un canone di universale applicabilità; riguarda quindi il “campo acustico” nelle sue relazioni analogiche con i campi d’esistenza maggiori, nei quali è incluso, e dei quali condivide le qualità.

Se emesso da un oggetto libero di vibrare, ad esempio una corda tesa, il suono genera (crea) altri suoni. Sono queste le sue “armoniche” o “parziali”, legate ad esso e tra di loro da precisi rapporti tra i valori numerici della lunghezza d’onda, quindi anche del suo reciproco, la frequenza di vibrazione. Va detto che il fenomeno interessa anche la vibrazione elettromagnetica ed è ben conosciuto dalla Fisica che ne fornisce la formalizzazione matematica (serie di Fourier). Per l’Armonica hanno particolare rilevanza questi rapporti o intervalli cui corrisponde un numero razionale (frazione di numeri interi) ed un valore psichico derivante dalla percezione uditiva; ragione ed ascolto umani si trovano qui collaboranti.

Lo studio dei rapporti sonori pone, sin da subito, di fronte ad una soglia cruciale, non tanto per la sua difficoltà concettuale (anzi, trattasi di una semplice constatazione), quanto per la necessità di varcarla non solo in fil di logica ma anche in cuor proprio, riconoscendo “l’importanza” del passo che si compie: gli eventi acustici si distinguono in due categorie, “Suoni” e “Rumori”.

Al suono corrisponde un fronte d’onda regolare e periodico, oscillante tra un valore massimo ed uno minimo. Per il rumore il fronte d’onda è irregolare e non periodico. Il primo, come si è sommariamente visto, genera con la sua progenie armonica una rete di relazioni, il secondo rimane isolato ed indefinibile. Anche qui a ciò che è misurabile dalla ragione si accompagna un preciso valore percettivo; per la psiche umana il suono è integratore, il rumore disintegratore.

Varcate queste colonne d’Ercole che immettono nella distesa del sapere armonicale, lo studioso avrà modo di considerare, per analogia, quali siano i Suoni e quali i rumori nella sonorità dei pensieri, delle emozioni e delle attività umani.


Vedi anche il testo Il Suono creatore nella sezione Documenti e il video Il Gruppo a Stella e le Leggi del Suono.

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